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Salute

Marinella Ruggeri e la sfida del long covid

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Il virus ha lasciato conseguenze importanti sia in ambito cognitivo, favorendo l’annebbiamento brain fog in cui  i pazienti accusano difficoltà a mettere in atto le funzioni esecutive, la pianificazione della propria giornata, hanno bene qualcosa nella mente ma la distanza tra la traduzione di quello che hanno come pensiero in parole ed opere non è uno scherzo.

Di Francesca Rossetti

La parola Covid ci è purtroppo tristemente familiare da inizi 2020, da quando la pandemia ha colpito il mondo causando milioni di morti, una sorta di moderna guerra simile a quella Russia – Ucraina che già da diversi mesi ci fa compagnia. Tante persone che hanno avuto il Covid ne stanno subendo ancora le conseguenze, e in questo periodo in cui la quinta ondata si è abbattuta ovunque ne parliamo con la Dott.ssa Marinella Ruggeri di Messina che ha da poco pubblicato un libro in materia.

Chi è Marinella Ruggeri e come nasce l’idea di un libro dedicato al post Covid?

Sono neurologo da piu’ di 20 anni, psicoterapeuta rogersiano bioeticista,  componente del tavolo tecnico sul Long Covid a livello nazionale con l’Istituto superiore di sanità coordinato dal prof. Graziano Onder e componente del tavolo tecnico dell’Assessorato Regione Sicilia. L’idea del libro nasce dall’esigenza e bisogno manifestato da diversi pazienti che si sono rivolti a me in questi anni dopo aver avuto il Covid, manifestando una persistenza di sintomi altamente invalidanti che hanno impedito loro di riprendere i ritmi usuali di vita quotidiana, lavorativi, di studio e nel caso degli anziani è peggiorata la vulnerabilità in cui già si trovavano. Il principale scopo è quello di recuperare l’alleanza terapeutica fra medico e paziente perché il paziente in questi anni ha cercato di curarsi online e invece ha necessità di tornare ad avere fiducia nel suo medico di medicina generale il quale a sua volta deve riprendere in carico i propri pazienti partendo dall’ascolto attivo che consente poi di poter capire se siamo davanti ad una sindrome nuova come il Long Covid o a un peggioramento di una malattia precedente causato dal Covid e quindi il medico che conosce i pazienti da prima del Covid è la figura piu’ adatta a fare questa selezione e ad inviare i pazienti agli specialisti che devono fare rete con i nutrizionisti e fisioterapisti, perché solo un’alleanza terapeutica fra i vari attori coinvolti puo’ riuscire a vincere la sfida di recuperare la salute dei pazienti nel piu’ breve tempo possibile e in maniera duratura.

Quali strascichi ha lasciato il virus in persone già malate a livello fisico e psichiatrico e come è possibile superare gli stati d’animo negativi?

Il virus ha lasciato conseguenze importanti sia in ambito cognitivo, favorendo l’annebbiamento brain fog in cui  i pazienti accusano difficoltà a mettere in atto le funzioni esecutive, la pianificazione della propria giornata, hanno bene qualcosa nella mente a ma la distanza tra la traduzione di quello che hanno come pensiero in parole ed opere non è uno scherzo. Ad esempio il prof. universitario che conosce bene la lezione e ha sempre insegnato fa fatica ora a farlo perché è come se avesse dei buchi, cosi’ come la difficoltà a ritrovare alcune cose della propria giornata e a mettere in atto con gli stessi tempi e la stessa velocità quello che si faceva prima, lo studente nel riuscire ad apprendere, il bambino a scuola nel riuscire ad imparare e l’anziano che peggiora il suo stato di demenza, che magari aveva cominciato ad essere presente prima del Covid e che poi è peggiorato in maniera repentina. L’altra conseguenza è la malnutrizione, la notevole astenia psicofisica, la spossatezza, e poi nel libro sono riportate una serie di problematiche sia a carico del sistema nervoso centrale che di tutti gli altri organi apparati, lo scompenso cardiaco, la difficoltà a svezzarsi dall’ossigenoterapia, complicanze in ambito dermatologico, in particolare l’eritema pernio conosciuto grossolanamente come gelone, la cefalea, le turbe del sonno, le complicanze in ambito gastroenterologico, perché il microbiota è attaccato dal Covid, le complicanze vascolari, che sono notevoli, quindi troverete tutta una serie di problematiche e poi tutto il capitolo della conseguenza psichiatrica sia per la malattia organica che per quello che ha rappresentato una pandemia durata 3 anni : isolamento forzato, lockdown, paura, timore, la mancanza delle coccole e del contatto fisico, lo stare di piu’ attaccati alle notizie della televisione o al pc o smartphone, con tutte le conseguenze per un mondo come l’adolescenza che è in piena attività di esplorazione e relazione sociale e si è trovata invece privata di tutto questo.

Quindi strategie di coving che vanno affrontate attraverso un percorso mirato e condiviso fra gli psicoterapeuti, psichiatri, medici e spesso anche altre figure collaterali che intervengono, l’arteterapia, la musicoterapia, il mondo dei fumetti per il recupero del cognitivo e delle relazioni sociali, il bisogno di stare con gli altri, il mondo dell’esplorazione perché le conseguenze sono state nell’ambito della psiche e soprattutto per gli adolescenti con fenomeni di autolesionismo, disadattamento, abuso di alcool e smartphone, favoritismo alle dipendenze e tante altre conseguenze che invece prese in carico per tempo possono essere assolutamente sanate.

Il Long Covid è anche una sfida per la medicina di genere perché i dati dicono che c’è una frequenza dei casi doppio per la donna in età fertile rispetto all’uomo e come spiegazione scientifica ben supportata dal gruppo di medicina di genere nazionale di Elena Ortona e Walter Malorni dimostra che fattori genetici, biologici ed endocrini intervengono sulla maggiore frequenza perché la donna si difende molto bene da questi fattori nella fase acuta del Covid ma questa sua immunità molto valida diventa invece la sua nemica nel Long Covid in cui trova come ipotesi eziopatogenetica una autoimmunità persistente che attacca i vari organi. Ecco perché di donne che lamentano stanchezza cronica, fatica invalidante ne abbiamo tante proprio come manifestazione del Long Covid. L’isolamento sociale che sta diventando il male, il fenomeno dell’hikikomori in aumento e tutto il resto richiedono un urgente intervento nel favorire una serie di attività che stimolano il cognitivo e la psiche di ciascuno di noi per poterci rimettere nel mondo e in contatto col nostro corpo e con quello degli altri favorendo le relazioni.

Il ruolo del supporto psicologico e del dialogo medico – paziente

Il dialogo medico – paziente serve in modo che il paziente recuperi la sua fiducia nel medico e il medico recuperi il bisogno del paziente. C’è anche interesse a fare educazione sanitaria in cui il paziente può diventare protagonista ma non con il fai date imparato da Internet ma con le indicazioni che l’équipe medica a sua disposizione fornisce; se sono pazienti anziani anche con l’aiuto della caregiver.

Lei si occupa di autismo: come si convive con questa situazione cosi’ invalidante sia per il paziente che per i famigliari?

Non mi occupo direttamente di autismo, ho lavorato però 18 anni in INPS come Presidente di commissione per i bambini e ho visto tanti casi. Posso dire che è una situazione invalidante, che va ben inquadrata perché piu’ che di autismo si parla di disturbi di spettro autistico che sono piuttosto ampi e  all’interno dei quali ci sono dei casi piu’ gravi che se presi in tempo con tecniche di riabilitazione tipo metodo AVA possono avere dei miglioramenti anche usufruendo della musicoterapia e dell’ippoterapia e chiaramente chi prende in carico il bambino autistico deve prendere in carico anche la famiglia, c’è un grande bisogno di supporto e di guida nella gestione di questi casi. Pero’ all’interno dei disturbi di spettro ci sono dei casi meno gravi e attraverso il percorso di recupero riabilitativo precoce e mirato si possono ottenere senza dubbio dei miglioramenti fino a una qualità della vita assolutamente ragionevole.

In questo momento mi sto occupando della psicopatologia della guerra e sto portando avanti relazioni sui traumi psichici causati dalla guerra perché è necessario sensibilizzare verso quello che stiamo vivendo e avere cognizione di quello che sta succedendo, dato che come cittadini del mondo siamo chiamati a condividere questa realtà che sta accadendo in Europa e che ci deve sempre assolutamente tenere vigili e pronti all’accoglienza e alla possibilità di recuperare in qualche modo chi scappa, i bambini soldato, abbandonati, non accompagnati e le vittime di tratta e di violenza sessuale che a causa della guerra sono notevolmente aumentati.

Prossime presentazioni

Saranno sul mondo della disabilità perché mi sto occupando di SMA e SLA come specialista neurologo per l’azienda sanitaria locale di Messina e provincia per Assistenza Domiciliare Integrata – ADI. Sto seguendo la disabilità gravissima in senso lato e tutti i casi che nella pandemia erano stati gestiti a distanza attraverso il rinnovo dei piani di assistenza domiciliare con il medico di base e che invece sono stati ripresi in carico dallo specialista perché l’assistenza domiciliare sia qualitativamente migliore e supporti al massimo le famiglie.

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