Attualità
Si può restare umani nel mare del digitale, e in che modo?- Finding balance in the Digital Age

Si può restare umani nel mare del digitale, e in che modo?
di Carmelina Micallef
In un mondo che cambia rapidamente, sviluppare il pensiero critico è più importante che mai. Le complessità del Ventunesimo secolo ci spingono a riflettere attentamente sulle informazioni che riceviamo, a distinguere tra fatti e opinioni e a prendere decisioni informate. Questo approccio è fondamentale per affrontare questioni che toccano direttamente la nostra vita, come il lavoro, l’instabilità economica, i conflitti globali e la salute. Ma cosa significa realmente pensiero critico? E come può aiutarci a navigare nelle sfide moderne, potenziando l’attenzione, gestendo lo stress, e migliorando i processi di apprendimento? Esploriamo insieme questa abilità per scoprire come possa fare la differenza nella nostra vita quotidiana.
Nell’era digitale, siamo sommersi da un flusso ininterrotto di informazioni che spesso risultano difficili da decifrare. Internet ci offre un accesso immediato a una quantità infinita di risorse, ma non tutte sono affidabili. Qui entra in gioco il pensiero critico, uno strumento prezioso e silenzioso che ci consente di esaminare attentamente i contenuti e riflettere prima di formarci un’opinione su qualsiasi argomento. Sia i giovani che i meno giovani, che non esercitano il pensiero critico, possono facilmente cadere vittime delle pressioni sociali, adottando comportamenti rischiosi nel tentativo di conformarsi e sentirsi accettati, piuttosto che restarne esclusi. Questo fenomeno si osserva quando si inseguono ciecamente le mode, senza considerare le possibili conseguenze.
Il pensiero critico è essenziale in molti campi, ma qui vorrei concentrarmi sull’istruzione, un ambito che mi tocca da vicino e che mi sta particolarmente a cuore. Nel contesto educativo, il pensiero critico permette agli studenti di sviluppare argomentazioni e porre domande, a prescindere dalla materia studiata. Nell’apprendimento della lingua inglese, si manifesta attraverso discussioni e dibattiti, riflessioni sulle differenze culturali e la pratica della comunicazione orale. Queste esperienze attive, oltre che a promuovere una mentalità più aperta e curiosa, migliorano la padronanza della lingua e la fiducia nel comunicare idee con maggiore sicurezza e naturalezza.
Le emozioni influenzano notevolmente i nostri pensieri, le scelte e i comportamenti, modellando il modo in cui interpretiamo le informazioni e prendiamo decisioni. Ad esempio, a seconda del nostro stato d’animo, possiamo percepire una situazione come una sfida stimolante o come un ostacolo insormontabile. Qui subentra il pensiero critico, aiutandoci a valutare ciò che sentiamo in modo obiettivo, a considerare altre prospettive e a prendere decisioni più informate. Grazie a questa innata presa di coscienza, possiamo evitare di venire sopraffatti dalle emozioni, utilizzando la ragione per affrontare meglio situazioni complesse e cercando di mantenere un equilibrio tra emozione e razionalità.
In passato, l’educazione era basata sull’apprendimento mnemonico e la trasmissione di conoscenze consolidate, mirata a creare individui capaci di richiamare informazioni con precisione, per soddisfare le esigenze dell’economia industriale. Il pensiero critico era meno rilevante, poiché si richiedeva una manodopera capace di seguire istruzioni e svolgere compiti ripetitivi con un’enfasi sulla produttività. Gli insegnanti erano l’unica autorità e gli studenti assorbivano passivamente le nozioni.
Il sistema educativo contemporaneo ha rivoluzionato questo approccio, promuovendo il pensiero critico come strumento per formare individui capaci di adattarsi ai cambiamenti del mondo moderno. Importante è riconoscere che non esiste una formula educativa migliore o peggiore in assoluto, poichè entrambe rispondono alle esigenze specifiche del loro contesto storico. Ogni approccio ha i suoi meriti e limitazioni, riflettendo le diverse priorità di un’epoca. Volendo, anche questo potremmo leggerlo come un esercizio di pensiero critico, poichè ci invita a valutare, senza trarre conclusioni affrettate.
Una domanda che possiamo sicuramente porci è: le macchine potranno sostituire l’uomo nell’era digitale? E noi, come dovremmo reagire di fronte a questa realtà apparentemente inevitabile?
Nonostante le previsioni di un’automazione crescente, le caratteristiche umane come la creatività, l’empatia e l’intelligenza emotiva rimangono, fino a questo momento, difficili da replicare. Le professioni che richiedono un contatto diretto con le persone, restano al di fuori della portata delle macchine, suggerendo un futuro in cui la tecnologia e l’uomo lavorano insieme unendo logica e creatività.
Oggi, molte persone si trovano in difficoltà e faticano sempre di più a trovare un significato nelle loro azioni quotidiane. Per mantenere vivi i rapporti umani, è essenziale riscoprire la nostra vera essenza, sfruttando le risorse innate che ci caratterizzano e che nessun algoritmo potrà mai sostituire! Anche se la tecnologia avanzasse al punto di imitarci perfettamente, dobbiamo ricordare che rimarrebbe comunque una copia, una macchina che ha appreso da noi a cui abbiamo dato un potere, sia per il bene che per il male.
Il pensiero critico è un’abilità universale, ma non tutti sanno come coltivarla.
Può restare sulla superficie o scavare in profondità, può segnare nuovi inizi oppure la fine di ogni cosa. Talvolta può persino irritare chi preferisce di non pensare!
Allenarsi al pensiero critico nel tempo che viviamo può segnarci ancora la strada, non solo favorendo lo sviluppo individuale, ma contribuendo al benessere della società nel suo insieme.


Finding balance in the Digital Age
By Carmelina Micallef
In a rapidly changing world, developing critical thinking is more important than ever. The complexities of the 21st century push us to carefully think about the information we receive, to distinguish between facts and opinions, and to make informed decisions. This approach is crucial for dealing with issues that directly impact our lives, such as work, economic instability, global conflicts and health. But what does critical thinking really mean? And how can it help us face modern challenges by enhancing attention, managing stress, and improving learning processes? Let’s explore this skill together to discover how it can make a difference in our daily lives.
In the digital age, we are flooded with a continuous flow of information that is often difficult to decipher. The internet provides immediate access to an infinite number of resources, but not all are reliable. This is where critical thinking comes in, a valuable tool that allows us to carefully examine content and to deeply reflect before forming an opinion on any subject. Both young people and adults who do not practice critical thinking can easily fall victim to social pressures, adopting risky behaviours to conform and feel accepted, rather than being excluded. This phenomenon is evident when people blindly follow trends without considering the possible consequences.
Critical thinking is essential in many areas, but here I want to focus on education, a field that is particularly close to my heart. In the educational context, critical thinking enables students to develop arguments and ask questions, regardless of the subject being studied. In learning English, it shows through discussions and debates, reflections on cultural differences, and the practice of oral communication. These active experiences not only improve speaking, but also promote a more open and curious mindset.
Our feelings greatly affect how we think and act, shaping how we interpret information and make choices. Depending on our mood, we might see a situation as a stimulating challenge we can overcome or as a problem too big to solve. Critical thinking helps us look at our emotions objectively and consider different points of view. By becoming more aware of this, we can avoid being overwhelmed by our feelings and use logic to deal with complex situations better, finding a balance between our emotions and our rational thoughts.
In the past, education primarily focused on memorization and learning established facts. This approach aimed to create individuals capable of recalling information quickly and accurately, meeting the needs of the industrial economy. In that context, critical thinking was less relevant, as workers were required to follow strict and repetitive instructions with an emphasis on productivity. Teachers held absolute authority, and the students absorbed prescribed knowledge. The current education system has shifted to prioritize critical thinking as an essential skill for individuals to better adapt to the modern world.
It is important to recognize that there is no best or worst educational approach, as both respond to the specific needs of their historical context. Each has its merits and limitations, reflecting the different priorities of an era. This too, could be an exercise in critical thinking, as it invites us to evaluate without jumping to conclusions.
One question we might ask is: can machines replace humans in the digital age? And how should we respond to this apparently unavoidable reality?
Despite the projections of increased automation, qualities such as creativity, empathy, and emotional intelligence still remain challenging for machines to replicate. Professions that rely on human interaction stay human, suggesting a future where technology and man can combine reasoning and creative expression.
In today’s world, many people struggle to find meaning in their daily lives, which can strain human connections. To keep relationships strong, we need to rediscover our true nature as humans, which makes us unique, and that no algorithm can ever replace! Even if technology becomes advanced enough to imitate us perfectly, it is only just a copy, a machine that learned from us, for better and for worse.
Critical thinking is a skill everyone can learn, but not everyone knows how to do it.
It can be superficial or deep; it can spark new beginnings or bring things to an end. Sometimes, it can even irritate those who prefer not to think at all!
For sure, it can support not only our personal growth, but the well-being of our present society as a whole.