Italia
Quattro istituzioni e un….funerale

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Enrico Pianetta già’ più’ volte deputato e senatore. Presidente Commissione Diritti Umani del Senato commenta il funerale del boss Casamonica
Di Enrico Pianetta
Presidente Commissione Diritti Umani del Senato
Roma, 22 Agosto-Mentre la bara sorretta da decine di mani, usciva dalla chiesa di San Giovanni Bosco , la banda intonava la musica del “Il Padrino” e un elicottero spargeva petali di rosa sulla folla assiepata sul sagrato. E ancora : sei cavalli neri lucenti trainvano il carro funebre con fregi dorati ,automobili Rolls-Royce con autisti in livrea, e dalla facciata laterale della chiesa scendeva un grande stendardo con l’effige del boss sorridente , di bianco vestito e una croce d’oro sul petto a salvaguardia del Colosseo e San Pietro , da vero re di Roma. Un riconoscimento solenne e indiscusso del potere del proprio Clan e garanzia di protezione a chi vi aderisce. Una omologazione agli occhi di tutti e un messaggio di sicura continuazione delle attività e di superiorità nei confronti delle Autorità costituite.
Già , dove erano queste Autorità ?
Il Governo , Ministro dell’Interno, Prefetto , Questore, Sindaco……
Non ne sapevano niente?
Impossibile. Per organizzare una cerimonia di questo tipo sono coinvolti decine di uffici con permessi e autorizzazioni varie e centinaia di persone !
Se non lo sapevano peggio mi sento perché vuol dire che il potere costituito è in mano a incapaci che non sono in grado di tutelare i cittadini.
Perché il messaggio chiaro e forte di questo sfarrzo è : Qui a Roma comandiamo noi e la nostra legge è più forte di quella dello Stato.
Possibile che le competenti Autorità non abbiano tenuto preventivamente sotto controllo la situazione ?
Incapacita, insipienza, superficialità, timori; oppure interessi e quindi connivenze ?
Resta il fatto che da questo episodio la Capitale d’Italia ne esce male, molto male.
Chi aderisce al clan e alle sue regole si sente rafforzato e potenziali adepti potranno aggiungersi con la ragionevole certezza della impunità e di affari illeciti e redditizi. È stato uno spot eccezionale per il clan e uno smacco tremendo per l’Italia con ripercussioni negative anche a livello internazionale. Adesso assisteremo al solito rito dello scaricabarile : dal Presidente del Consiglio al Ministro dell’Interno al Prefetto al Sindaco al Questore al Capo dei vigili ….. al Parroco , al Sacrestano alla perpetua … fino ai cavalli che trainavano il feretro; che spazientiti con un alto nitrito manderanno tutti a quel paese : un Paese si spera migliore in cui lo Stato garantisca la libertà e i diritti di tutti i suoi cittadini e non ci sia spazio per altri poteri illegali di clan e padrini. È un auspicio , ma se non ci sarà una ferma ed esemplare azione che produca una catena di dimissioni , dovremo constatare che questo episodio avrà indebolito la Stato e rafforzato i padrini.