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Il Diritto più importante e anche il più a rischio – The most important Right and also the one most at risk
Il Diritto più importante e anche il più a rischio
Nel praticare il diritto di libertà d’espressione, dobbiamo ricordarci sempre che opinione non è “verità”.
Abitiamo in un mondo che pretende sempre di più i diritti, ma che spesso ignora i doveri e ancora più spesso dimentica che il concetto di diritti umani è, in termini storici, abbastanza giovane.
Pretendiamo questi diritti, ma proprio nel pretendere rischiamo di minacciare uno dei diritti universali più importanti, il diritto d’espressione, che insieme al primo, cioè che i diritti di tutti sono eguali e inalienabili, contribuisce a stabilire le fondamenta della Democrazia. Nel pretendere questo diritto dimentichiamo che non è assoluto ma vincolato e quindi ha dei limiti che garantiscono la sua efficacia.
Allora guardiamo questo diritto perché il dibattito pubblico, a partire dalla politica, dipende dal capire bene che il diritto all’espressione e all’opinione non è sempre quel che pensiamo.
Data Storica?
“Dio creò il mondo alle 9 del mattino del 23 ottobre, 4004AC”, oggigiorno rideremmo a una dichiarazione del genere, però nel ‘600 il Vescovo anglicano James Ussher fece questa dichiarazione dopo una meticolosa ricerca delle genealogie della Bibbia per darci una data precisa.
Purtroppo per lui, proprio in quegli anni è iniziato il periodo storico che porterà alla Dichiarazione dei Diritti Universali, l’Illuminismo. Questo periodo non era basato sulla Filosofia effimera ma sul concetto solido che lo sviluppo non era possibile senza certezze dimostrabili e in molti casi queste certezze potevano venire solo dalla Scienza in tutte le sue forme.
Il mondo del Vescovo aveva ancora in mente i castighi di uomini che oggi chiamiamo scienziati come Copernico e Galileo Galilei, che avevano messo in dubbio le parole della Bibbia perché le loro ricerche avevano cominciato a dare le prime prove concrete e, ancora più importante, verificabili, che il nostro mondo non era il centro dell’universo come una volta si pensava.
Infatti, subito dopo la dichiarazione di Ussher le prime scoperte di ossa enormi in varie parti del mondo cominciarono a smentire la precisione della sua dichiarazione e oggi nessuno può negare che la data del 4004aC non sia affatto credibile, anche se ci sono ancora persone che ci credono ciecamente.
Enciclopedia
Non fu un caso che gli stessi uomini, come Diderot, Cartesio e Voltaire, le cui opere formano la base della Dichiarazione dei Diritti Umani, crearono la prima Enciclopedia in Francia nel 1768 proprio per dare al mondo un mezzo per poter imparare, e quindi realizzare il potenziale degli esseri umani che credevano fossero uguale per tutti.
Tristemente, proprio questo aspetto sta diventando sempre più debole nel mondo d’oggi perché molti tendono a credere che “le opinioni “ siano eguali a fatti stabiliti dopo serie ricerche e prove.
In Italia abbiamo il detto che “La matematica non è opinione”, e questo vale per tutte le altre scienze. Il motivo è di una semplicità estrema che molti non vogliono più riconoscere. La matematica è concreta e dimostrabile, come anche le altre scienze vere e serie.
Nel parlare della concretezza delle prove troppi non vogliono ricordare che la scienza parte dall’ipotesi, cioè una teoria basata su ricerche ed osservazioni. Per l’ipotesi, l’equivalente scientifica dell’opinione dell’uomo qualunque, non ha alcuna validità fino alla fine delle prove rigorose e controllate e, ancora più importanti, verificabili e ripetibili, che stabiliranno la veridicità della teoria. Nel momento in cui altri possono ripetere le prove con gli stessi risultati, quella ipotesi iniziale diventa un fatto scientifico.
Quando leggiamo i commenti sui giornali, nei salotti televisivi e sempre di più sui social, ci vuol poco per constatare che molti hanno dimenticato che la Scienza non è un’opinione ma qualcosa di solido che è facilmente controllabile.
Ne abbiamo le prove in questo periodo di Covid-19 quando filmati YouTube anonimi, meme creati ad arte, e le opinioni di personaggi pubblici e influencer sono diventati, nella mente di una parte non indifferente della popolazione, più importanti e credibili dei pareri di scienziati. Vediamo il prezzo di questo atteggiamento ogni giorni nei giornali e i TG con i numeri dei nuovi contagiati e i defunti di tutto il mondo.
Purtroppo, questo atteggiamento di credere a cose non dimostrabili si estende non solo a fatti scientifici, ma ora ad ogni aspetto del dibattito pubblico con conseguenze che temiamo non abbiamo ancora capito per la nostra società civile.
Personaggi misteriosi e politici
Oggi l’esempio più eclatante di questo fenomeno di credere in cose non dimostrabili si può assumere con un lettera, “Q”.
Questo personaggio, che nessuno è ancora riuscito a identificare, è il centro del movimento QAnon che sta destabilizzando il dibattito pubblico internazionale, in modo particolare nei paesi anglofoni. Le sue “teorie” e dichiarazioni di complotti internazionali che coinvolgono uno “stato profondo” misterioso, accuse di atti orrendi da parte di politici e personaggi importanti del mondo dello spettacolo, e persino una nuova forma di antisemitismo, hanno portato ad atti violenti contro i suoi “bersagli”.
Ma il fatto più strano del suo seguito è che nessuna delle sue dichiarazioni è stata confermata. Anzi, molti di questi complotti sono stati chiaramente dimostrati come falsi, eppure i suoi seguaci continuano a diffondere le sue idee e “teorie” sotto la pretesa del “diritto d’espressione e opinione”.
Allo stesso modo politici, e in questi casi in molti paesi in tutti i continenti, e non solo anglofoni, cercano di smentire notizie per loro scomode con l’accusa di “fake news”, cioè notizie false, per cercare di mandare avanti i loro programmi politici.
In modo particolare cercano di screditare il mezzo più importante della diffusione di informazioni, la stampa, con l’effetto che indeboliscono uno dei pilastri della Democrazia. Eppure pochi riconoscono il vero pericolo di questi atteggiamenti.
Limiti ed Effetti
L’effetto di tutto questo è precisamente l’indebolimento del concetto della libertà d’espressione e d’opinione perché troppi dimenticano che questo diritto ha sempre avuto limiti. Nel pretendere il diritto in modo assoluto chiudono gli occhi alla seconda parte del diritto, contenuto persino nella Dichiarazione dei Diritti Umani del 1789, “Purché la manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla Legge”. Basta pensare che le moderne leggi di diffamazione e le leggi contro l’istigazione all’odio razziale non sarebbero possibili se non ci fossero questi limiti.
Nel praticare il diritto di libertà d’espressione, dobbiamo ricordarci sempre che opinione non è “verità”. Diffondere opinioni che si può dimostrare essere false e ingannevoli non fa parte dello spirito che portò alla Dichiarazione dei Diritti Umani del 1789, che voleva mettere fine a un sistema dove la maggior parte della popolazione era soggetta ai desideri e anche i vizi di una piccola minoranza che si credeva “superiore” per appartenenza a famiglie aristocratiche.
Il paradosso della Rivoluzione tecnologica dell’internet, il mezzo più importante per la diffusione di questi concetti pericolosi, è che senza la scienza l’internet non sarebbe stato possibile, ma è proprio l’internet che diffonde quei concetti che mettono a rischio i progressi della scienza nei due secoli e mezzo dall’uscita dell’Enciclopedia che doveva essere la prova che la scienza poteva dare all’Uomo un mondo migliore.
L’effetto di tutto questo è l’indebolimento non solo della scienza, ma anche e soprattutto dell’altro concetto fondamentale uscito dall’Illuminismo come mezzo per dare al mondo un futuro migliore, la Democrazia moderna.
Chi diffonde complotti e notizie false per screditare avversari per poi difendersi con il diritto all’espressione, non fa altro che indebolire quel diritto e rischiare che nel futuro non valga niente perché avremo dimenticato la differenza tra verità e falsità.
E la responsabilità di tutto questo non è solo da parte di certi politici, ma anche di quei cittadini che, per qualsiasi motivo, sono pronti a sacrificare uno dei diritti più importanti perché non vogliono riconoscere che le loro idee, anzi, i loro pregiudizi, non hanno alcuna base solida. Basta pensare al concetto che pensavamo sparito alla fine dell’ultimo conflitto mondiale, la purezza della razza, che di nuovo fa parte del dibattito di una parte della popolazione che rifiuta di riconoscere che abbiamo tutti gli stessi diritti, senza eccezioni.
I nostri diritti universali sono importanti, ma siamo proprio noi che li mettiamo a rischio con il nostro comportamento ed è ora che cominciamo a capire che mettiamo più a rischio proprio quello che pretendiamo ogni giorno, senza capire che ha dei limiti che dobbiamo rispettare per assicurare che la nostra vita continuerà ad essere libera, il diritto d’espressione e d’opinione, perché senza questo diritto non sarebbe possibile nemmeno il primo diritto fondamentale: “Tutti gli essere umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”…
The most important Right and also the one most at risk
In exercising the right of freedom of expression and opinion we must always remember that opinion is not “truth”.
We live in a world that demands more and more its rights but that often ignores the duties and even more often forgets that the concept is quite young in historical terms.
We demand these rights but it is in demanding them that we risk threatening one of the most important human rights, the right of freedom of speech which, together with the first, that the rights of every person are equal and inalienable, forms one of the bases of Democracy. In demanding this right we forget that it is not absolute but restricted and therefore has limits that guarantee its effectiveness.
So, let us look at this right because public debate, starting with politics, depends on understanding well that freedom of speech and opinion is not always what we think.
Historic date?
“God created the world at 9 in the morning on October 23, 4004BC”, today we would laugh at such a statement, however Anglican Bishop James Ussher made this declaration in the 17th after meticulous research of the genealogies in the Bible to give a precise date.
Unfortunately for him in those very years a historical period began that would lead to the Universal Declaration of Human Rights, the Enlightenment. This period was not based on ephemeral Philosophy but on the solid concept that development was not possible without demonstrable certainties and in many cases these certainties could come only from Science in all its forms.
The Bishop’s world still had in mind the punishment of men such as Copernicus and Galileo who today we would call scientists who had put into doubt the words of the Bible because their research had begun to give the first concrete, and even more important, verifiable proof that our world was not the centre of the Universe as once was thought.
In fact, soon after Ussher’s declaration the first discoveries of big bones in various parts of the world began to put into doubt the precision of his declaration and today nobody can deny that the date of 4004BC is not at all credible, even if there are people today who still believe it blindly.
Encyclopaedia
It is no coincidence that the men whose works formed the basis for the Declaration of Human Rights, such as Diderot, Descartes and Voltaire, created the first Encyclopaedia in France in 1768 precisely to give the world a means to be able to learn and therefore realize the potential of human beings that they believed was the same for everyone.
Sadly, this very concept is becoming weaker and weaker in today’s world because many tend to believe that “opinions” are the same as facts established after serious research and testing.
In Italy we have the saying that “Mathematics is not an opinion” and this is true for all the other sciences. The reason is of an extreme simplicity that many no longer want to recognize. Mathematics is solid and demonstrable, as are the other true and serious sciences.
When talking about concreteness of proof too many do not want to remember that science starts with a hypothesis that is a theory based on research and observation. The hypothesis, the scientific equivalent of the opinion for a normal person, has no validity until the end of rigorous and controlled and, even more importantly, verifiable and repeatable tests which will establish the veracity of the theory. In the moment that others can repeat the tests with the same results that initial hypothesis becomes a scientific fact.
When we read comments in the newspapers, TV talk shows and increasingly on the social media it takes little to realize that many have forgotten that science is not an opinion but something concrete that can easily be checked.
We have the proof in this period of Covid-19 when anonymous YouTube videos, artfully created memes and the opinions of public figures and influencers have become more important and credible than scientists in the mind of a considerable part of the population. We see the price of this attitude every day in the newspapers and TV news services when we see the numbers of the newly infected and the dead around the world.
Unfortunately, this attitude of believing in things that cannot be demonstrated extends not only to scientific facts but not to every aspect of public debate with consequences that we have not yet understood for our civil society.
Mysterious characters and politicians
The most striking example of this phenomenon of believing in things that cannot be demonstrated can be summarized with a letter, “Q”.
This person, who nobody has yet managed to identify, is the centre of the QAnon movement that is destabilizing the international public debate, particularly in English speaking countries. His “theories” and declarations of international conspiracies that involve a mysterious “deep state”, accusations of horrendous acts by politicians and prominent show business people and even a new form of anti-Semitism have led to violent acts against his “targets”.
But the strangest fact about his following is that none of his declarations have been confirmed. Indeed, many of these conspiracies have been clearly shown to be false, yet his followers continue to spread his ideas and “theories” under the pretext of “freedom of expression and opinion”.
In the same way politicians, and in these cases in many countries in all the continents and not only English speaking countries, try to discredit news that is troublesome for them with the accusation of “fake news” to try and advance their political agendas.
In particular, they try to discredit the most important means of disseminating information, the Press, with the effect of weakening of the most important support structures of Democracy. And yet few recognize the true danger of these attitudes.
Limits and Effects
The most important effect of all this is the weakening of the concept of freedom of expression and opinion because too many forget that this right has always had limits. In demanding the right in an absolute way they turn a blind eye to the second part of the right contained even in the Declaration of the Rights of Man” of 1789, “Provided that the their manifestation does not disturb the public order established by the Law”. We only have to think that modern defamation laws and laws against the incitement of racial hatred would not be possible if there were not these limits.
In exercising the right of freedom of expression and opinion we must always remember that opinion is not “truth”. Spreading opinions that are demonstrably false and deceptive is not part of the spirit that led to the Declaration of the Human Rights that wanted to put an end to a system where the majority of the population was subject to the desires and also the vices of a small minority who believed they were “superior” because they were born into aristocratic families.
The paradox of the technological Revolution of the internet, the most important means of the spread of these dangerous concepts, is that without science the internet would not have been possible but it is the internet itself that is spreading those concepts that put at risk the progress of science during the two and a half centuries since the publication of the Encyclopaedia that should have been the proof that of science would give Man a better world.
The effect of all this is the weakening not only of science but also and above all the other essential concept that came out of the Enlightenment as a means of giving the world a better future, modern Democracy.
People who spread conspiracies and news that are demonstrably false to discredit rivals to then defend themselves with freedom of expression does nothing but weaken that right and risks that it will be worth nothing in the future because we will have forgotten the difference between truth and falsehood.
And the responsibility for all this lies not only with certain politicians but also with those citizens who, for whatever reason, are ready to sacrifice one of the most important rights because they do not want to recognize that their ideas, indeed, their prejudices, have no solid foundation. We only have to think of the concept that we thought had disappeared at the end of the last World war, racial purity, that once again is part of the debate of a part of the population that refuses to recognize that we all have the same rights, without exception.
Our human rights are important but we are the ones who put them at risk with our behaviour and it is time we began to understand that we put most at risk precisely the right that we demand every day without understanding that it has limits that we must respect to ensure that our lives continue to be free, the right of freedom of expression and opinion, because without this right even the first right would be impossible, “All human beings are born free and equal in dignity and rights”….