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Diritti umani

Anche gli Angeli sorridono: il nuovo libro di Luca De Lipsis

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Il 15 ottobre, presso la LIDU Onlus a Roma, il Dottor Luca De Lipsis ha presentato il suo nuovo libro, dal titolo “Anche gli Angeli sorridono” edito da Armando Curcio: una raccolta di storie tanto esilaranti quanto interessanti dal mondo sanitario, tra drammi e commedie    

 di Giordana Fauci

Il 15 ottobre, presso la Sede della LIDU Onlus – Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo -, in Piazza d’Ara Coeli 12 a Roma, si è tenuta la presentazione del libro di cui è autore il Dottor Luca De Lipsis per Armando Curcio Editore, dal titolo Anche gli Angeli Sorridono”: esilarante ed interessante romanzo in cui si rappresentano diverse storie che vedono come protagonisti medici ed altri operatori del mondo sanitario, tra drammi e commedie.

Una raccolta di racconti del backstage sanitario in chiave tragicomica…”: così ha definito la sua opera il Dottor De Lipsis, brillante medico-chirurgo, con specializzazioni in anestesia e neurologia, nonché Dirigente dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento; da sempre impegnato con le Istituzioni cittadine in ambito di assistenza socio-sanitaria, attraverso programmi volti al risanamento ed alla valorizzazione della sanità pubblica.

Un professionista che ha combattuto in prima linea durante la pandemia, perché il Dottor Luca De Lipsis è stato “Rianimatore Covid”: uno di quei medici definiti “eroi” in un periodo così terrificante e che, in effetti, tante vite si è prodigato a salvare, mettendo, al contempo, in pericolo la propria, nel combattere contro un virus oltremodo aggressivo e di cui nulla si sapeva.

…Medico che ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze del “contatto” col Coronavirus e che, perciò, con il sorriso in volto, ha raccontato di sé e della nascita del suo ultimo libro: proprio nel periodo del primo, lunghissimo lock-down.

…Uomo che dapprima è stato “cacciato di casa dalla moglie…”, perché considerato un “untore” che avrebbe potuto contagiarla; poi “respinto finanche da genitori e suoceri…” che, “essendo anziani e, quindi, categorie fragili, avrebbero rischiato ancor di più nell’ospitarlo in casa…”. Da ultimo, “bruscamente allontanato dai molti gestori di Bed & Breakfast…” a cui si è rivolto, perché sì “eroe” ma, prima ancora, “untore…”.

Perciò il Dottor De Lispis, mai perdendo il sorriso e, invero, sempre con intelligente ironia, ha deciso di aprire le porte di un mondo considerato fin troppo “serioso”, perché sede di angosce e tribolazioni a causa della presenza di malattie spesso terribili e talvolta incurabili.

…Un mondo fatto di pazienti che non possono non riporre fiducia nei medici, nelle cui mani mettono quel che di più caro posseggono: la loro stessa vita, dimenticando, al contempo, che quei medici, seppur eccellenti, restano – e per fortuna, verrebbe da dire! – uomini. Dunque, caratterizzati, in primis, dalle loro “fragilità…”, sebbene tenuti a pontificare “cotante terrificanti realtà…”.

Medici che, quindi, si innamorano nelle corsie, tra i letti dei loro pazienti o, più semplicemente, provano attrazioni: nella loro ineleganza, come avviene al Dottor Coppola; o nelle fissazioni per la chirurgia estetica, come accade alla Dottoressa Passerella all’interno dell’Ospedale San Pantaleone…

Una struttura sì immaginaria eppure fin troppo reale, come i protagonisti “narcisi, puttanieri, sfaticati…”, così ben descritti nelle letture dei due bravissimi attori presenti: Gabriele Marconi e Maria Chiara Cimini.

Tanti e tali “fragilità” sono state doverosamente evidenziate da ciascuno dei colleghi presenti: negli interventi della Dott.ssa Anna Crispino, Arte-terapeuta e Musico-terapeuta, nonché di Massimo Bonforti, Medico-Chirurgo e Direttore di Cure Primarie presso il Distretto 9, ASL Roma 2.

Un libro che farà, indubbiamente, sorridere: ad esempio nel racconto dedicato al cosiddetto “consolo…”, il caso in cui il malato muore in ospedale, anziché nella propria dimora. Dunque, occasioni a dir poco insolite in cui i familiari si attivano in ogni modo pur di poter “venerare la salma”, invero “trasferendola” in casa: usanza tipica dell’Italia del Sud, che altro non è se non “vilipendio di cadavere…”, perciò punito perché vero e proprio “reato…”. 

Un libro che, in ogni caso, tratteggia personaggi tutti al positivo: individui che, pur sfiorando la perfezione, si ritrovano ad operare in un ambito che non pochi difetti e, ad onore del vero, “carenze presenta…”.

Perché il medico, anziché concentrarsi a curare il malato, spesso – troppo spesso! – si deve trasformare in “burocrate”, tenuto a risolvere problemi che dovrebbero riguardare altre figure, a tutt’oggi “da formare…”.

Perché il medico, ancor più di ogni altra figura, “merita riposo e remunerazione adeguata…”, tanto più laddove operi “in situazioni di emergenzaDi vite al quadrato da salvare…”.

Perché “il tempo di recupero della fatica è tempo guadagnato per tutti; non certo perso per i pazienti…”.

Anzi: vero è il contrario!

Perché “sono le distrazioni a causare danni ai malati…”. Quindi è fondamentale il tempo di recupero della fatica, evitando, al contempo, “avvisi di garanzia” o situazioni ancor peggiori che andrebbero a “macchiare”, indelebilmente segnandoli per sempre, “quegli integerrimi camici bianchi…”.

Perché il medico, tra tante e tali carenze, rischia di “imbruttirsi irrimediabilmente”, al contempo “alienandosi dal quotidiano…”, invece di lavorare con allegria e con il sorriso che merita ogni paziente.

Riflessioni che non avrebbero non potuto essere condivise da tutti i presenti: colleghi medici e non.

Ecco perché, a conclusione dell’incontro, il Presidente della LIDU Eugenio Ficorilli non ha potuto fare a meno di mostrarsi soddisfatto, proponendo a quegli stessi medici “di entrare a far parte della Commissione Sanità della LIDU Onlus…”.

Mentre Tiziana Primozich, moderatrice dell’evento, nonché Giornalista e Responsabile della Comunicazione LIDU, non ha potuto non sottolineare quel che è fin troppo ovvio ma, ancor più spesso, dimenticato: “Una diagnosi data con il sorriso umanamente vuol dire moltissimo. Ma, al tempo stesso, non bisogna dimenticare che gli stessi medici sono uomini e meritano carezze…”.

Per fortuna, qualcuno di loro non ha perso il sorriso: Luca De Lipsis, col suo bel libro, lo ha dimostrato!    

Un grazie all’organizzatore dell’evento Antonio Parciasepe

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