Diritti umani
India: “No ai test di verginità!”

“No ai test di verginità!” In India, partita una campagna contro l’usanza di testare la verginità delle donne la prima notte di nozze. I conservatori continuano a difendere, con minacce, la “bontà” della squallida tradizione.
di Vito Nicola Lacerenza
Nella regione del Maharahtra, situata nella parte occidentale dell’India, il popolo nomade dei Kanjarbhat, originario di questa zona, ha mantenuto la secolare usanza di sottoporre le giovani spose alla “prova della purezza”, ovvero ad un test della verginità. La buona riuscita di questo test decide in maniera irreversibile il ruolo sociale della donna all’interno della comunità: se vergine e “pura” verrà accettata dal marito e accolta nella società, in caso contrario sarà una reietta per sempre. Il verdetto finale, espresso da una sorta di “consiglio popolare”, è solo la parte conclusiva di una pratica che, fin dall’inizio del suo svolgimento, espone le giovani donne ad ogni tipo di violenza: fisica e psicologica.
«Quando mi sono sposata con mio marito non ero più vergine, perché lui stesso quando eravamo ancora fidanzati aveva insistito affinché avessimo rapporti sessuali prematrimoniali- ha raccontato Anita ventiduenne del Kanjarbhat rifiutata dalla sua gente- Il consiglio mi ha giudicata “impura”, e così, pur essendo incinta, sono stata costretta ad abbandonare la comunità e adesso vivo coi miei genitori. Come se non bastasse anche la mia famiglia ha pagato il prezzo di ciò che mi è successo, perché nessuno vuole più sposare mia sorella da quando si è saputa la mia storia». Anita, come ogni donna del Kanjarbhat, ha dovuto consumare la prima notte di nozze in una camera d’albergo, prenotata dal “consiglio”, mentre giudici, parenti e altri numerosi estranei, a vario titolo, radunati davanti alla porta della stanza, aspettavano che gli venissero mostrate le lenzuola sporche di sangue, prova inconfutabile della sua “purezza”.
Per una sposa Kanjarghat, uscire dalla stanza con le lenzuola immacolate significa essere trascinata in mezzo ad una strada, umiliata e picchiata in pubblico dai parenti dello sposo per la “vergogna” procurata. Un’antica tradizione, basata sull’annichilimento del genere femminile, che, se agli occhi di molti può apparire come una palese violazione dei diritti umani, per questa popolazione nomade rappresenta uno dei pilastri della vita sociale. Le nuove generazioni, però, vivono con sempre maggiore insofferenza il perpetuarsi di simili violenze e, recentemente, hanno dato inizio ad una campagna per l’abolizione del test di verginità, portando questo tema alla ribalta dei media internazionali. Nel frattempo, la parte più conservatrice del popolo Kanjarbhat ha annunciato battaglia, minacciando di boicottare tutti i membri della comunità che non rispetteranno gli usi e i costumi tradizionali.