Politica
La Dea bendata e i sistemi umani
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La Giustizia al centro delle riforme da attuare: la prescrizione va riconsiderata. Gli esempi nel resto del mondo
Di Gianni Pezzano
Ci sono aspetti fondamentali della legge che si cerca di seguire entro i loro limiti essenziali, poi ogni paese e ogni individuo li segue in base alla sua Storia. Tre di questi sono davvero importantissimi e sono alla base dell’ordinamento governativo e giuridico di ogni paese, purtroppo a volte più nella mancanza che nel rispetto. Nel caso di queste mancanze l’inosservanza, oppure la disubbidienza diventano poi la base che permette la formazione di dittature. Questi concetti sono la Libertà, la Democrazia e la Giustizia. Temi che sono incarnati nelle costituzioni delle democrazie moderne e che riteniamo cari per il nostro modo di vivere. Naturalmente non potranno essere discussi in un solo articolo, però ci sono aspetti del terzo tema , quello della Giustizia, che bisogna riconsiderare e magari vedere come vengono applicati all’estero, soprattutto perché almeno un aspetto ora è soggetto a modifiche nel Parlamento e nel corso degli anni in molti processi è stato il pomo della discordia, il vero motivo del contendere: la prescrizione. In inglese c’è un detto celebre dice che “justice should not only be done but also seen to be done”, cioè non solo che si deve fare la Giustizia ma bisogna essere certi che sia fatta. In parole povere le decisioni della Giustizia dovrebbero essere chiare, trasparenti e certe cosa spesso non attuata all’interno del sistema giuridico italiano, da qui i tentativi di modificare le procedure processuali. Ogni reato ha un limite di tempo entro il quale il colpevole deve essere identificato, indagato, messo sotto processo e l’iter deve passare in giudicato in maniera definitiva entro questi limiti che variano in base alla gravità del reato. Purtroppo, spesso questo non succede nel sistema italiano e sappiamo tutti di processi fini nel nulla senza una decisione per via della prescrizione. Dobbiamo riconoscere un fatto fondamentale prima di continuare. Un processo inizia perché ci sono prove a carico dell’indagato tali da giustificare l’inizio di un processo. Questo non vuol dire che l’imputato sia automaticamente colpevole, sarà il processo a stabilire la fondatezza delle accuse e le prove. Però, allo stesso tempo qualsiasi sistema giuridico dovrebbe identificare con certezza il colpevole e l’innocente e questo non avviene con la prescrizione. Questa incapacità di finire i processi in maniera chiara ha avuto due effetti sul sistema Giustizia del nostro paese, il primo ovviamente è la sfiducia di molti verso il sistema e il secondo è di vedere avvocati difensori prolungare i processi fino ad arrivare alla prescrizione, rinvii che poi prolungano sempre di più i tempi dei processi bloccando ancora di più il lavoro dei tribunali. Nessuno propone di abolire il tempo per arrivare alla prescrizione, ma sarebbe utile vedere come si fa all’estero per trovare una soluzione. Nei paese anglosassoni il limite di tempo vale solo alle indagini per il reato che vuol dire che al momento dell’imputazione il limite del tempo scade e il processo deve andare avanti fino alla decisione finale dell’iter processuale. Infatti, nei casi dei reati più gravi come gli omicidi, sequestro di persona e alto tradimento non esiste un limite del tempo e dunque il problema della prescrizione non esiste. Già questo fatto di fare sparire la prescrizione all’imputazione, oppure dopo una sentenza di primo grado come qualcuno propone in Italia garantirebbe che il processo vada fino in fondo con una decisione definitiva. Questa non sarebbe una soluzione solo di forma, ma soprattutto di sostanza. L’imputato dovrebbe essere considerato innocente fino a prova contraria e in un processo finito in prescrizione vuol dire l’imputato è sempre seguito dal dubbio sul suo stato di innocenza. E anche questo ha una soluzione dall’estero, ma dobbiamo sempre ricordare che non tutti i casi esteri sono applicabili entro i limiti imposti della costituzione italiana. Nel sistema giuridico di molti paesi e soprattutto i paesi anglosassoni che spesso sono presi come modelli per sistemi di giustizia esiste il concetto di “double jeopardy”, cioè duplice penalizzazione che effettivamente vuol dire che una volta dichiarato innocente l’imputato non potrebbe essere imputato per lo stesso reato. Effettivamente il pubblico ministero ha solo un tiro nell’arco e fallito il primo tentativo, tranne in casi davvero eccezionali e rarissimi, non avrebbe l’opportunità di proseguire col caso. Gli unici ricorsi permessi in questi casi sono dalla parte delle difesa e gli unici permessi dal pubblico ministero sono contro le eventuali sentenze nel caso non siano adeguate alla gravità del reato. Qui dobbiamo riconoscere che non sarebbe possibile utilizzare questo esempio in Italia in questa forma perché infrangerebbe il principio di parità di trattamento della nostra costituzione. Ma allo stesso tempo ci permette di avere modelli diversi, come anche capire quel che spesso accade all’estero in processi celebri. È proprio a causa del double jeopardy che vediamo indagini non finire in tribunali all’estero. Infatti, spesso la polizia e i pubblici ministeri dichiarano di non voler portare a processo casi particolari perché le prove contro gli indagati non sono ancora forti abbastanza. Attualmente c’è un caso celebre negli Stati Uniti che descrive bene questo concetto e riguarda le accuse di stupro contro il comico americano Bill Cosby per cui non esistono prove sicure a suo carico. Allo stesso tempo spiega perché gli investigatori hanno continuato ad indagare nel corso degli anni perché erano ben coscienti del fatto che un’imputazione entro i limiti della prescrizione avrebbe garantito un processo in ogni caso. Un altro esempio che dimostra come fare un processo entro questi limiti legali si trova nel caso del gangster italo-americano Al Capone. Spesso sentiamo la battuta che fu incarcerato per le tasse e non per gli assassini dei quali era il mandante, però tenendo il mente quanto scritto sopra le autorità federali che l’hanno inseguito fino in fondo non avevano altra scelta per poter finalmente incarcerarlo. Capone era furbo e non dava mai personalmente gli ordini di assassinare i suoi nemici, era sempre responsabilità dei suoi “collaboratori”, in modo particolare del noto Frank Nitti. Inoltre, il reato di omicidio era una responsabilità delle autorità statali, particolarmente nello Stato di Illinois il feudo di Capone dove molti di loro erano sotto di lui e dunque qualsiasi processo a suo carico rischiava di finire in una bolla d’acqua con il rischio vero di rendere Capone intoccabile per il futuro. Allora gli agenti della neonata FBI presero la decisione di indagarlo come evasore fiscale perché erano ben consapevoli del fatto che avrebbero avuto le prove sufficienti per condannarlo, come poi è successo. Lucky Luciano ebbe lo stesso destino nel senso che nemmeno lui fu incarcerato per omicidio, ma per la gestione di bordelli, anche se il tempo ha dimostrato che le accuse erano state create ad arte contro il mafioso. L’altro esempio estero interessante per trovare una soluzione a questo problema sarebbe quello della giurisprudenza scozzese. In questo paese le giurie non hanno i due possibili verdetti tradizionali, ma persino tre. Naturalmente i primi due sono la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato, ma la terza evita la possibilità del double jeopardy perché lascia aperta la possibilità di un altro processo e perciò questo terzo verdetto scozzese è non dimostrato. Come qualsiasi invenzione umana il sistema della Giustizia è imperfetto, ogni sistema ripropone i pregi e i pregiudizi di chi lo disegna e solo gli anni dimostrano quegli aspetti che bisogna modificare per renderlo più efficace. Purtroppo a volte pensiamo che quello che è stato tracciato in passato è intoccabile, ma non dovrebbe essere così. Nel corso delle nostre vite abbiamo visto progressi sociali e tecnologici enormi che non potevano essere previsti da legislatori solo pochi anni fa. In effetti alcuni di questi sviluppi legati all’identificazione del DNA hanno portato a conseguenze in tribunali che possono essere motivi per alcuni paesi nel revisionare il concetto di double jeopardy che abbiamo considerato. Ma il nostro conservatorismo naturale non deve impedirci di modificare quei sistemi che sappiamo contengono difetti. La Giustizia, come la Libertà e la Democrazia è una dei pilastri delle garanzie dell’equità che pretendiamo per garantire che la nostra vita sia davvero libera. Perciò, non ci opponiamo a tutti con la solo scusa che il passato è intoccabile. Se i padri costituenti avessero ragionato così la nostra costituzione non sarebbe mai nata.