Si e’ concluso, con la proiezione della commedia del 2016 “Troppe Coincidenze” il Primo Festival del Cinema Azerbaigiano, svoltosi a Roma, alla Casa del Cinema di Villa Borghese, tra il 22 e il 24 giugno 2017.
di Romolo Martelloni
I tre giorni hanno previsto un programma fitto, con 9 pellicole di cui 7 lungometraggi e 2 documentari. Il primo film ad inaugurare la rassegna e’ stato “Ali e Nino”, basato sull’omonimo romanzo caposaldo della letteratura azerbaigiana. Numerosissimo e di grande spessore il pubblico presente all’inaugurazione e anche nelle sue giornate successive. Il 23 giugno, dopo il documentario “Eternal Mission”, si e’ svolta la proiezione del film “La Tenda”, che ha commosso il pubblico con una storia dai profondi sentimenti, dimostrando l’abilità e la modernità del cinema azerbaigiano e dei suoi giovani autori. Alle 18,30 e’ stata la volta del film “Ricordi Interrotti”, dove la guerra, passata e presente, ha prepotentemente rapito gli spettatori, e, nella proiezione serale, del film “La città interna”. Il film si e’ dimostrato di grande intensità ed ha vantato la partecipazione dell’importante attrice azerbaigiana, sceneggiatrice e protagonista della pellicola Tahmina Rafaella. Nel suo intervento di introduzione al film l’artista ha sottolineato l’importanza del cinema come veicolo per parlare di vite altrui, esperienze ed emozioni, che altrimenti resterebbero sconosciute. La giornata del 24 giugno e’ stata aperta dal documentario “Sotto un unico sole”, prodotto da Arzu Aliyeva con la regia di Javid Tavakkul. L’opera e’ stata introdotta dall’ambasciatore dell’Azerbaigian Mammad Ahmadzada e dall’editore Sandro Teti, rappresentante in Italia del Centro sul multiculturalismo di Baku. L’ambasciatore nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del tema del multiculturalismo per l’Azerbaigian, paese in cui le numerose minoranze etniche e linguistiche convivono da sempre in armonia e pace. E proprio il tema della pacifica convivenza e della necessità che le tradizioni vengano tutelate e’ stato ribadito dal Dr. Teti, che ha anche ricordato come il nome del documentario sia, non a caso, lo stesso del padiglione Azerbaigian alla Biennale di Venezia 2017. Nel pomeriggio le proiezioni sono proseguite con il film “Il destino del sovrano”, che ha visto la partecipazione anche della Presidente della Fondazione della Cultura e del Patrimonio Turco Gunay Afandiyeva, in qualità non solo della sua importante carica ma anche di nipote dell’autore del libro che ha ispirato il film e figlia dello sceneggiatore dello stesso.
Nel suo intervento la Afandiyeva ha ricordato l’importanza di un’iniziativa come quella del Festival del Cinema Azerbaigiano, ringraziandone gli organizzatori. E’ stata poi la volta di “Nabat”, pellicola del 2014 che aveva già ottenuto un grande successo di critica nella 71ma edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e, per la proiezione serale, della commedia “Troppe coincidenze”. Con le immagini di un Azerbaigian e di una Baku moderna, divertente ed estremamente simile alle più famose metropoli occidentali, si è’ chiuso un Festival che in questa prima edizione ha messo in mostra con eleganza ed attenzione le potenzialità di un’industria cinematografica in grande sviluppo.
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