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Mille nuove parole nell’edizione 2023 del Dizionario Zingarelli

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Adultizzare, Boomer, Docuserie, Cat-calling, Fat-shaming… Sono questi alcuni dei termini inclusi nello storico Dizionario Zingarelli 2023, nella sua versione digitale

 di Damiana Cicconetti

Mille nuovi termini sono stati inclusi nell’edizione 2023 del Dizionario Zingarelli, di recente pubblicazione: vocaboli che provengono dal parlato comune e, senza dubbio, dal mondo che è – e non potrebbe non essere – in continua evoluzione.

Adultizzare, Boomer, Cat-calling, Fat-shaming: sono proprio questi alcuni dei nuovi termini inclusi nello storico Dizionario Zingarelli 2023, nella sua versione digitale.

Lo Zingarelli, come è a tutti noto, è un celebre vocabolario italiano che, ogni anno, aggiorna le nuove parole che provengono dal comune parlare.

Per quest’anno sono esattamente mille i vocaboli indicativi di un mondo in continua evoluzione, rispettoso oltretutto di uno stile di vita sostenibile, senza dubbio al passo con le più moderne tecnologie.

Non a caso, le parole che entreranno a far parte della lingua italiana – e che, invero, già da tempo ne fanno parte, visto che si utilizzano frequentemente, oltre che nel parlato, finanche nello scritto – sono prese in prestito, spesso, da altre lingue o, in ogni caso, risultano legate a tematiche sociali oltremodo attuali.

Vediamo, dunque, quali sono i termini più in auge per il 2023, scoprendone, al contempo, origini e significati.

Adultizzare: un verbo che, come chiarisce lo stesso sito della Treccani, significa “rendere adulto, far diventare adulto”. Dunque, un verbo che indica la tendenza ad investire i bambini di responsabilità ed abitudini proprie degli adulti, così rischiando di privarli della serenità e della spensieratezza che, in genere, deve/dovrebbe caratterizzare la loro infanzia.

Algocrazia: nel libro “Introduzione ai media sociali”, uscito nell’anno 2013 e di cui sono co-autori Alessandro Delfanti e Adam Arvisson, il vocabolo descriveva “un  ambiente digitale di rete in cui il potere è esercitato in modo sempre più profondo da programmi informatici alla base di piattaforme mediatiche…”. Gli algoritmi, quindi, rendono possibili alcune forme di interazione e di organizzazione, pur ostacolandone, inevitabilmente, altre.

Boomer: lo stesso sito dell’Accademia della Crusca chiarisce il significato del termine, “un appellativo ironico e spregiativo attribuito a chi mostra atteggiamenti o modi di pensare ritenuti superati dalle nuove generazioni…”. Non a caso, il termine fa riferimento ad altro: “BabyBoom”, un periodo di incremento demografico che ha riguardato molti Paesi occidentali al termine della Seconda Guerra Mondiale, negli anni 19461964.

Catcalling: un vocabolo che, di certo, ognuno di noi avrà – suo malgrado! – avuto modo di sperimentare sulla propria persona. Un termine che, in passato, fin dalla metà del Settecento, indicava l’atto di fischiare a teatro artisti poco graditi e che, perciò, attraverso quei fischi di disapprovazione, venivano denigrati. Oggi, invece, il Cat-calling indica una vessazione bella e buona, provocando altresì disagio sia a donne che a uomini, con apprezzamenti non graditi né richiesti… In pratica, si tratta di una sorta di bullismo causato dall’utilizzo di commenti non richiesti quali fischi, sorrisi, attenzioni non sollecitate e, finanche, “strombazzate” con auto.

Docuserie: è una parola in continua ascesa, a causa della diffusione delle piattaforme di streaming. Un vocabolo che riguarda le produzioni mediatiche televisive che proiettano documentari e che, invero, possono essere sia puntate di documentari televisivi sia film documentari per la TV.

Fat-shaming: si tratta di un vocabolo evidentemente preso in prestito dall’inglese e con il quale si indica una grave discriminazione nei confronti di chi ha un corpo non conforme ai canoni imposti dalla società e, più in particolare, chi è “grasso”.

Green-washing: anche in tal caso ci troviamo, indubbiamente, di fronte ad un neologismo derivante dalla lingua inglese. Il termine indica “un ecologismo di sola facciata…” adottato da talune imprese, organizzazioni o istituzioni politiche come mera strategia di comunicazione, invero finalizzata a costruire un’immagine di se ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale ma che, poi, ha scopi ben diversi, visto che intende distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente derivanti proprio dalle loro attività e prodotti.

Metaverso: il vocabolo, nella letteratura futuristica e nella fantascienza, indica un’ipotetica – quanto probabile – interazione di Internet come un mondo virtuale, finanche attraverso l’utilizzo di cuffie per consentire di “immergersi” nella realtà virtuale o nella realtà aumentata. Questa parola è salita alla ribalta dopo essere stata utilizzata dal proprietario di Facebook Mark Zuckerberg, ovvero per presentare l’evoluzione della piattaforma sociale e del web in un futuro che è, ormai, prossimo. Un concetto che, quindi, prefigura un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi, popolati da avatar.

Sindemia: come si legge in Treccani, il vocabolo indica l’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione di due o più patologie epidemiche. Il che non può non comportare ripercussioni sulle condizioni di vita della popolazione.

Transizione ecologica: è questa una delle nuove parole legate al tema della sostenibilità, un processo di innovazione tecnologica e rivoluzione ambientale che favorirà economie, non tenendo conto dei soli profitti economici bensì del rispetto della sostenibilità ambientale.

Videoricetta: vocabolo sorto a proposito di digitale e multimedialità, col quale si indicano i video prodotti per la rete e sui social ed in cui chef o esperti di cucina spiegano le diverse fasi della preparazione di un piatto.

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