Attualità
Ma Elon Musk ha detto una bugia?
Caro Presidente della Repubblica lei ha fatto bene a difendere l’immagine dell’Italia, ma Elon Musk ha fatto una affermazione che molti italiani condividono.
di Roberto Giuliano
Caro Presidente della Repubblica lei ha fatto bene a difendere l’immagine dell’Italia, ma Elon Musk ha fatto una affermazione che molti italiani condividono. Nel 1992, nel nostro Paese, c’è stato un golpe mediatico giudiziario sul quale, ancora oggi, si impedisce di istituire una commissione d’inchiesta su tangentopoli. Non a caso oggi gridano lesa maestà alla sovranità popolare proprio quelle forze politiche che di quel golpe post moderno, senza carrarmati ma con la sinergia mediatica tra toghe e stampa, ne hanno tratto beneficio e hanno svenduto le imprese italiane alla finanza angloamericana. Esiste, caro Presidente, una Italia che con la sua legittima dichiarazione, purtroppo, non rappresenta, non perché Lei non sia un galantuomo, ma perché non volendo è parte integrante di quell’area politica che oggi con la sua dichiarazione di fatto difende legittimamente, ma è di parte.
Bisogna ricordarsi che, in questi anni, giudizi negativi da parte di leader stranieri sulle nostre istituzioni, come la Presidenza del Consiglio, sono avvenuti molte volte non solo con Nicolas Sarkozy etc. ma vorrei ricordare Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, che disse: “La verità è che negli ultimi vent’anni con Berlusconi l’Italia ha avuto governi di nessuna credibilità internazionale”, dunque una offesa al popolo Italiano che lo ha voluto più volte premier votandolo. Come mai le istituzioni e i pseudo democratici del PD non dissero nulla, anzi applaudirono? Caro Presidente c’è un’Italia che non si fida, non ha stima dell’istituzione Magistratura (ricordiamoci del Referendum sulla responsabilità dei magistrati e poi disatteso) non perché non ci siano galantuomini, ma perché il sistema e il suo funzionamento, non garantisce imparzialità, non garantisce responsabilità , si perché loro non pagano mai per gli sbagli che commettono, certamente è umano sbagliare, ma l’impunità ne fa una casta, che in parte fa anche politica e, se permette, caro Presidente questo si Lei dovrebbe duramente censurare, perché vengono meno alla Carta Costituzionale. Non devo a Lei certamente ricordare il caso Palamara, oppure quello che si vuole insabbiare, mediante la scoperta di agenzie investigative o di dirigenti bancari spioni, con quello di istituzioni con la complicità, si direbbe di magistrati, che hanno deviato per ricattare la politica?
Non sono gli Italiani a delegittimare la magistratura, ma è essa stessa a delegittimarsi per come opera, sia nel penale che nel civile. Quali sono gli anticorpi? Io, caro Presidente, ne proporrei uno solo visto che il nostro sistema giudiziario in alcuni casi prevede i giudici popolari, ecco per il CSM prevederei una legge costituzionale che ne stabilisca la composizione con cittadini estratti a caso con un minimo di caratteristiche come quelle previste per i giudici popolari, questo si garantirebbe l’istituzione, i loro appartenenti e i cittadini. Certamente l’agone politico oggi non gli appartiene, ma vedere quello che sta avvenendo al Parlamento Europeo, per l’immagine del nostro Paese, dove il PD tende a rifiutare il voto ad un italiano come l’Onorevole Fitto ex democristiano, a vice presidente della Commissione Europea, persona mite e competente, la dice lunga sul senso di sovranità di certe forze politiche, ma sarebbe utile indicare che esistono momenti dove la partitocrazia, di destra e di sinistra, dovrebbe lasciare il passo al senso dello stato. Certamente il suo monito nei confronti di Musk è legittimo presidente, ma ha solo detto che il RE è nudo e se lo vedono all’estero, aldilà dei quotidiani che a volte sono strabici, lo sanno anche gli italiani che non hanno voce e che, quando gli è stata data con il referendum, li hanno bocciati.
Fonte: Le sfumature del garofano rosso
Roberto Francesco Giuliano (Catania, 1956), diplomato in chimica e laureato in Sociologia presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Dal 1972 è iscritto al PSI, nel 1978 lavora nel Sindacato degli Edili della CGIL (Fillea) e nel 1986 ricopre l’incarico di segretario generale aggiunto di Roma e nel 1990 ne diviene segretario generale del Lazio. Dal 1998 al 2000 ha coordinato un progetto Europeo Horizon sulla disabilità. Nel 2005 lavora nella segreteria del gruppo del nuovo PSI in Consiglio Regionale del Lazio, nel 2012 lavora come assistente del commissario dell’istituto Sant’Alessio Margherita di Savoia per i ciechi e gli ipovedenti.
Nel 1987 pubblica Così parlò la Sinistra (il Ventaglio), un saggio politico-psicologico sulla divisione sindacale prodottasi negli anni Ottanta, con l’accordo di San Valentino sulla scala mobile. Nel 1994 pubblica tra Passato e Futuro (il Ventaglio), un saggio di analisi politico-sindacale. Nel 2003 collaborando con il quotidiano “L’Avanti” si iscrive all’ordine dei giornalisti, e ricopre l’incarico di segretario del nuovo Psi di Roma. Nel 2008 partecipa e pubblica una ricerca sulla disabilità a Tor Bella Monaca (quartiere popolare di Roma), e nel 2009 coordina una pubblicazione sulla presenza di Garibaldi nel Lazio. Sempre nel 2009 pubblica con la casa editrice Ponte Sisto La Goccia Rossa sul Tappeto Nero, che tratta delle culture autoritarie. Nel 2016 pubblica per l’edizione Ponte Sisto La via Allegra al Socialismo, analisi di una ricerca su FB sulle aspettative che vengono attribuite e/o proiettate sul socialismo. E’ consigliere del Corecom Lazio e presidente del SIDI – Sindacato Disabili.