Ambiente & Turismo
Domenico Scotti racconta ‘l’altra faccia’ di Ponza, non soffermandosi al suo ‘cristallino mare’
Il faro di Zannone: “questo antico sovrano che, seppur spodestato dagli uomini, dall’alto del suo trono, continuera’ ad indicare al suddito mare e ad ogni navigante la giusta rotta…”
di Giordana Fauci
I ‘Custodi della Terra di Ponza’ è questo il nome di un’associazione di viticoltori nonché di guide ambientalistiche, pescatori e, invero “artigiani del gusto”: un’associazione nata nel 2018 ed a cui appartiene Domenico Scotti, perdutamente innamorato della sua terra, nella quale è nato e per la quale non può fare a meno di prodigarsi ancor oggi.
Pertanto ‘I Custodi della Terra di Ponza’ e Domenico Scotti in primis si pongono lo scopo di far conoscere ancor meglio l’isola, erroneamente nota per la straordinarietà del suo mare.
Un obiettivo ambizioso ma, in ogni caso, non impossibile, perché è sufficiente puntare non al solo ampliamento della stagione turistica dell’isola, bensì alla valorizzazione del suo immenso patrimonio in ogni stagione dell’anno.
Basti pensare alla presenza dei non pochi ristoranti – di cui uno addirittura stellato – e delle numerose trattorie e locali che, invero, sono presidio di tipicità dimenticate quali la mostarda di Ponza, senza dimenticare la prelibatezza del locale vino… L’ottimo Biancolella!
Ma non è tutto! Perché Ponza merita di essere apprezzata finanche per altro.
E, così, Domenico Scotti si prodiga nel condurre gli escursionisti lungo i sentieri dell’arcipelago pontino quando la bella stagione volge al termine, conducendoli tra essenze aromatiche con vista faro e ginestre in fiore, soprattutto nell’area naturalistica dell’isola di Zannone.
…Perché Domenico Scotti desidera far conoscere ‘l’altro volto di Ponza’: quello che va ben oltre l’evidenza del suo straordinario mare cristallino.
“La nostra è anche un’isola di contadini…”: sottolinea, quindi, Domenico Scotti, senza dubbio una delle più esperte guide naturalistiche di Ponza, di cui conosce perfettamente ogni angolo, ovvero la sua storia e le sue più antiche tradizioni, quali la costruzione delle nasse utilizzate dai pescatori per la pesca, o dei cesti usati, invece, dagli agricoltori per la raccolta dei frutti.
…Oggetti costruiti con piante locali da abili artigiani del luogo, nel pieno rispetto della natura e di ogni sua creatura.
…Artigiani che, ad onore del vero, sono sempre meno e, probabilmente, col tempo scompariranno.
Perciò Domenico Scotti, giustamente orgoglioso delle bellezze di Ponza, non può non rammaricarsi pensando a tanti e tali tesori che andranno perduti.
Né può fare a meno di sottolineare la presenza di ben quattro fari presenti alle Isole Pontine: tutti ancora perfettamente funzionanti ma che, a breve, vista la tecnologia sempre più ‘imperante’, non lo saranno più.
Ed a proprio questo pensiero a rattristire ancor di più il saggio Scotti che, perciò, è arrivato a comporre versi per l’amato Faro di Zannone così declamando: “Questo antico sovrano che, seppur spodestato dagli uomini, dall’alto del suo trono, continuerà ad indicare al suddito mare e ad ogni navigante la giusta rotta…”.
…Versi profondi e, anzi, commoventi, colmi di amore per una terra che non si può abbandonare ed in cui Scotti lavora come titolare della struttura Le Querce.
Un uomo, dunque, pienamente conscio dell’importanza del turismo che, tuttavia, non deve rappresentare l’unica fonte economica dell’isola.
“Una terra che testimonia una secolare agricoltura eroica in cui gli antichi romani giungevano per depredare gli isolani di legname, al fine di costruire navi… Una terra che, ancor oggi, orto per orto, vigna per vigna, si preserva terra fertile in micro-appezzamenti…“, conclude convinto Domenico Scotti.
…Un’isola che, quindi, merita di essere conosciuta ancor meglio.
Perché Ponza rappresenta, oltretutto, “un presidio di bio-diversità, con le sue otto sottospecie di ginestra, di cui una endemica…“, prosegue ancora Scotti.
E molti, del resto, sono gli isolani che condividono i suoi pensieri.
I giovani, in primis, che, perciò, hanno deciso di restare a vivere tutto l’anno a Ponza.
…Un amore provato dagli stessi figli di Scotti che, di certo, non potranno proseguire l’attività del padre, che ha avuto la fortuna di crescere felice e vivere ancor oggi su “un’isola tanto straordinaria, con quel suo caratteristico porto mediterraneo e con le sue innumerevoli, coloratissime abitazioni…”, come lui stesso chiarisce.
…Perché “pesca, caccia e agricoltura sono le nostre passioni: passioni che, però, è ora che diano frutti e reddito a chi qui si spezza la schiena per vendemmiare da uve autoctone, ancora coltivate senza portainnesto americano e dalle quali si ricava un vino oltremodo eccellente…”, afferma con assoluta convinzione Scotti, fiero per il progetto di valorizzazione in esame presso la Camera di commercio di Latina, affinché l’isola arrivi finalmente ad avere una dimensione commerciale, “crescendo di ben 50 ettari…”.
…Obiettivi che Domenico Scotti ritiene tranquillamente raggiungibili: “Basti pensare che oggi la Biancolella locale ha particolare successo tra eno-appassionati e critica di settore…”.
Queste le parole conclusive di Domenico Scotti, oltremodo certo che Ponza debba essere valorizzata ancor di più: “Non solo continuando ad occuparsi di turismo estivo e subacqueo – indubbiamente “punti forti” per l’economia isolana – bensì dello sviluppo di altri settori, parimenti meritevoli… E, forse, ancor di più. Perché, di certo, utili all’economia di Ponza per l’intero anno anziché nella sola bella stagione…”.
Credit Photo Damiana Cicconetti