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Unicef, un bambino su quattro in Medio Oriente e nel Nord Africa è fuori dal ciclo scolastico

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UNICEF-UNESCO: in Medio Oriente e in Nord Africa migliorano i tassi di iscrizione a scuola, ma 21 milioni di bambini rischiano di rimanere senza istruzione

1211_VeleSchool_1Roma, 15 aprile  – Nonostante i grandi progressi ottenuti nello scorso decennio nell’iscrizione dei bambini a scuola, un bambino su quattro – più di 21 milioni – in Medio Oriente e nel Nord Africa è fuori dal ciclo scolastico e rischia di rimanerne escluso. Secondo un rapporto dell’UNICEF e dell’Istituto per le Statistiche dell’UNESCO, una riduzione del 40% del numero di bambini fuori dalla scuola in Medio Oriente e Nord Africa (MENA) nell’ultimo decennio ha dato speranza e opportunità a milioni di bambini. Il rapporto è il risultato dell’iniziativa “Out of School per il Medio Oriente e Nord Africa” e fornisce dati aggiornati sull’equità dell’istruzione nella regione. I progressi sono recentemente rallentati a causa della povertà, delle discriminazioni, della scarsa qualità dell’istruzione e dei conflitti. Secondo il rapporto, 12,3 milioni tra bambini e adolescenti in Medio Oriente e Nord Africa sono fuori dalla scuola. Inoltre, secondo gli ultimi dati, oltre 6 milioni di bambini rischiano di rimanerne esclusi. Altri 3 milioni di bambini non vanno a scuola in Siria e in Iraq, dove il conflitto ha distrutto gran parte del sistema scolastico. Mentre le violenze continuano a crescere, milioni di bambini rischiano di diventare una “generazione perduta”, senza le conoscenze e gli strumenti di cui hanno bisogno per diventare degli adulti consapevoli. Diversi altri paesi nella regione hanno esperienze di conflitti armati o di disordini politici che impediscono ai bambini di apprendere. “In un momento di così grande cambiamento e inquietudine, questa regione non può permettersi che 21 milioni di bambini perdano la propria strada”, ha dichiarato Maria Calivis, Direttore Regionale dell’UNICEF MENA. “Questi bambini devono avere l’opportunità di acquisire le conoscenze di cui hanno bisogno attraverso l’istruzione per fare la loro parte nella trasformazione della regione”. Secondo il Rapporto, i governi devono ampliare i propri sforzi, soprattutto per dare priorità all’istruzione delle famiglie più vulnerabili e svantaggiate. Sono necessarie nuove politiche per ampliare i programmi di istruzione pre-elementari, evitare che gli studenti siano lasciati fuori dalle scuole e che subiscano discriminazioni di genere, e aiutare il maggior numero di bambini nelle aree di conflitto garantendo loro l’accesso all’istruzione. “Dobbiamo calibrare gli interventi per raggiungere le famiglie sfollate a causa del conflitto, le ragazze costrette a rimanere a casa e i bambini obbligati a lavorare” – ha dichiarato Silvia Montoya, direttore dell’Istituto di Statistiche dell’UNESCO – ”Questo rapporto presenta dati utili a migliorare i processi di identificazione di questi bambini, gli ostacoli che affrontano e le politiche necessarie a raggiungerli”. Dal rapporto è emerso che i donatori devono impegnarsi a dare più fondi per eliminare le disparità che continuano a tenere i bambini fuori dalle scuole. Il rapporto sottolinea che le ragazze non vanno a scuola e sono esposte al rischio di rimanere escluse a causa dei comportamenti sociali, dei matrimoni precoci e della mancanza di insegnanti donne. Mediamente, in questa area, una ragazza ha il 25% di probabilità in meno di andare a scuola rispetto a un ragazzo. Ciononostante, tra gli adolescenti, un alto tasso di esclusione è stato alimentato da standard educativi bassi e dalla scarsa qualità degli ambienti scolastici. Il rapporto arriva in un momento cruciale ed è destinato ad integrare gli sforzi della comunità internazionale sulla preparazione degli obiettivi per l’istruzione post 2015.

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