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Questa quarantena ci ha insegnato un’altra umanità, e la popolazione si riavvicina a Dio

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Mai come in questo tempo c’è stata tutta questa fratellanza e corsa alla solidarietà, per aiutare chi per colpa della quarantena obbligatoria era rimasto senza nulla da mangiare, ognuno si è spogliato di sé stesso ed ha cominciato a donare.

di Benedetta Parretta

Una quaresima dolorosa, tanta paura e scoraggiamento, che ci ha messo davanti alle nostre fragilità e ci ha chiarito il nostro senso di essere impotenti davanti al mistero della morte.

Molti invece in questa tragedia della pandemia si sono avvicinati a Dio, ed hanno scoperto l’importanza della fede, forse perché non eravamo abituati a convivere 24 ore su 24 con la morte accanto.

Un virus che ci ha costretto a fermarci in un mondo in cui andavamo tutti di fretta e non davamo la giusta importanza alle cose a noi vicine, al valore di un bacio, di una parola gentile e soprattutto al valore di un abbraccio, mediante il quale ci si arrende all’altro permettendo l’incontro tra le anime, lasciandosi andare e diventando tutt’uno.

Gli scienziati dicono che è terapeutico abbracciare, noi oggi abbiamo imparato che è essenziale stare con i propri cari e dirsi ti voglio bene fino a quando c’è tempo per farlo, in questo tempo abbiamo spesso dovuto dire addio ai nostri cari defunti non potendo piangerli, oggi siamo uniti dallo stesso dolore, molti hanno perso un affetto caro.

Mai come in questo tempo c’è stata tutta questa fratellanza e corsa alla solidarietà, per aiutare chi per colpa della quarantena obbligatoria era rimasto senza nulla da mangiare, ognuno si è spogliato di sé stesso ed ha cominciato a donare.

Altri hanno creato dei gruppi per pregare tutti insieme via social, le famiglie incominciano in famiglia a dire il rosario e mentre a Pasqua prima si poteva andare in Chiesa, oggi Gesù con questa quarantena è entrato nelle case di tutto il mondo, e come le onde che viaggiano nell’aria così la preghiera, è diventata universale.

Un unico coro, un’unica voce che sale al cielo per chiedere perdono a Dio per aver distrutto tutti gli ecosistemi che avevano diritto come noi alla vita.

E come Gesù visse i quaranta giorni nel deserto, affrontando la fame, anche noi oggi stiamo vivendo questa quarantena senza più certezze, ma tutte le cose hanno un significato e tutte le cose negative hanno un lato positivo.

Questo virus ci ha fatto svegliare dal torpore in cui ci eravamo persi.

L’era moderna aveva smarrito il valore dei rapporti umani, questo virus ci ha costretto a guardarci dentro, ha risvegliato la nostra coscienza. Alla fine di questo periodo saremo migliori ed apprezzeremo tutto, le uscite, i sacrifici, una passeggiata, incontrare gli amici, l’amore per i nostri cari perduti, tutto non sarà più un abitudine, tutto avrà piu valore.

Questo virus ci insegnera’ a capire chi tiene veramente al nostro paese, chi ama il prossimo, e chi solo sè stesso.

Ma la più grande lezione viene da Dio, con la lezione del tempo che non appartiene all’uomo.

Per fermare l’inquinamento, è bastato fermare l’uomo e oggi la terra respira, sta migliorando il buco nell’ ozono, le terre ritornano a fiorire, gli habitat degli animali si ripopolano ed il mare si svuota di plastica da solo, come se la terra stesse rigurgitando l’uomo.

L’uomo che si ergeva a divinità infallibile, scopre la sua impotenza davanti alla morte portata da un virus che forse lui stesso ha contribuito a produrre.

E quindi tutti noi siamo stati catapultati nella tempesta citata da Papa Francesco durante la sua preghiera per il mondo il 27 marzo, sul sagrato della Basilica di San Pietro con la piazza vuota. “Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori” ha detto il Papa in mondovisione. Ha ricordato “Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti”.

 “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”, ha detto il Pontefice, restituendo fede in  Dio che in un attimo può fermare tutto e ci insegna una nuova umanità.

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