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Roma, peggiora il disagio dei cittadini. Dopo il fermo della metro A di Cornelia e Baldo degli Ubaldi, chiude anche la Galleria Giovanni XXIII

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Con la chiusura per 150 giorni della Galleria Giovanni XXIII, che si somma alle chiusure della metro A di Cornelia e Baldo degli Ubaldi nella stessa zona, si rischia il collasso di un intero quartiere di Roma. La preoccupazione di Marco Visconti dirigente di Fratelli d`Italia e delegato all`Ambiente di Roma

 “Gli interventi di manutenzione straordinaria della galleria Giovanni XXIII, nel tratto che interessa il quartiere Aurelio, programmati dal Comune a partire dal prossimo 20 gennaio, incontrano la mia piu` completa condivisione, ma con le due stazioni metropolitane di Cornelia e Baldo degli Ubaldi, gia` chiuse sempre per lavori, sono i tempi ad essere totalmente inappropriati e costringono un intero quartiere al default”. Cosi` il dirigente di Fratelli d`Italia e delegato all`Ambiente di Roma, Marco Visconti, all’Agenzia di stampa Dire.

 ‘Oggi sono partita dalla mia abitazione in zona Cinecittà per un controllo programmato da tempo presso l’Idi in zona Boccea. Ho preso la metro A senza ricordare che l’ultima fermata possibile è al momento Valle Aurelia’. E’ il racconto di una paziente oncologica, arrivata in grave ritardo all’appuntamento con il medico, che ieri ha vissuto il disagio dell’interruzione della linea A della metropolitana già in atto da dicembre e che vede l’esclusione delle fermate Baldo degli Ubaldi e Cornelia, in successione l’una con l’altra, con grave difficoltà nei movimenti della popolazione della zona Aurelio – Boccea di Roma con oltre 50mila utenti. Una situazione che andrà a peggiorare grazie alla chiusura preannunciata della Galleria Giovanni XXIII per 150 giorni per lavori di manutenzione. Una scelta davvero ‘illuminata’ da parte dell’amministrazione capitolina che di fatto emarginerà un intera area che oltre all’Idi, include il policlinico Gemelli e l’ospedale San Carlo di Nancy . Al di là delle possibili buone intenzioni ci si chiede: ma non era possibile una soluzione più opportuna vista la chiusura delle due fermate metro che ricadono nella stessa zona? E cosa si inventerà la sindaca Raggi per ovviare al traffico da bollino rosso cui va incontro una parte molto frequentata della Capitale? Dopo questa notizia non è dato sapere quanto tempo dovrà impiegare quella stessa paziente oncologica a fine mese per recarsi ad effettuare gli esami specialistici prescritti presso l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata a via Monti di Creta. Un viaggio della speranza nel delirio di un traffico romano inasprito da chiusura metro e Galleria Giovanni XXIII. Naturalmente l’esempio, reale, della paziente oncologica svela un futuro inquietante per tutti i cittadini romani che a vario titolo gravitano sulla zona.

Una condizione dell’immediato futuro che non può essere giustificabile né con una diagnosi di superficialità e neanche con l’urgenza dettata dall’esigenza della manutenzione. “Non si comprende come, dal punto di vista dell`efficacia e dell`efficienza dell`azione amministrativa- spiega ancora Visconti alla Dire – simili opere, tra le poche dei 4 anni a 5 stelle suscettibili di apprezzamento, debbano essere poste in essere tutte nello stesso periodo, seppure gia` finanziate da tempo e con disagi enormi per i residenti di un quadrante fino ad ora abbandonato”.

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