Mondo
ISIS sconfitta da “un violoncello”
Un musicista ha suonato tra i miliziani islamici rischiando la decapitazione. «Volevo dimostrare a tutti che non avrei mai smesso di suonare».
di Vito Nicola Lacerenza
Ameen Mokdad è un violoncellista di Mosul, la città irachena che nel 2014 è stata occupata e diventata sede del comando del sedicente Stato islamico. Per circa due anni i miliziani dell’ISIS hanno oppresso gli abitanti del posto. Tra loro c’era anche Ameen, che il giorno dell’arrivo degli islamisti è riuscito a fuggire a Baghdad, la capitale dell’Iraq. Presto, però, qualcosa l’avrebbe spinto a tornare nella sua città natale, in mano ai terroristi. «Quando le milizie dell’ISIS, sono arrivate a Mosul, sapevo che, per via del loro “radicalismo”, mi sarebbe stato vietato di suonare e mi avrebbero distrutto gli strumenti- ha spiegato il musicista- Così, prima di partire per Baghdad, li ho nascosti nel seminterrato di casa mia». Ma Ameen si è subito reso conto di non poter vivere senza la musica e, pur consapevole di poter essere ucciso, ha fatto ritorno a Mosul per recuperare i suoi strumenti: due violoncelli e una chitarra. Troppi e ingombranti per poter passare inosservati agli occhi dei numerosi guardiani dell’ISIS di pattuglia nella città.
Rabbia e sconforto hanno colto Ameen quando si è reso conto che la sua missione era fallita ancor prima di iniziare. «C’erano posti di blocco ovunque- ha raccontato il violoncellista- l’unico modo che avevo per fare musica era quello di chiudermi in casa e di suonare, sperando che i miliziani non mi sentissero. Volevo dimostrare a tutti che non avrei mai smesso di suonare, anche se sapevo che avrei potuto essere decapitato». Prima dell’esecuzione, però, tutti coloro che erano sorpresi con uno strumento, venivano inflitte due “pene minori”: un ammonimento verbale e l’amputazione delle mani. Ameen è stato scoperto ma, a parte il sequestro degli strumenti, le imprecazioni degli islamisti e un interrogatorio di diverse ore, non ha subito altre punizioni. Era il 2016 quando il musicista è stato scoperto. Mosul sarebbe stata liberata poco dopo dall’esercito Iracheno. Recuperati i suoi violoncelli e la chitarra, a pochi giorni dalla cacciata dei terroristi, Ameen si è preso la rivincita sugli islamisti, dando luogo ad un concerto tra le macerie della sua città natale. «Con la mia esibizione ho voluto mandare il messaggio chiaro: “la musica è bella!- ha spiegato il violoncellista- Ci aiuta a vivere tutti insieme e in armonia. Se si smette di far questo l’unico destino possibile è la distruzione».