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Il vero Principe d’Italia— The true Prince of Italy

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Tempo di lettura: 9 minuti
di emigrazione e di matrimoni

Il vero Principe d’Italia

Quando il grande attore, comico e personaggio è morto il 15 aprile 1967, all’età di 69 anni, il titolo di una testata italiana riportò crudelmente “Morte di un buffone”. Crudele perché il giornalista teneva conto non dei suoi capolavori con grandi registi, ma dei film meno meritevoli dimenticando che l’uomo era cresciuto povero e ha dovuto lavorare per anni in teatro conducendo una vita precaria, per cui non rifiutava mai lavori perché indegni, perché egli sapeva benissimo come la fortuna poteva cambiare da un momento all’altro.

È cresciuto povero perché suo padre nobile non l’aveva riconosciuto e per anni ha lottato nei tribunali per avere il riconoscimento non solo del nome, ma anche dei titoli che gli spettavano come erede. Alla fine ha vinto ma il titolo più degno è il riconoscimento del suo lavoro e la sua bravura ed è stato anche il titolo di un programma televisivo dedicato alla sua vita unica.

Il suo vero nome? Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Commeno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli, di Cicilia, di Tessaglia, di Ponte di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e Durazzo.

Ma lo conosciamo con il suo nome d’Arte, Totò, ed il titolo più degno è il “Principe delle risate”  frutto della vita  sul palco, seguito dal cinema e poi dai primi anni della televisione in Italia che gli ha dedicato una serie sulla sua vita con quel titolo.

I figli ed i nipoti dei nostri emigrati all’estero lo riconosceranno sicuramente dai suoi film alla tv su video cassetta e DVD e quelli più anziani, come il sottoscritto, per le serate al cinema italiano, ma noi figli e nipoti di emigrati non abbiamo la capacità linguistica in italiano per poter capire fino in fondo le sue capacità ed il vero senso dei suoi giochi di parole. Per questo motivo vogliamo introdurre ai nostri lettori all’estero tre filmati di opere di Totò per mostrare che non era solo un comico straordinario, ma anche un uomo con molti talenti che rendono quel titolo del 1967 un’offesa alla sua memoria.

Totò scriveva poesie in dialetto napoletano, ma una di esse è diventata popolare in tutta l’Italia per il suo messaggio sulla vita, anzi sulla morte che lui definiva “A’ Livella” perché rendeva tutti gli uomini uguali nella vita dell’altro mondo. E nelle sue parole si sente la tristezza delle difficoltà che aveva subito nella sua gioventù perché il protagonista non è un nobile potente, ma un uomo umile e povero.

E seguiamo questo filmato con una scena leggendaria del nostro cinema che dimostra benissimo il divario napoletano tra i poveri ed i ricchi e potenti che non è mai sparito. Il film è “Miseria e Nobiltà” (1954) del regista Mario Mattoli.

Il film è tratto da un commedia teatrale del grande regista napoletano Eduardo Scarpetta che è stato nominato in un nostro recente articolo (I De Filippo, Napoli e gli emigrati italiani— The De Filippo family, Naples and Italian migrants) che ha trattato i suoi figli Eduardo, Titina e Peppino De Filippo, anche loro personaggi importanti della nostra Cultura. Questa scena ci fa ridere, ma anche piangere vedendo la tristezza della loro esistenza perché quella fame non è rara nemmeno oggi a Napoli e molte altre città italiane, perché molti non hanno mai potuto godere degli enormi sviluppi economici ed industriali in Italia nei decenni dopo l’ultima guerra mondiale.

La scena dimostra una famiglia così povera che non mangiava da giorni ed è seduta al tavolo domandandosi quando potrà mangiare. Ma loro non sanno che il fidanzato segreto della figlia, il figlio di un nobile ricco, avendo saputo della loro situazione, aveva organizzato un pranzo a sorprese. Le poche parole sono superflue perché le espressioni dei protagonisti, tutti reduci dal teatro, trasmettono bene prima la loro fame e poi lo stupore a quel che vedono apparire all’improvviso il cuoco e i suoi assistenti.

Napoli è veramente una città italiana unica ed non è proprio un caso che si dice “Vedi Napoli e poi muori”  in omaggio delle sue bellezze, ma, allo stesso tempo, il turista attento vedrà i segni inconfondibili di degrado di palazzi e strutture che sono il segno dei malanni cittadini, e non solo il grande divario tra ricchi e poveri, che nessuno governo da troppo tempo ha potuto risolvere, partendo dalle forze oscure che ancora controllano interi quartieri della città storica.

Con la sua vita Totò è probabilmente il miglior simbolo della città perché la sua vita era piena di gioia e di tristezza che vediamo spesso nelle sue interpretazioni e le sue opere. E lo vediamo in modo particolare nella canzone del terzo filmato perché nasce dalla propria vita.

Nel corso degli anni “Malafemmena” è stata cantata da tutti i grandi cantanti italiani. La versione del filmato viene dal bellissimo film “Passione”(2010) del regista/attore italo-americano John Turturro che spiega magistralmente Napoli con immagini delle bellezze e del degrado e soprattutto con la sua musica. In questa versione il protagonisti sono due grandi artisti napoletani DOC Massimo Ranieri e Lina Sastri che rendono onore alla canzone. Nel filmato John Turturro spiega la Storia vera della canzone che non è quella che si vociferava alla sua uscita.

Totò non solo ha scritto parole stupende, ha anche scritto la musica che la rende unica e ora una della canzoni napoletane più conosciute in Italia. Allora godiamo questa versione bellissima della canzone.

Un volume, figuriamoci un breve articolo, non basterebbe mai per fare capire l’importanza e la bravura di Totò non solo per Napoli, ma per tutta la Cultura italiana, ma con questi tre brevi esempi dei talenti del vero Principe di Napoli e, di conseguenza d’Italia, volevamo introdurre aspetti dell’uomo e l’artista che non sono conosciuti all’estero, in modo particolare ai figli e i discendenti dei nostri emigrati che fin troppo spesso non hanno avuto l’occasione di poter studiare la nostra Cultura nei loro paesi di nascita/residenza, partendo non solo da personaggi come Totò, ma dalla nostra lingua.

Per questo motivo l’Italia come paese farebbe molto peggio di fare programmi seri e fattibili indirizzati alle nostre comunità all’estero per fare finalmente capire a loro la vera grandezza della nostra Cultura che è sottovalutata, se non addirittura ignorata, all’estero. E questo deve essere una priorità per tutto il paese perché la nostra industria più importante e prestigiosa è proprio la Cultura, ma troppi in Italia ancora non riescono a capirlo…

di emigrazione e di matrimoni

The true Prince of Italy

When the great actor, comic and character died on April 15, 1967 at the young age of 69 the headline of an Italian magazine was a cruel “Morte di un buffone” (Death of a buffoon). It was cruel because the journalist did not take into account his masterpieces with great directors but less worthy films, forgetting that the man had grown up poor and had to work for years in the theatre which was a precarious life so he never refused a job because it was unworthy because he knew very well how his luck could have changed from one moment to another.

He grew up poor because his nobleman father had not recognized him and for years he fought in the courts to be recognized not only with his name but also the titles he was entitled to as his heir. He won in the end but his worthiest title is the recognition of his work and skill and also the title of a TV programme dedicated to his unique life.

His real name? Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Commeno Porfirogenito Gagliardi De Curtis of Byzantium, Imperial Highess, Palatine Count, Knight of the Holy Roman Empire, cavaliere, Exarch of Ravenna, Duke of Macedonia and of Illyria, Prince of Constantinople, of Cicilia, of Thessaly, of Ponte di Moldavia, of Dardania, of the Peloponnese, Count of Cyprus and of Epirus, Count and Duke of Drivasto and Durazzo.

But we know him by his stage name, Totò, and his worthiest title is the “Prince of Laughter” that was the result of a life on the stage, followed by the movies and then the first years of television in Italy that dedicated a series on his life with that title.

The children and grandchildren of our migrants overseas will surely recognize him from his films in TV on video cassette and DVD at home and the older ones, including the undersigned, to the evenings at the Italian movies, but we children and grandchildren of migrants do not have the linguistic skills in Italian to be able to fully understand his skills and the real meaning of the plays on words. For this reason we want to introduce to our overseas readers three videos of Totò’s works to show that he was not only an extraordinary comedian but also a man of many talents that made that headline an offence to his memory.

Totò wrote poems in Neapolitan dialect but one of these has become popular in all of Italy not due to its message of life or rather of death that he called “A’ Livella” (The Spirit Level)because it made all men equal in the life in the other world. And in his words we hear the sadness of the hardships he had suffered in his youth because the protagonist is not a powerful nobleman but a humble and poor man.

And we follow this video with a legendary scene from our cinema that shows very well the gap between the poor and the rich and powerful in Naples that has never disappeared. The film is “Miseria e Nobiltà” (1954, Poverty and Nobility) by the director Mario Mattoli.

The film is based on the stage play by the great Neapolitan playwright Eduardo Scarpetta who was mentioned in a recent article that dealt with his children Eduardo, Titina and Peppino de Filippo who were also important people in our Culture. The scene makes us laugh but also cry when we see the sadness of their existence because their hunger is not rare even today in Naples and other Italian cities because many have never been able to enjoy the huge economic and industrial developments in Italy in the decades after the last world war.

The scene shows a family that is so poor that it has not eaten in days and is seated at the table wondering when they will be able to eat. But they do not know that the daughter’s secret boyfriend, the son of a rich nobleman, having found out about their situation, had organized a surprise lunch. The few words are superfluous because the expressions of the protagonists, all veterans of the theatre, transmit first their hunger and then their amazement when they see the chef and his assistants suddenly appear.

Naples is truly a unique Italian city and it is not really a coincidence that they say “See Naples and then die” in homage to its beauty but, at the same time, the attentive tourist will see the unmistakable signs of the decay of its buildings and structures that are also the signs of the city’s troubles, and not only the gap between the rich and the poor, that for too long no government has been able to solve, starting with the dark forces that still control entire suburbs of the historic city.

With his life Totò is probably the best symbol of the city because his life was full of joy and sadness that we often see in his acting and his works. And we see this particularly in the song of the third video because it came from his own life.

Over the years “Malafemmena” (Evil Woman) has been sung by all the great Italian singers. The version in the video comes from the wonderful film “Passione” by the Italo-American director/actor John Turturro who masterfully explains Naples with images of its beauty and decay and especially with its music. In this version the protagonists are two great Neapolitan artists, Massimo Ranieri and Lina Sastri, who honour the song. In the video John Turturro explains the real history of the song that is not what was rumoured when it was released. 

Totò wrote not only the wonderful lyrics but he also wrote the music that makes it unique and now one of the best known Neapolitan songs in Italy. Now let us enjoy this beautiful version of the song.

 

(English lyrics Totò’s Malafemmena)

One volume, let alone a short article, would never be enough to make people understand the importance and skill of Totò not only for Naples but for all of Italy’s Culture but with these three brief examples of the talents of the true Prince of Naples, and of consequence of Italy, we wanted to introduce aspects of the man and the artist that are not known overseas, especially to the children and grandchildren of our migrants who all too often have not had the chance to be able to study our Culture in their countries of birth/residence, starting not only people like Totò but our language.

For this reason Italy as a country would do  much worse than to set up serious and feasible programmes aimed at our overseas communities to finally make them understand the true greatness of our Culture that is underestimated, if not downright unknown overseas. And this must be a priority for all the country because our most important and prestigious industry is precisely our Culture but too many people in Italy cannot understand this…

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