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“Permanent record”

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di emigrazione e di matrimoni

“Permanent record”

Sul protagonista, che oggi vive in esilio in Russia e che è contemporaneamente un ex hacker e un ex agente della CIA nonché dell’NSA, il regista Oliver Stone ha realizzato un film, nel quale racconta il dramma di quest’uomo che finirà con il denunciare al mondo il sistema illecito di controllo globale attuato dagli Stati Uniti d’America, la sua patria.

Edward Snowden: in lui c’è tutto il dramma dell’eroe romantico, di chi per rimanere fedele deve tradire, di chi abbandona una vita di privilegi e potere per l’ignoto.
Il suo gesto è potente, irriverente, totalizzante. Certo, non senza critiche da una gran parte dell’opinione pubblica e dell’establishment americano (che lo accusa di tradimento).
Ma quali sono i limiti, in termini di leggi e diritti umani, che un individuo deve e può superare in nome del suo paese? Se abbiamo voluto il processo di Norimberga, e in seguito delle leggi internazionali sui diritti dell’uomo, perché poi si dovrebbe chiedere di infrangere i veri divieti che ci siamo imposti? E se un uomo si spinge fino ad alienarsi da tutto quello in cui crede (ossia il bene comune), cosa gli rimane? Che uomo è? Mi chiedo quali orrende verità Snowden abbia dovuto assecondare fino al raggiungimento di un punto di rottura.

In questo nuovo libro c’è in verità poco di innovativo, e la scrittura si concentra di più sulla sua infanzia e sulle ragioni a monte della sua decisione; tuttavia il titolo “Permanent record” fa accapponare la pelle, è come dire “immortale” malgrado la tua volontà, è di per sé già un’alienazione.
Sul protagonista, che oggi vive in esilio in Russia e che è contemporaneamente un ex hacker e un ex agente della CIA nonché dell’NSA, il regista Oliver Stone ha realizzato un film, nel quale racconta il dramma di quest’uomo che finirà con il denunciare al mondo il sistema illecito di controllo globale attuato dagli Stati Uniti d’America, la sua patria.

La questione narrata è complessa e il potente nemico si perde in un gioco di specchi, di sospetti e accuse. Una cosa però appare certa, al di là di ogni retorica e considerazione umana: la tecnologia è la vera protagonista degli eventi degli ultimi decenni, e sta prendendo il sopravvento.
Se Snowden è colpevole di tradimento non è l’unico, ma di certo è in una posizione di netto svantaggio: le istituzioni, quelle che dovrebbero difendere la democrazia e la sicurezza (di chi verrebbe da chiedersi) sono ancora lì con nuove armi digitali e tecnologie, sempre più agguerrite, sempre più sicure, sempre più presenti.
Qualcosa mi dice che nel torbido di questa storia scompaiono i nostri diritti umani, si perdono le promesse di democrazia e uguaglianza.

“Permanent record” è quindi un libro che presenta quanto si trova alla base del “Capitalismo della sorveglianza”, ovvero quella complessa macchina di registrazione e gestione delle informazioni che, grazie al Big Data, all’intelligenza artificiale e agli algoritmi, si prefigge di controllare e “indirizzare” il genere umano, e che sembra dirigersi alla governance globale.

 

di emigrazione e di matrimoni

“Permanent record”

On this ex-hacker character, former CIA and NSA agent today exiled in Russia, director Oliver Stone made a film in which he recounts the drama of this man who will end up denouncing the illegal global control system to the world implemented by the United States of America, its homeland.

Edward Snowden, in him there is all the drama of a romantic hero, of those whom, to remain faithful, must betray, of those who abandon a life of privileges and power for the unknown. His gesture is powerful, irreverent, totalizing. Certainly not without criticism from a large part of public opinion and the American establishment that accuses him of treason, but what are the limits in terms of laws and human rights that an individual must and can overcome in the name of his country? And if we wanted the Nuremberg trial and international laws on human rights, then is it right to ask someone to break the very same prohibitions that we have imposed on ourselves. And if a man goes so far as to alienate everything he believes in, the common good, what’s left? What man is he?

Of course, I wonder what horrendous truth Snowden had to indulge to the get to breaking point. In his new book there is actually little new and the writing focuses more on his childhood and on the reasons behind his decision, but the title “Permanent record” makes the skin crawl, and it is like to punish every single individual to eternity against their will, is in itself already an alienation. On this ex-hacker character, former CIA and NSA agent today exiled in Russia, director Oliver Stone made a film in which he recounts the drama of this man who will end up denouncing the illegal global control system to the world implemented by the United States of America, its homeland. Certainly, the issue is complex and the enemy powerful, all is lost in a game of mirrors, suspicions and accusations. One thing seems certain beyond all human rhetoric and consideration, technology is the real protagonist of the events of the last decades and is taking over.

If Snowden is guilty of treason it is not the only one, but he is certainly in a position of clear disadvantage. The institutions, the ones that should defend democracy and security (of whom one might wonder) are still there, with new digital weapons and technologies, more and more aggressive, always safer, more and more present. Something tells me that in the turmoil of this story our human rights disappear, the promises of democracy and equality are lost. Permanent record remains a book to read that introduces us to what underlies the “surveillance capitalism” the complex machine for recording and managing information, which thanks to Big Data, artificial intelligence and algorithms, aims to control and “direct ” the human race and that it seems to be addressed to global governance.

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