Italia
Smog: comitato salubrità aria, fermo auto palliativo, problemi da edifici malsani e canne fumarie
Claudio Del Medico Fasano: “La grossa responsabilità è assoggettabile agli edifici vecchi, malsani nonchè tecnologicamente inadeguati”
di Romolo Martelloni
ROMA, 30 dicembre – “il fermo delle auto o la circolazione a targhe alterne, sono un palliativo di bassissimo spessore tecnico-scientifico. E’ lo stesso risultato ottenuto curando l’influenza con una semplice aspirina: inefficace. Certamente togliere i fumi di scarico delle auto qualcosa otteniamo, a parte l’irritazione dei cittadini che per quell’auto pagano tasse e costi gestionali elevati, un modesto abbassamento dei valori inquinanti ma non basta”. Lo scrive, in una nota, il Presidente del Comitato Nazionale per la salubrità’ dell’aria, Claudio Del Medico Fasano. Scrive Fasano: “La grossa responsabilità, lo predichiamo da anni ed il Protocollo di Kyoto lo segnala da tempo, è assoggettabile agli edifici vecchi, malsani (costruiti con materiali tossici e invasi da gas Radon) nonchè tecnologicamente inadeguati. Siamo giunti alle soglie del 2016 per verificare la situazione d’impotenza in cui gravano le amministrazioni comunali a causa del vuoto legislativo dei vari governi e ministeri per l’ambiente, su questo specifico tema. L’emergenza ambientale è seria e da non sottovalutare. Mentre nel quotidiano potremmo fare molto di più”. I vari sindaci ed assessori sanno bene, ma evitano di dirlo alla popolazione, avverte Fasano “che le PM10 sono provocate soprattutto dall’emissione dei gas combusti derivanti dai riscaldamenti (abitazioni, scuole, luoghi di lavoro, aziende, ecc., quindi dagli edifici in genere) e che tali emissioni possono essere fortemente ridotte con dellesemplici ma determinanti integrazioni tecniche sugli edifici esistenti mentre per le nuove costruzioni andrebbero privilegiate, con norme più severe, quelle dotate di isolamenti e materiali totalmente ecologici in una “vera” Classe A+ non come spesso avviene, solo sulla carta. Non possiamo continuare a ristrutturare centinaia di vecchie case, edificate negli anni cinquanta quindi frutto di un’edilizia “povera” e non storica, peraltro a costi esagerati, che “mai” raggiungeranno livelli di impatto ambientale “zero” per abbattere l’inquinamento atmosferico dovuto proprio alla combustione necessaria per il loro riscaldamento”. Per non parlare infine della pubblica amministrazione. “Ci sono centinaia di uffici, anche direttamente gestiti dai bilanci comunali, regionali o statali che utilizzano ancora impianti centralizzati o malamente gestiti dal personale addetto – rileva Claudio Fasano – nei quali spesso ritroviamo radiatori bollenti e finestre aperte; oltre che sprecare combustibile, quindi denaro dei cittadini, si crea inquinamento ambientale da PM10. Questi vecchi edifici peraltro agevolano l’ingresso del Gas Radioattivo Radon”.