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L’Italia Sconosciuta – Unknown Italy

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Tempo di lettura: 12 minuti

di emigrazione e di matrimoni

L’Italia Sconosciuta

Se davvero abbiamo il patrimonio culturale del mondo perché non siamo il primo paese del mondo come meta turistica?

Pensiamo di conoscere l’Italia, ma il paese si diverte a farti capire che ci sono molti luoghi straordinari che nemmeno chi è nato e cresciuto nel Bel Paese riesce a capire, figuriamoci poi i residenti all’estero che ne hanno un’immagine ancora più limitata.

Si parla molto della nostra penisola come il luogo del patrimonio culturale del mondo, allora dobbiamo cominciare a chiederci, se davvero abbiamo il patrimonio culturale del mondo perché non siamo il primo paese del mondo come meta turistica?

La risposta è semplice, nelle nostre promozioni del Bel Paese ci limitiamo a mostrare le immagini di tre grandi città e il lettore non si meraviglierebbe a leggere i nomi di queste città, Roma, Firenze e Venezia. La prima capitale di un Impero e centro del cattolicesimo, la seconda, la culla del Rinascimento e senza dubbio il centro delle due generazioni di artisti più straordinari della Storia del mondo, e la terza una città unica che è considerata la città più romantica del mondo.

Bastano queste tre città da sole per attirare turisti nel paese? Certamente bastano per loro stesse come testimoniano le lunghissime file ogni primavera ed estate, ma senza dubbio non bastano per attirare turisti in altri centri meravigliosi che spesso non sono conosciuti bene nemmeno in Italia, tantomeno all’estero.

Sorpresa

L’immagine incredibile in testa all’articolo non viene da una di queste città, e nemmeno da una metropoli italiana, viene da un centro importante del Rinascimento e da un palazzo che non sognavo mai quando siamo andati a vedere una delle meraviglie del mondo, che si trova in tutti i libri della Storia dell’arte del mondo.

Il Palazzo Ducale di Mantova contiene la celebre Sala degli Sposi di Andrea Mantegna che da sola merita una visita alla città dei Gonzaga. Già il giro del palazzo prima di arrivare alla sala fa capire che quella città è sottovalutata come meta turistica. In pochi minuti concessi ai turisti, limitati per preservare lo stato degli affreschi, la sala rimarrà nella memoria per sempre, ma alla fine della visita la guida ha suggerito una visita a un altro palazzo che non avevamo mai sentito nominare prima. La visita ha aperto gli occhi a un mondo davvero incredibile creato da un artista che non ha la fama mondiale che merita.

Palazzo Te era il palazzo dove i signori di Mantova portavano le amanti e cortigiane per i loro divertimenti. Visto da fuori hai l’idea di un palazzo grande e classico, ma appena entri ti rendi conto che quel luogo di incontri non tanto discreti è anche un forziere stupefacente di lavori di un artista di vero talento, Giulio Romano. Ogni sala è dedicata a un tema, l’immagine sopra viene dalla più famosa, la Sala dei Giganti e dipinge la guerra dei Titani contri gli Dei greci. Le immagini vanno dal sacro al profano, persino pornografico e anche molte buffe. Da sala a sala il visitatore cerca i dettagli nascosti in ogni dipinto e alla fine capisce che, se non conosciamo una meraviglia del genere, come facciamo a capire davvero la grandezza del nostro patrimonio culturale?

La visita a Mantova è stata solo una delle tappe che ci ha fatto capire come sottovalutiamo quel che ci circonda in Italia e che non riusciamo a trasmettere al mondo, e tutto per un vizio che abbiamo notato in ogni città visitata. 

 Il vizio

Infatti, gli addetti ai lavori della Cultura hanno il vizio di pensare che tutto il mondo sappia la grandezza del nostro patrimonio culturale, ogni città, anzi ogni borgo del nostro paese, pensa che tutti sappiano dei tesori nascosti nei loro palazzi, basiliche e altri luoghi. E invece non è vero.

Cosi, un uomo d’affari che visita Pavia decide di fare un giretto nei dintorni e si trova in mezzo ai campi una Certosa bellissima. Questa Certosa è una delle tante nel paese che sarebbero luoghi perfetti per turisti in cerca dell’anima d’Italia e anche i prodotti dei monaci che li curano.

Sappiamo benissimo delle spiagge e le discoteche di Rimini, i filmati della musica dei locali hanno fatto il giro del mondo, ma quanti conoscono il Tempio Malatestiano, per nominarne soltanto uno dei luoghi culturali di questa località?

Quanti italiani conoscono davvero le meraviglie di Ravenna? Ricordiamo la prima volta alla Basilica di San Vitale che ci fa vedere il mondo di quasi duemila anni e i suoi mosaici, senza dimenticare il mausoleo di Galla Placidia adiacente che lascia stupito chi lo vede?

Il turista internazionale che viaggia sull’autostrada verso la costa romagnola per le vacanze, passando l’uscita che dimostra il nome di Urbino, si rende conto per sta passando nei pressi di una città d’arte dove nacque Raffaello, con un Palazzo Ducale con lo studiolo unico del suo Duca più importante, Federico di Montefeltro? E nel nominare il mecenate, condottiero e Capitan Generale del Papa, dobbiamo anche riconoscere che lui stesso merita molta più attenzione non solo nei nostri libri di Storia, ma la sua vita sarebbe un soggetto degno di una fiction seria o un film storico importante.

Potremmo parlare del nord del paese per pagine, ma dobbiamo riconoscere che anche il sud ha tesori sconosciuti al resto d’Italia e nel mondo.

Troppo spesso la Calabria viene nominata nelle cronache per i motivi sbagliati, ma ignoriamo, in entrambi i sensi della parola, molti aspetti di questa regione che ha un potenziale turistico enorme, che non abbiamo ancora cominciato a capire e che non abbiamo nemmeno cominciato a realizzare.

Ovviamente un luogo conosciuto è il Museo della Magna Grecia a Reggio Calabria. I Bronzi di Riace tenuti nel museo sono celebri esempi dell’Arte della Grecia classica, come anche prova di un aspetto della nostra Storia che dobbiamo mettere più in risalto, la Magna Grecia.

Tra i centri calabresi che meritano d’essere visitati c’é Gerace che in altre zone sarebbe un’attrazione turistica importante, ma non attira l’attenzione della stampa italiana fuori della Calabria, allora come possiamo meravigliarci che il pubblico internazionale non la conosca? Così come i parchi nazionali della Sila, il Pollino e l’Aspromonte sarebbero mete perfette per turisti che cercano viaggi in mezzo alla natura, lontani dai centri industriali.

Altre regioni meridionali, la Sicilia, la Puglia e la Sardegna hanno cominciato a promuoversi di più, soprattutto come luoghi di vacanze al mare e all’aperto, ma dovrebbero fare molto di più per far conoscere i luoghi culturali importanti, perché i soldi dei turisti sono fondamentali per poter preservare opere che spesso hanno bisogno di manutenzione e/o restauro, per i quali i governi regionali e tristemente anche nazionali non riescono a provvedere.

Dove andiamo?

Quando si parla della nostra Cultura fin troppo spesso ci troviamo bloccati con una mentalità che era descritta perfettamente e in modo erroneo da un Ministro del Tesoro quando disse “di Cultura non si mangia”. Basta vedere gli elenchi dei luoghi turistici mondiali più visitati del mondo, tutti classificati sopra il paese con il patrimonio più grande del mondo, per vedere chiaramente che questo non è affatto vero.

Se altri paesi riescono ad attirare turisti ad attrazioni culturali allora noi dobbiamo capire che il problema si trova in Italia e non all’estero. Il fatto che noi italiani spesso non conosciamo importanti luoghi culturali nel nostro paese dovrebbe farci capire che nemmeno all’estero lo sanno, e il fatto che città come Mantova, Ravenna, Urbino, Ferrara, Orvieto e così via non attirano turisti internazionali pari alla loro importanza, ma a Roma, Firenze e Venezia fanno ore di fila, deve farci riflettere e infine agire per risolvere questa situazione.

Per coloro che dicono che non ci sono i soldi, basta rispondere che tutte le imprese iniziano con investimenti per produrre e promuovere i prodotti che poi sono ripagati con i profitti delle vendite. La nostra Cultura ha un potenziale enorme di guadagno, e quindi di dare lavoro anche alla ristorazione, alberghi e altri aspetti del turismo, ma soprattutto perché i soldi dei turisti ci permetteranno di fare finalmente lavori di restauro e manutenzione che mancano da troppo tempo perché i nostri governi non hanno mai fornito i soldi sufficienti per farli per bene.

Ma per fare questo, dobbiamo cominciare a svelare l’Italia sconosciuta non solo nella penisola, ma soprattutto nel mondo. Dove vogliamo andare? In un futuro dove il mondo finalmente riconosce la grandezza del nostro patrimonio culturale, oppure dove continuiamo a tenere questi luoghi sconosciuti per poi lamentarci che non ci sono i soldi per mantenere il nostro vero orgoglio più importante?

 

di emigrazione e di matrimoni

Unknown Italy

If we truly have the world’s greatest cultural heritage why aren’t we the top country in the world as a tourist destination?

We think we know Italy but the country enjoys letting us know that there are many extraordinary places that not even those born in Italy understand, let alone the people overseas who have an even more limited image.

We often say that our peninsula is the place with the world’s greatest cultural heritage, so we have to start asking ourselves, if we truly have the world’s greatest cultural heritage why aren’t we the top country in the world as a tourist destination?

The answer is simple. In our promotions of Italy we limit ourselves to showing the images of three great cities and the reader would not be surprised to read the names of Rome, Florence and Venice. The first was the capital of an empire and the centre of Catholicism, the second was the cradle of the Renaissance and without doubt the centre of the two most extraordinary generations of artists in the history of the world and the third is a unique city that is considered the world’s most romantic city.

Are these three cities enough to attract tourists to the country? They are certainly enough for the cities themselves as witnessed by the long queues every spring and summer but undoubtedly they are not enough to attract tourists to other centres that are often not well known in Italy, let alone overseas.

Surprise

The incredible image at the head of the article does not come from one of these cities and not even from an Italian metropolis, it comes from a major centre of the Renaissance from a palazzo that I never dreamed of when we went to see one of the world’s wonders that is found in all the books on the history of Art around the world.

The Palazzo Ducale (Ducal Palace) in Mantua contains the famous Bridal Chamber by Andrea Mantegna which on its own warrants a visit to the city of the Gonzaga family. The tour of the palazzo before reaching the chamber already lets you understand that this city is underestimated as a tourist destination. In the few minutes allowed to the tourists, limited to preserve the state of the frescoes, the Chamber will remain in the memory of the forever but at the end of the visit the guide suggested a visit to another palazzo that we had never heard mentioned before. The visit opened our eyes to a truly incredible world created by an artist who does not have the international fame that he deserves.

Palazzo Te was the palace where the men of the Gonzaga family, the Lords of Mantua, brought lovers and courtesans for their enjoyment. Seen from the outside the palazzo gives you the idea of a big and classic palazzo but as soon as you enter the palazzo you realize that the place of not very discrete encounters is also a stupendous treasure chest of the works of an artist of true talent, Giulio Romano. Every room is dedicated to a theme. The image above is from the best known room, the Sala dei Giaganti (the Chamber of Giants) and portrays the war between the Titans and the Greek gods. The images go from the sacred to the profane, even the pornographic and some are also very funny. From room to room the visitor looks for hidden details in every painting and al the end he or she understands that if we do not know of such a wonder how we can truly understand the greatness of our cultural heritage?

The visit to Mantua was only one of the stages that let us understand how we underestimate what surrounds us in Italy and that we cannot transmit to the world and all because of a bad habit that we noticed in city after city that we visited.

The bad habit

In fact, those who work in the field of Culture have the bad habit of thinking that the entire world knows the greatness of our Cultural heritage, every city, indeed, every small town, thinks that everybody knows the treasures hidden in their palazzi, Basilicas and other places. But this is not true.

And so a businessman who visits Pavia decides to do the rounds of the surrounding countryside and finds a beautiful Certosa (Charterhouse) in the middle of the fields. This Certosa is only one of many in the country that would be perfect places for tourists looking for Italy’s soul and also for the products of the monks who look after them.

We all know very well about the beaches and discos of Rimini, the videos of these places have gone around the world but how many know about the the Tempio Malatestiano (Temple of the Malatesta family), to name only one of the cultural attractions in the city?

How many Italians really know the wonders of Ravenna? We remember the first time we went to the Basilica di San Vitale which shows us the world of almost two thousand years ago, without forgetting the Mausoleum of Galla Placidia next to it, that leave those who see them astounded?

Does the international tourist who travels the highway to the coast of the Romagna for the holidays and passes the exit with the name of Urbino realize that he is passing by a city of Art where Raphael was born and has a Palazzo Ducale which contains the unique study of Federico da Montefeltro, its most important Duke? And in naming the patron of artists, warlord and the Pope’s Captain General we also recognize that he himself deserves a lot more attention not only in our history books but his life would be a worthy subject for a serious television series or major historical film.

We could write about the north of the country for pages but we must recognize that the south also has treasures that are unknown to the rest of Italy and the world.

Too often Calabria is named in the news for the wrong reasons but we do not know many aspects of this region that has huge tourism potential which we have not yet begun to understand let alone begun to fulfil.

Obviously a place we all know is the Museum of the Magna Grecia in Reggio Calabria. The Bronzi di Riace kept there are famous examples of the Art of Classical Greece but they are also the proof of an aspect of our history that we must highlight more and more, the Magna Grecia, the Greek colonies of the South of Italy.

One of the centres of Calabria that warrants a visit is Gerace which would be a major tourist attraction in other regions but does not attract the attention of the Italian press outside Calabria, so how we be amazed that the international public does not know it? Just as the national parks of the Sila, Pollino and Aspromonte would be perfect destinations for tourists looking for a trip in the midst of nature, far away from industrial centres.

Other southern regions, Sicily, Puglia and Sardinia have begun to promote themselves more, especially the places beside the sea and in the open air, but they should do more to make their major places of Culture known because the money from tourists are essential for preserving works that are often in need maintenance and/or restoration that the regional and also sadly national governments do not manage fund.

Where do we go?

All too often when we talk about our Culture we find ourselves blocked by a mentality that was described perfectly and incorrectly by a former national Treasurer when he said “you cannot eat with Culture”. We only have to look at the lists of the world’s most visited tourist destinations, all ranked above the country with the world’s greatest cultural heritage, to clearly see that this is not at all true.

If other countries can draw tourists to cultural attractions we must then understand that the problem is in Italy and not overseas. The fact that we Italians often do not know the major places of Culture in our country should make us understand that not even those overseas know them and the fact that cities like Mantua, Ravenna, Urbino, Ferrara, Orvieto and so forth do not attract international tourists on a par with their importance but in Rome, Florence and Venice they queue for hours must make us think and finally act to resolve this situation. 

For those who say that there are not the funds, we only have to answer that all enterprises start with investments to produce and promote products that are then repaid with profits from the sales. Our Culture has huge potential to make money. and therefore also to also give work to restaurants, hotels and other aspects of tourism, but especially because the money from the tourists will let us finally carry out the restorations and maintenance that have been lacking for too long because our governments have never supplied enough funds to do them properly.

And in order to do this we must reveal the unknown Italy not only to the peninsula but especially to the world. Where do we want to go? To a future where the world finally recognizes the greatness of our cultural heritage or where we continue to keep these places unknown and then complain that we do not have the money to maintain our most important source of true national pride?

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