Ambiente & Turismo
Le “Giornate del Riuso” donano nuova vita ad oggetti vintage e abiti usati
Sostenere il futuro attraverso la pratica del riuso è fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente
di Giordana Fauci
Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, la produzione di indumenti ha subito negli ultimi vent’anni un incremento allarmante, visto che nel 2000 era pari a 58 milioni di tonnellate e si stima che, entro il 2030, raggiungerà i 145 milioni di tonnellate.
…Un dato oltremodo allarmante che non potrà non avere gravi impatti sull’ambiente.
Il fenomeno è indubbiamente legato al “Fast Fashion”, ovvero alla “Moda Veloce”, che propone continuamente nuovi stili a prezzi vantaggiosi, alimentando così un ciclo esponenziale di produzione e utilizzo, oltre ad un enorme scarto di indumenti.
In tale contesto la moda sostenibile emerge come risposta necessaria, rappresentando un vero e proprio movimento di economia circolare, utile a contrastare l’approccio lineare dell’usa e getta.
…Un’economia circolare che si propone, dunque, di salvaguardare in primis l’ambiente.
Del resto il mercato del second hand continua a guadagnare sempre più popolarità non solo per motivi economici, bensì proprio con l’intento di far emergere una coscienza ecologica.
E non è un caso che mercatini dell’usato siano divenuti luoghi di incontro per gli appassionati di vintage, al punto che non poche sono le feste e, invero, i festival dedicati al “riuso”, come quello che si terrà il prossimo 6 ottobre nella Capitale, presso il Mercatino Re di Roma.
…Un’occasione di convivialità tra giochi, cibo e buona musica.
…Un’iniziativa che si pone come obiettivo-principe di sensibilizzare ciascuno sull’importanza di preservare le risorse del Pianeta.
Così Nunzio Lombardo, uno degli organizzatori, non ha potuto fare a meno di sottolineare che: “Il riuso deve divenire parte della nostra vita… Di tutti, nessuno escluso! Al fine di poter garantire un futuro sostenibile e, quindi, migliore per le generazioni future”.
E, in effetti, scegliere il second hand, supportando iniziative sostenibili, non può non rappresentare un passo fondamentale verso un sistema di consumo più responsabile e, senza dubbio, maggiormente rispettoso del Pianeta.
Senza considerare che la “cultura” del second hand implica una rilevante riduzione degli sprechi tessili e non solo, al contempo alimentando un’educazione alla cura e al prolungamento della vita degli stessi oggetti ed abiti.
Ecco perché l’Unione Europea ha avviato un ambizioso piano per ridurre gli sprechi, promuovendo un ciclo di vita più lungo ed un riciclo efficiente dei materiali, per raggiungere un’economia circolare entro il 2050, al fine di tutelare l’ambiente, valorizzando altresì il lavoro umano.