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Diritti umani

UNICEF/ Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne: tra i gruppi vulnerabili le adolescenti migranti e rifugiate che arrivano sole in Italia

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Da oggi al 10 dicembre al via i “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”

 A livello globale circa 15 milioni di ragazze adolescenti tra i 15 e i 19 anni hanno subito violenza sessuale durante la loro vita. Come ampiamente documentato, resta molto alto il rischio di violenza sessuale sulle donne e le adolescenti che percorrono la rotta del Mediterraneo centrale. Il rischio è ancora più alto se si tratta di minorenni non accompagnate, oggi l’8% degli oltre 6500 minori stranieri non accompagnati in Italia.

In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’UNICEF aderisce alla campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere nata per favorire la sensibilizzazione sul tema e per promuovere azioni globali di risposta.

In una recente ricerca condotta da ISMU in collaborazione con UNICEF, IOM e UNHCR, che raccoglie le testimonianze di 19 ragazze arrivate in Italia come minori non accompagnate, il tema della violenza si ripresenta in quasi tutti i racconti. Tra i fatti riportati, i matrimoni precoci e gli abusi che ne seguono, la violenza sessuale subita nei paesi di transito e in particolare in Libia. L’arrivo in Italia crea una situazione di sicurezza solo in alcuni casi, mentre tante donne e adolescenti sono soggette a sfruttamento sessuale. Anche il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha recentemente riportato l’attenzione sul fenomeno nelle osservazioni conclusive 2019 al quinto e sesto rapporto periodico dell’Italia facendo riferimento in modo specifico alla violenza di genere, “compresa la tratta di minorenni stranieri, in particolare di sesso femminile”.

La ricerca congiunta ha mostrato anche come intervenire tempestivamente possa avere effetti positivi sul percorso delle giovani anche nella ricerca dell’autonomia e nella transizione all’età adulta e ha ribadito l’esigenza che tutte le giovani a rischio e/o vulnerabili abbiano accesso ai servizi specializzati. Eppure secondo un’analisi condotta su 30 Paesi solo l’1% delle adolescenti sopravvissute a violenza ha richiesto supporto a personale specializzato. Secondo un recente sondaggio condotto sul tema su U-Report on the Move, la piattaforma UNICEF pensata per dare voce ai giovani migranti e rifugiati in Italia, 6 su 10 delle rispondenti affermano che in caso di violenza risolverebbero da sole, ignorerebbero il problema o si rivolgerebbero solo a familiari e amici.

“Le ragazze migranti e rifugiate sono oggi tra le categorie più a rischio di violenza, in particolare legata allo sfruttamento sessuale, per quanto sia difficile citare numeri esatti. Le giovani con cui veniamo in contatto ci stupiscono per la loro capacità di resilienza, sappiamo però che chi è sopravvissuto a violenza ha bisogno di supporto. Per questo l’UNICEF le accompagna con interventi che puntano sull’empowerment oltre che sull’accesso ai servizi utili. Vogliamo inoltre garantire che l’intero sistema di attori che entra in contatto con bambine, ragazze e donne sia preparato ad affiancarle in maniera adeguata nel difficile percorso di superamento delle esperienze traumatiche”, ha dichiarato Anna Riatti, responsabile UNICEF della risposta a favore dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia.

L’UNICEF in Italia ha avviato programmi finalizzati alla prevenzione e risposta alla violenza di genere, e al rafforzamento dei sistemi di protezione. Solo quest’anno, sono stati raggiunti con messaggi di prevenzione e supporto oltre 3000 migranti e rifugiati. Inoltre, sono stati formati circa 700 operatori che lavorano nel sistema di accoglienza e protezione per poter meglio accogliere e supportare i sopravvissuti a violenza di genere.

La campagna dei 16 giorni si chiuderà il 10 dicembre in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti umani.

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