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Omofobia, sì della Camera ma senza il Pdl

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omofobia-baci-gay-5-stelleLa legge si avvia al Senato, ma già alla Camera la maggioranza si spacca sugli emendamenti Verini e Gitti

Roma, 20 settembre – Con 228 voti a favore, 57 contrari e 108 astensioni via libera alla Camera per la legge sull’omofobia. La parola ora spetta al Senato ma la legge in prima battuta spacca la maggioranza: il provvedimento passa con il voto favorevole di Pd e Scelta civica, quello contrario del Pdl e l’astensione di Sel e grillini. L’emendamento, che estende ai reati fondati sull’omofobia o transfobia le aggravanti previste dalla legge Mancino, presentato da Walter Verini (Pd), fa saltare l’accordo Pd-Pdl. In particolare il secondo comma dell’emendamento a firma Verini, che estende ai reati di omofobia e transfobia le aggravanti gia’ previste dalla legge Mancino per i reati commessi per motivi di natura razziale o religiosa, passa con 354 si’ e 79 no, con Pd, Scelta civica, Sel e M5s a favore e Pdl e Lega contrari. Forte polemica anche per un  subemendamento presentato dal deputato di Scelta Civica Gregorio Gitti, che sancisce che non costituiscono discriminazione aggravata dall’omofobia, come prevede la legge Mancino,  le opinioni “assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attivita’ di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”. In altre parole le opinioni o le manifestazione di convincimenti espresse dagli iscritti a tali ‘associazioni di tendenza’ non costituiranno discriminazione, ne’ istigazione alla discriminazione, quindi nessun reato. Votato a scrutinio segreto e’ passato con 256 si’ e 228 no, lasciando a detta del presidente Arcigay Flavio Romani, ruoli e luoghi di immunita’ rispetto alla nuova norma. “Anziche’ cogliere l’occasione di proiettare l’Italia verso un modello europeo, – ha detto Romani – questa legge rischia di certificare l’arretratezza di questo Paese, istituzionalizza la discriminazione e l’infamia ed elegge zone franche in cui l’odio puo’ essere coltivato.” Il tutto con l’opposizione plateale dei deputati del Movimento cinque stelle,  che al momento del voto si baciano e abbracciano in aula in forma di protesta ed espongono cartelli  che rivendicano “più diritti”.

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