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Cinema & Teatro

Roma. Al Farnese il film-documentario ‘Mario Verdone: il critico viaggiatore’ di Luca Verdone

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Il film “Mario Verdone: il critico viaggiatore” di Luca Verdone approda al cinema Farnese (13-20 febbraio). Un film a più voci, come è stato definito dalla critica, sul filo della memoria.

di Angela Celesti

Dopo la proiezione alla Festa del Cinema di Roma 2024, il film “Mario Verdone: il critico viaggiatore” di Luca Verdone approda al cinema Farnese (13-20 febbraio). Un film a più voci, come è stato definito dalla critica, sul filo della memoria. E già dalle prime immagini la voce di Luca Verdone suggerisce allo spettatore il leitmotiv del film-documentario: “Sono in viaggio per la campagna della Sabina. Ho un appuntamento con i miei fratelli nella villa di Carlo a Cantalupo…”.

Da qui ha inizio la storia di Mario Verdone attraverso i racconti delle persone che lo hanno conosciuto, dai familiari, che a Cantalupo, rovistando tra foto, libri e documenti ricostruiscono come in un puzzle la la vita del grande storico del cinema e del teatro (prima Cattedra di Storia e critica del film in Italia, presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, giurato della Biennale Cinema di Venezia, il massimo studioso del Futurismo),  poeta, critico arguto, saggista e drammaturgo. Un uomo “moltiplicato e ubiquitario” seguace dell’arte totale di Canudo, e soprattutto un grande viaggiatore. Personalmente ricordo i suoi aneddoti esplicativi sulla storia del teatro e del circo che mi incantavano e il racconto dei suoi innumerevoli incontri (da Laurence Olivier a Charlie Chaplin, dai Fratellini a Fellini, da Buñuel ad Akira Kurosawa, da Sordi a De Sica e Rossellini).

Due caratteristiche, in risalto nel film, sono la sua estrema curiosità e la grande umanità; sapeva guardare il mondo da vicino e da lontano come testimonia il poeta Elio Pecora: “Mario Verdone aveva una larghezza di mente, l’occhio lungo e l’occhio corto. L’occhio corto per vedere quello che è molto vicino e l’occhio lungo per vedere più lontano, quello che è dell’anima. E l’anima del mondo, come dice Hillman, non è fatta né di giovinezza né di vecchiaia”. Nel film anche la fotografia ha i colori della memoria e descrivono un’epoca in cui il privato (“Carlo si divertiva a imitare un ubriaco, io a riprenderlo con la cinepresa 8 millimetri. Giochi semplici e ingenui come eravamo noi ragazzi a quell’epoca”) coincide con il pubblico, come si evince da uno splendido corto di Mario, presente nel film, dal titolo “Anni lieti”, sui giochi nella Roma degli anni Cinquanta: “Alcune centinaia di migliaia sono i ragazzi che vivono a Roma, quali sono i giochi e i passatempi di questi fanciulli che possiedono un tesoro immenso: l’età che si usa definire come lieta e spensierata. Questa è una città che si differenzia da ogni altra, è ricca di giardini, d’acqua, di ville aperte al pubblico e i ragazzi popolano i suoi numerosi angoli verdi dove aria pura e bellezza sono alla portata di tutti”.

Un corto di alta liricità la cui purezza anche estetica coincide con l’anima dell’autore.  Attraverso un perfetto montaggio “dialogico”, Luca Verdone conduce lo spettatore a ripercorrere le tappe più importanti della  vita privata (anche divertenti come quella della richiesta di fidanzamento con Silvia da parte di Cristian De Sica ) e professionale del padre, il grande amore per il Palio di Siena e il mito del viaggio come scrive in un libro omonimo: “Il viaggio ci induce ad incontrare ciò che non abbiamo, ciò che può essere desiderabile e che sappiamo che non ci appartiene, o che comunque manca alla nostra esperienza, Vogliamo raggiungere qualcosa che è aldilà dei luoghi dove viviamo, degli orizzonti che ci sono familiari”. Nel raffinato documentario di Luca il ritratto di “un critico e di uno scrittore  in anticipo sui tempi, con il piglio del viaggiatore instancabile” e quello di un padre e un educatore esemplare, un grande maestro di vita. Nel film numerose le testimonianze, da Liana Orfei a Fernando Birri, da Ferrarotti a Elio Pecora, da Daniele Lucchetti a Gianfranco Bartalotta del quale  il film propone ampi stralci della lunga intervista a Mario Verdone (reperibile su YouTube) nella sua storica casa-museo di Lungotevere dei Vallati, nel giorno del suo novantesimo compleanno.

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