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Diritti umani

Il ruolo della donna: dalla Grande Madre alla vittimizzazione

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Il 20 ottobre seminario a Capua sul tema “Visione della donna tra divinità e oggetto giuridico: il cambiamento della cultura giuridica come dato per il contrasto alla violenza di genere”, promosso dall’Associazione Donne Giuriste Italia – ADGI, Sezione di Caserta, e patrocinato dalla Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo – LIDU.

 di Alexander Virgili

Nel cuore della città di Capua è possibile imbattersi in uno dei musei più interessanti d’Italia, il Museo Campano, che può vantare reperti e collezioni pregiate della Campania Felix d’epoca romana e del Meridione. Tra i suoi tesori più significativi spiccano, nella sezione archeologia, le Matres Matutae, collezione di rilievo mondiale per tali divinità del culto della Grande Madre.  Il culto della Grande Madre, millenario, affonda le sue radici ben prima dell’età classica. Nel corso dei secoli tale venerazione fu adottata da Greci e Romani. Nella mitologia romana essa rappresenta la dea del Mattino Aurora, la madre della vita, dell’inizio, della fecondità.

Tale culto si festeggiava l’11 giugno durante la stagione del raccolto, presso il Tempio Boario, vicino il porto fluviale di Roma. Non tutti potevano parteciparvi, la cerimonia era infatti riservata alle donne sposate, che si rivolgevano alla Grande Madre per chiedere favori rivolti alle sorelle, zie e a tutte coloro che non avevano ancora trovato marito e avuto figli.

Visto il gran numero di Matres Matutae rinvenute nella zona, forse quale ex-voto per ringraziare del parto felice, si è ipotizzato vi sia stato a Capua un tempio, sebbene esso non sia stato ancora localizzato con certezza.  Le Matres Matutae sono statue di donne sedute su troni, gambe leggermente divaricate e con due bimbi in fasce, realizzate in tufo. La festa, nata in onore delle matrone, divenne la festa della seconda madre, o più genericamente un vero e proprio modello di solidarietà femminile. Poiché le matres rinvenute in Campania venivano spesso raffigurate con una colomba e un melagrana, simbolo quest’ultimo della dea della terra, si ritiene che vi sia stato un diretto rimando al culto di Cerere. Partendo alla Grande Madre e dalla divinizzazione della femminilità riproduttiva dell’antichità, si può giungere, con un excursus di contrapposizioni storiche, alla realtà sociale e culturale a noi più vicina, nella quale, nonostante i tanti progressi realizzati, ancora molte donne restano a margine della società.

Questo è l’approccio seguito nell’importante seminario previsto a Capua sul tema “Visione della donna tra divinità e oggetto giuridico: il cambiamento della cultura giuridica come dato per il contrasto alla violenza di genere”, il 20 ottobre, promosso dall’Associazione Donne Giuriste Italia – ADGI, Sezione di Caserta, e patrocinato anche dalla Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo – LIDU. Nell’occasione la dr.ssa Paola Di Nicola Travaglini, Consigliere della Corte di Cassazione, presenta il suo volume “La giudice: una donna in magistratura”. Intervengono la prof.ssa Annamaria Rufino, docente di Sociologia, sul tema del diritto materno, la prof.ssa Teresa Alesci, ricercatrice, sul tema della violenza di genere e della vittimizzazione secondaria, il prof. Antonio Virgili, vicepresidente nazionale della LIDU, sul tema dei disturbi conseguenti alla violenza di genere ed alla vittimizzazione secondaria. L’incontro è moderato dall’’Avv. Anna Di Mauro, presidente dell’ADGI Caserta. Presente anche un componente del Comitato della LIDU di Napoli “G. Filangieri”.  Il seminario è ospitato dal Museo Campano di Capua. Sono concessi tre crediti formativi per gli Avvocati partecipanti.

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