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Indipendenza catalana al bivio: commissariamento o dialogo? Il presidente della Catalogna Puigdemont non risponde

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Il tempo a disposizione per dichiarare l’esistenza, o meno, della “repubblica catalana” è scaduto. Puigdemont fa appello al dialogo, mentre è prevista una riunione del consiglio dei ministri spagnolo per l’applicazione dell’articolo 155. L’Europa è con la Spagna. 800 imprese fuggono da Barcellona.

 

di Nicola Lacerenza

L’ultimatum del primo ministro spagnolo Mariano Rajoy al presidente catalano Carles Puigdemont è scaduto, senza che quest’ultimo abbia annunziato, in modo inequivocabile, se la “repubblica catalana” fosse stata dichiarata oppure no, limitandosi a parlare in una lettera inviata a Rajoy di una “sospensione del mandato popolare all’insegna del dialogo”.Una forma inedita di dichiarazione di indipendenza, senza alcun effetto concreto. Forse per il presidente catalano Puigdemont la lettera rappresentava un “segnale di apertura” al governo spagnolo. Ma per il primo ministro spagnolo Rajoy, queste parole sono apparse come espressione di ambiguità. Tutt’altro che ambigua, invece, è stata la sua dichiarazione fatta successivamente.

«Non è così difficile rispondere a questa domanda: la Catalogna ha dichiarato l’indipendenza? – ha domandato Rajoy- Perché se l’ha fatto il governo è obbligato ad agire in un solo modo». Il “solo modo” è l’articolo 155 della costituzione spagnola, che prevede, nel caso in cui “una comunità autonoma non si attenga agli obblighi costituzionali o attenti all’interesse generale” l’adozione di ogni misura necessaria per obbligare, anche in maniera “forzosa”, quella comunità al rispetto di tali obblighi e dell’interesse generale. L’applicazione dell’articolo 155, come è noto, richiede la maggioranza assoluta del parlamento. Cosa che è data quasi per scontata, dal momento che la Catalogna vive un isolamento politico ed economico senza precedenti. «Nessuno nell’UE riconoscerebbe l’indipendenza della Catalogna» – ha sottolineato il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.”

Posizione condivisa anche dal presidente Francese Emmanuel Macron e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Per sabato è prevista una riunione del consiglio dei ministri spagnolo per discutere sull’applicazione dell’articolo 155. Tale applicazione porterebbe, in soli tre giorni, al commissariamento del governo catalano fino a nuove elezioni e, di fatto, all’annullamento dell’autonomia della Catalogna. Regione che finora ha goduto di un’autonomia superiore a qualunque altra comunità autonoma spagnola. Dal “sogno dell’indipendenza” al commissariamento: un epilogo triste. Basti pensare che prima del 10 di ottobre era il governo spagnolo a voler dialogare, mentre ora la situazione è del tutto capovolta. Viene da chiedersi fino a che punto ne siano soddisfatti gli indipendentisti. Di certo, le 800 imprese in fuga da Barcellona verso Madrid non aiutano a tenere alto il loro morale. Comunque, conclusioni affrettate non trovano spazio in ore tanto movimentate. Bisognerà attendere sabato.

 

 

 

 

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