Diritti umani
I generatori di cambiamento
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L’” Ethical & Innovation Summit” dei World Changers, promosso dall’Institute for Advance Studies and Cooperation – IASC che ha avuto luogo nella sede della Pontifica Università Lateranense il 25 e 26 novembre, ha messo in campo ricercatori, professionisti, imprenditori, consulenti di varia formazione e attività, ognuno con una visione innovativa per rispondere alle tante sfide che il pianeta pone.
di Antonio Virgili – vicepresidente Lidu onlus
Quali sono o, chi sono, i principali generatori di cambiamento ai giorni nostri? Per sentire comune diremmo la scienza e le tecnologie sicuramente, almeno per alcune delle loro applicazioni. Ma se cerchiamo dei nomi o ruoli sociali specifici, le difficoltà aumentano. Avremmo difficoltà a dire che siano gli scienziati in quanto categoria, così come non lo sono più i politici, tranne poche eccezioni. Ci sono nuove elites? In parte, si, sebbene la logica concentrica delle elites si riproduca nel tempo quasi immutabile, come ben illustrato da vari sociologi. Gli intellettuali, o presunti tali, aumentati di numero in modo abnorme, si sono depotenziati per la scarsità di idee forti da sostenere ed hanno conservato di caratteristico e specifico solo la denominazione, sempre meno significativa semanticamente.
I militari e il clero sono categorie alquanto vetuste sebbene conservino quote di leadership. Gli imprenditori, almeno quelli non sudditi del solo binomio denaro e potere (in Italia esempio di questa tipologia fu Adriano Olivetti), hanno una ulteriore quota di presenza tra questi circoli elitari. Questa breve premessa può aiutare a comprendere il senso di una iniziativa quale l’” Ethical & Innovation Summit” dei World Changers, promosso dall’Institute for Advance Studies and Cooperation – IASC. Summit che ha avuto luogo nella sede della Pontifica Università Lateranense il 25 e 26 novembre.
Vi hanno partecipato ricercatori, professionisti, imprenditori, consulenti di varia formazione e attività, ciascuno portando testimonianza di una visione caratterizzata dal desiderio di innovazione per rispondere alle tante sfide che il pianeta pone. Tutti gli interventi sono stati meritevoli di attenzione, alcuni sono risultati particolarmente coinvolgenti, probabilmente perché più di altri hanno consentito di cogliere il nesso diretto tra innovazione, sperimentazione e possibilità di cambiamento. Tra questi, quello della Dr. Christina Rahm, ricercatrice e imprenditrice, che propone la ricerca nutraceutica, dei detossificanti e farmaceutica, al servizio di una visione di miglioramento del benessere fisico e mentale e di tutela ambientale.
Del dr. Manuel Rocamora, studioso, consulente e progettista, per ottenere una progettazione delle aree di espansione urbana più sostenibile, in considerazione della crescente urbanizzazione mondiale che rischia di rendere sempre più congestionate e meno vivibili tali aree. Del dr. Todd Ovokaitys, medico ricercatore nel campo della rigenerazione neuronale, che sta ottenendo lusinghieri risultati nell’aiutare le persone a riacquistare la propriocezione corporea e la mobilità di aree paralizzate. Ambiti scientifici e operativi molto diversi tra loro ma nei quali si vive la sfida dell’innovazione, una sfida che i partecipanti al Summit hanno accettato e rilanciato, con il valido coordinamento della Dr. Karen Floyd e la sapiente regia del Prof. Gabriele Andreoli, Presidente dell’Institute for Advance Studies and Cooperation.