Attualità
Disinformazione e media: la vittoria di Trump
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Come previsto dagli analisti più seri Trump ha vinto! Ma i media italiani hanno negato questa verità oggettiva nel corso della campagna elettorale in Usa, mistificando anche i dati reali dei sondaggi americani.
di Mara Ferragina
Come previsto dagli analisti più seri Trump ha vinto! Non commento politicamente la sua vittoria.
Ciò che qui mi preme sottolineare è la mancanza di serietà ed autorevolezza della gran parte della stampa italiana. I nostri giornalisti più che analizzare realisticamente i fatti si dedicano a narrare le proprie opinioni, o meglio a proiettare i propri desideri, nel caso di specie la vittoria di Kamala!
Che è tutt’altro rispetto ad una professione seriamente esercitata.
Così per settimane ci hanno raccontato della corsa vincente della Harris, del suo incredibile recupero, della concreta capacità di assicurarsi la vittoria, ignorando, più o meno in mala fede, l’ammonimento di Luttwak circa i sondaggi americani, quelli veri affidati ad analisti di altissimo calibro, i cui risultati, di certo non dati in pasto a certo parlottio mediatico, rappresentavano esiti ben diversi da quelli mistificati nelle ultime settimane.
Esattamente come nel 2022 preconizzavano la fine del mondo a seguito della vittoria della nostra attuale Premier! A quell’epoca mi trovavo a NYC, che non è l’America profonda, e posso assicurare che il climax intorno alla Meloni era ben diverso da quello raccontato dalla stampa nostrana. Cartina al tornasole la mancanza di oscillazioni a Wall Street!
La quale già ieri l’altro aveva promosso Trump! Vero è che la sua vittoria era data per certa da tempo e tutto il resto si è dimostrato una inutile narrazione fantastica cui i nostri giornaloni, o giornalini che dir si voglia, hanno dato la stura facendosi cassa di risonanza l’un con l’altro!
Smentiti dai fatti, pur prevedibili, precipitano nel ridicolo se non nel grottesco.
E qui sorge l’interrogativo. È questa la qualità dei media a cui ci dobbiamo affidare per avere notizie non manipolate? È proprio così difficile l’esercizio intellettualmente onesto di una professione che ha il compito di informare e non disinformare i cittadini? Con quale beneficio e per chi? Per i grandi opinionisti la cui vocazione ultima è quella di prendere un seggio in Parlamento dopo essersi messi al “servizio di”?!
È possibile che non si rendano conto che per quanto frastornati dal bombardamento di racconti( non riesco proprio a chiamarle notizie), alla fine ognuno mette in funzione i propri neuroni e nel segreto delle urne libera la propria capacità critica?
Domande retoriche, lo so, l’abbrivio è triste, senza cambiamenti di rotta neanche davanti all’evidenza!
Povera Stampa, ridotta ad Arlecchino servitore sciocco!