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Diritti umani

Nuovo rapporto UNICEF-Plan International-UN Women “Una nuova era per le ragazze”

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L’8 marzo 2020 segna 25 anni di progressi ineguali: nonostante i risultati nel settore dell’istruzione, il mondo è ancora un luogo violento e fortemente discriminatorio per le ragazze.

Il numero di ragazze che non vanno a scuola è diminuito di 79 milioni negli ultimi vent’anni.

Nel 2016, per esempio, le donne e le ragazze rappresentavano il 70% delle vittime di tratta a livello globale registrate, la maggior parte per sfruttamento sessuale.

Una ragazza su 20 fra i 15-19 anni – circa 13 milioni – ha subito uno stupro nella sua vita.

Ogni anno, 12 milioni di ragazze vengono date in sposa durante l’adolescenza e 4 milioni sono a rischio di mutilazioni genitali femminili.

Fra il 1995 e il 2016, la percentuale delle ragazze in sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è raddoppiata dal 9 al 17%, ovvero circa il doppio delle ragazze è oggi in sovrappeso (155 milioni) rispetto al 1995 (in cui erano 75 milioni).

Il suicidio è attualmente la seconda causa principale di morte fra le adolescenti fra i 15 e i 19 anni.

970.000 ragazze adolescenti fra i 10 e i 19 anni che convivono con l’HIV oggi, rispetto alle 740.000 del 1995. Le ragazze fra i 10 e i 19 anni rappresentano ancora circa 3 su 4 dei nuovi casi fra gli adolescenti nel mondo.

Due decenni e mezzo dopo la storica Conferenza sulle Donne di Pechino, la violenza contro le donne e le ragazze non è solo comune, ma anche accettata. 

 L’UNICEF, Plan International e UN Women ricordano con un nuovo rapporto – A New Era for Girls: Taking stock on 25 years of progress (“Una nuova era per le ragazze: facciamo il punto su 25 anni di progressi”) –  che oggi il numero di ragazze che stanno andando a scuola e continuano a frequentarla è il più alto di sempre, ma a questi risultati notevoli nell’istruzione non corrispondono grandi passi avanti nel costruire un ambiente più equo e meno violento per le ragazze.

Il rapporto, pubblicato in vista della 64esima sessione della Commissione sullo Status delle Donne, indica che il numero di ragazze che non vanno a scuola è diminuito di 79 milioni negli ultimi vent’anni. Infatti, per le ragazze negli ultimi 10 anni è diventato più probabile frequentare la scuola secondaria rispetto ai ragazzi.

Nonostante ciò, la violenza contro le donne e le ragazze è ancora comune. Nel 2016, per esempio, le donne e le ragazze rappresentavano il 70% delle vittime di tratta a livello globale registrate, la maggior parte per sfruttamento sessuale. Una ragazza su 20 fra i 15-19 anni – circa 13 milioni – ha subito uno stupro nella sua vita, una delle più violente forme di abuso sessuale che le donne e le ragazze possano vivere.

“25 anni fa, i governi del mondo si sono impegnati con donne e ragazze, ma hanno mantenuto solo in parte quella promessa. Mentre il mondo ha dimostrato la volontà politica di mandare molte ragazze a scuola, non è riuscito a dotarle delle competenze e del sostegno necessari non solo per plasmare il loro destino, ma anche per vivere in sicurezza e dignità”, ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore Generale dell’UNICEF. “L’accesso all’istruzione non è sufficiente – dobbiamo anche cambiare i comportamenti e gli atteggiamenti delle persone nei confronti delle ragazze. La vera uguaglianza arriverà solo quando tutte le ragazze saranno al sicuro dalla violenza, libere di esercitare i loro diritti e potranno godere di pari opportunità nella vita”.

Il rapporto è stato lanciato durante la campagna Generation Equality e per ricordare il 25esimo anniversario della dichiarazione e piattaforma d’azione di Pechino – lo storico progetto per i diritti delle donne e delle ragazze.

“È fondamentale che chiediamo ai governi di rendere conto del loro impegno a favore della storica Dichiarazione di Pechino, e questo rapporto offre un quadro completo di come appare il mondo per le ragazze a 25 anni di distanza”, ha dichiarato Anne-Birgitte Albrectsen, Chief Executive Officer di Plan International. “Le ragazze adolescenti, in particolare, soffrono di una discriminazione maggiore come risultato della loro età e genere e continuano ad essere messe da parte nelle loro comunità e negli spazi di decisione, quasi sempre invisibili nelle politiche governative. Dare potere alle ragazze adolescenti porta benefici sociali triplici – per le ragazze oggi, per le adulte che diventeranno e per la prossima generazione. Se non riusciamo a capirlo e a porre fine alla discriminazione che le ragazze continuano ad affrontare in tutto il mondo, avremo poche possibilità di realizzare le ambizioni di uguaglianza di genere stabilite nell’Agenda 2030”.

“Dal 1995 a Pechino, quando è emersa per la prima volta una specifica attenzione per i problemi delle ragazze, abbiamo sentito sempre più spesso le ragazze affermare i loro diritti e chiamarci a rendere conto del nostro operato. Ma il mondo non è stato all’altezza delle loro aspettative di una gestione responsabile del pianeta, di una vita senza violenza e delle loro speranze di indipendenza economica”, ha dichiarato il Direttore Generale di UN Women Phumzile Mlambo-Ngcuka. “Finché le donne e le ragazze dovranno impiegare il triplo del tempo e dell’energia degli uomini per occuparsi della casa, le pari opportunità per le ragazze di passare dalla scuola a un buon lavoro, in posti di lavoro sicuri, saranno fuori dalla loro portata. Per il bene di tutti questo deve cambiare e bisogna fare in modo che le competenze che le ragazze imparano siano adatte ai lavori tecnologici e digitali del futuro e che la violenza contro di loro finisca”.

Le ragazze oggi sono esposte a un rischio allarmante di violenza in ogni luogo – sia online che nelle classi, case e comunità – con conseguenze fisiche, psicologiche e sociali. Il rapporto nota che pratiche pericolose come matrimoni infantili e mutilazioni genitali femminili continuano a interrompere e danneggiare le vite e i potenziali di milioni di ragazze a livello globale. Ogni anno, 12 milioni di ragazze vengono date in sposa durante l’adolescenza e 4 milioni sono a rischio di mutilazioni genitali femminili. A livello globale, le ragazze fra i 15 e i 19 anni giustificano nella stessa misura dei ragazzi della stessa età atti di violenza fisica contro le mogli.

Il rapporto indica anche tendenze negative preoccupanti per le ragazze nel campo della nutrizione e della salute, molte delle quali erano inimmaginabili 25 anni fa. Per esempio, la globalizzazione, il passaggio dalle diete tradizionali a cibi processati e poco sani e la rapida espansione di tecniche di marketing aggressive mirate ai bambini, hanno come risultato un aumento del consumo di cibi poco sani e bevande zuccherate. Ciò ha contribuito a una crescita del sovrappeso e dell’obesità nell’infanzia e nell’adolescenza. Fra il 1995 e il 2016, la percentuale delle ragazze in sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è raddoppiata dal 9 al 17%, ovvero circa il doppio delle ragazze è oggi in sovrappeso (155 milioni) rispetto al 1995 (in cui erano 75 milioni).

Negli ultimi 25 anni abbiamo anche visto preoccupazioni sempre maggiori sulla cattiva salute mentale alimentate in parte dall’uso eccessivo delle tecnologie digitali. Il rapporto nota che il suicidio è attualmente la seconda causa principale di morte fra le adolescenti fra i 15 e i 19 anni; la prima causa è legata alla maternità.

Le ragazze rimangono anche esposte ad alto rischio di infezioni sessualmente trasmesse, compreso l’HIV, con 970.000 ragazze adolescenti fra i 10 e i 19 anni che convivono con l’HIV oggi, rispetto alle 740.000 del 1995. Le ragazze fra i 10 e i 19 anni rappresentano ancora circa 3 su 4 dei nuovi casi fra gli adolescenti nel mondo.

Il rapporto chiede interventi nelle seguenti aree:

È necessario aumentare le opportunità per le ragazze – con qualsiasi background, etnia, reddito e status sociale – di essere artefici di cambiamenti e ideatrici di soluzioni – utilizzando attivamente le loro voci, opinioni e idee in dibattiti, piattaforme e processi che riguardano il loro corpo, la comunità, l’istruzione e il futuro.

Aumentare gli investimenti in politiche e programmi per diffondere maggiormente modelli efficaci che accelerino i progressi per e con le ragazze, in linea con la realtà del mondo di oggi, fra cui lo sviluppo delle loro capacità per la quarta rivoluzione industriale e un movimento generazionale per porre fine alla violenza di genere, ai matrimoni precoci e alle mutilazioni genitali femminili.

Aumentare gli investimenti nella produzione, analisi e utilizzo di dati e ricerche disaggregati per età e per sesso in aree in cui la conoscenza è limitata – come la violenza di genere, l’acquisizione di abilità utili nel 21esimo secolo, la nutrizione e la salute mentale degli adolescenti.

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