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Diritti umani

La Lidu onlus celebra la Giornata Internazionale della salute sessuale 2020

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La Commissione Cultura della Lega Italiana dei diritti dell’Uomo promuove il 4 settembre, un primo incontro webinar sui temi della salute sessuale per riflettere su alcuni stereotipi, su comportamenti aggressivi, su discriminazioni che di fatto negano diritti umani fondamentali.

di Prof. Antonio Virgili Presidente Commissione Cultura della LIDU

La Giornata internazionale della salute sessuale, indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il 4 settembre di ogni anno, è una di quelle giornate che delle quali non si parla molto, così come del resto, per motivi culturali, in Italia appare spesso ancora poco gradito od opportuno parlare di sessualità. Pure il tema della salute sessuale non è solo specialistico o di parte, come si potrebbe pensare: le relazioni affettive interpersonali, ma anche la salute, l’informazione e l’istruzione, la vita familiare, l’adolescenza, i pregiudizi e gli stereotipi culturali, la pubblicità ed i media, alcune forme di violenza, la riproduzione ed i suoi diritti, sono alcune delle tante sfaccettature di una area tematica vasta che riguarda la maggior parte della popolazione mondiale, senza distinzioni.

Ѐ a partire dagli anni ’70 che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha promosso studi e ricerche sul tema, prima per migliorare la salute riproduttiva (gravidanza, parto, prevenzione per i più giovani) nelle sue dimensioni sanitaria ma anche psicologica e sociale; successivamente per sensibilizzare gli operatori sanitari e la popolazione verso questi temi promuovendo campagne di prevenzione per le malattie trasmissibili, per tutelare le ragazze coinvolte in attività sessuali e gravidanze precoci e non sempre volontarie; in anni più recenti per affermare, a fronte sia di movimenti di opinione su base sessuale e di genere (gruppi femministi, gruppi LBGT, ecc.) sia di un consistente sfruttamento della sessualità (prostituzione, pornografia, ecc.), l’opportunità di informare maggiormente le nuove generazioni affinché possano crescere evitando rischi e pericoli inutili, e avendo una maggiore serenità nell’affrontare tali tematiche.

 Un esempio italiano di attualità di tali aspetti lo ha recentemente evidenziato l’Istituto Superiore di Sanità che ha riscontrato come, negli ultimi 15 anni, ci sia un incremento di malattie sessualmente trasmesse tra i più giovani, a fronte del quale mancano iniziative di informazione e prevenzione rivolte proprio ai giovani. Far finta che il problema non esista non lo riduce né lo elimina, anzi rischia di accrescerlo. Finora inutilmente è stata più volte sollecitata l’introduzione di alcuni elementi di educazione sessuale almeno nelle scuole secondarie superiori, tutti i giovani hanno una fase di maturità sessuale e lasciarli disinformati, o in balia di fonti talora poco attendibili (pubblicità, internet, amici, ecc.) non è moralmente corretto. Come si afferma in una epistola di S. Paolo “Omnia munda mundis”, probabilmente la parola “sessuale” sollecita in alcune menti contenuti disdicevoli o peccaminosi, quindi la censurano.

Le resistenze culturali e psicologiche sono diffuse anche qualora si consideri l’importanza della tutela dei diritti che sono incrinati da motivazioni collegate, in vario modo, alla sessualità. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nell’art.2 dichiara che: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”. Mentre all’art. 25, concretamente, si afferma che: “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari” e che “La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza”. Queste precisazioni, contenute nel documento del 1948, non dovrebbero richiedere, oggi, ulteriore illustrazione o commento essendo noto che, ad esempio, le donne hanno spesso subito discriminazioni basate proprio sul sesso. Quali sono nel 2020 alcuni punti critici in tema di salute sessuale emergenti nel mondo ed in Italia?

A livello internazionale l’OMS evidenzia numerosi problemi, tra questi: il numero ancora molto alto di  gravidanze di ragazze adolescenti; la crescita di problemi di sterilità ed infertilità in alcune aree e Paesi; la pratiche di mutilazione dei genitali (MGF) che coinvolge, secondo stime OMS, circa 200 milioni di ragazze e donne; la perdurante diffusione di forme di violenza fisica associate alla sessualità per lo più a danno di donne e minorenni; il persistere di matrimoni ad età molto precoci e quelli forzati; alcuni casi di sterilizzazione forzata; la disuguaglianza di diritti attuata in base al genere ed all’orientamento sessuali; una maternità poco o nulla tutelata. In Italia la situazione non presenta dati vastamente allarmanti, tuttavia diversi dei problemi precedentemente indicati sono presenti, sia pure in misura ridotta (ad esempio le MGF richieste alle ASL dalle famiglie degli immigrati di etnie che conservano tale usanza), mentre altri temi che si collegano alla sessualità hanno registrato accese battaglie di opinione nel corso degli anni (quali aborto, fecondazione, filiazione, omosessualità, parità di norme tra uomini e donne). Il tema concreto della maternità è poi a volte dimenticato, nel senso che le tutele scattano quando c’è una gravidanza, ma che le condizioni economiche e sociali scoraggino fortemente la possibilità di una gravidanza è spesso ignorato. C’è poi la gemmazione analitico-descrittiva da “sesso” a “genere”, per cui nell’opinione pubblica (e a volte anche tra intellettuali) non manca la confusione sui significati dei termini: sesso biologico, genere, orientamento sessuale.

Così alcuni sostengono rivendicazioni di parità di genere che di fatto hanno obiettivi legati al sesso biologico, altri invocano un riconoscimento della parità tra uomini e donne anche nelle parole proponendo l’uso di parole che di fatto però sottolineino le differenze sessuali duali (maschile-femminile), e così via. Per certi versi, a fronte di innovazioni legislative apprezzabili ma non ancora complete, nel nostro Paese le difficoltà sono per lo più proprio culturali e sociali. Difficoltà a riconoscere che la sessualità è una manifestazione normale delle persone, non un comportamento riprovevole o peccaminoso. Difficoltà a considerare le persone ed i loro diritti rispetto al loro comportamento reale ed in quanto “persone” piuttosto che rispetto all’appartenenza sessuale biologica. Ostacoli a diffondere maggiori informazioni sulla sessualità per migliorare la prevenzione, per accrescere il benessere delle persone, per relazioni affettive interpersonali più serene, per tutelare i minorenni. Ostacoli a limitare o regolamentare l’uso massiccio della sessualità come strumento attrattore economico di pubblicità e manipolazione. L’elenco potrebbe prolungarsi, ma non è questa la sede per una trattazione esaustiva.

L’occasione della Giornata Internazionale della Salute Sessuale può quindi essere lo spunto per riflettere su alcuni stereotipi, su comportamenti aggressivi, su discriminazioni. Non ultimo il disagio che forse molti avvertono ancora nel parlare di sessualità e che poi non di rado si traduce in un vissuto negativo per loro stessi, agendo, o subendo, prevaricazioni, incontrando ostacoli, auspicando una parità di diritti senza discriminazioni in base al sesso ma, allo stesso tempo, moltiplicando involontariamente la diffusione di schemi mentali dualisti. La Commissione Cultura della LIDU promuove perciò, il 4 settembre, un primo incontro webinar per illustrare alcuni dei temi di rilevante attualità che intrecciano la tutela della salute sessuale e la tutela dei diritti umani fondamentali e, se possibile, cominciare a discuterne.

NOTA: La partecipazione è libera, basta collegarsi via internet. Chi è interessato lo segnali alla email: commisioneculturalidu@yahoo.it e riceverà il link di accesso diretto.

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