Connect with us
Azzera la bolletta

Italiani nel Mondo

Il Richiamo della Storia – The Call of History

Published

on

Tempo di lettura: 11 minuti

di emigrazione e di matrimoni

Il Richiamo della Storia

Per anni sbagliavo a pensare che dovevo appartenere a solo un paese, sono figlio di due paesi, allora quando qualcuno mi chiede del mio accento in italiano rispondo che sono italo-australiano

Amo il mio paese di nascita, l’Australia, però, sin dal primo giorno di scuola, mi ci sentivo come un pesce fuor d’acqua. Pensavo d’essere l’unico figlio di immigrati a sentire questa sensazione e ogni tentativo di parlare con i miei genitori dei miei disagi finiva con la frase “sei nato in Australia, questa è il tuo paese”.

Solo anni dopo ho capito di non essere l’unico a sentirsi uno straniero nel mio paese di nascita e così ho cominciato a prendere una strada che poi mi ha portato a vivere in Italia dove mi trovo tutt’ora. Però ho impegnato diversi viaggi in Italia per capire del tutto quale strada prendere, ed è tutto iniziato con il primo viaggio che mi ha dato i primi sentori di quel richiamo che sentivo dentro di me e che non riuscivo a spiegare nemmeno a me.

Ora posso dire che il sedicenne partito per trovare i parenti nei paesini dei genitori è cambiato con la scoperta che le origini e le radici erano molto più profonde di quel poco che avevo studiato a scuola dell’Italia. Inoltre, quelle stesse scoperte mi hanno anche fatto capire che ci sono legami tra il mio paese di nascita e di origine che non sognavo e che avrebbero cambiato il mio atteggiamento a quel riguardo.

Così, vorrei spiegare a coloro che ora sentono quelle stesse sensazioni di non disperarsi e di tenere la mente ben aperta perché il loro patrimonio storico e culturale non è limitato solo ai piatti che la mamma e nonna preparano, oppure le tradizioni della famiglia.

La Via Appia e Cicerone

Già prima di arrivare alla prima tappa italiana, il paese di mia madre Scauri(LT), la vista dello stupendo golfo e ancora più imponente castello (allora ancora carcere militare) di Gaeta mi ha fatto intravedere una profonda Storia che non conoscevo.

Arrivare alla casa di nonna e sapere poi che la strada si chiamava via Appia che conoscevo dagli studi ma mai immaginavo di vedere, mi ha fatto chiedere se davanti a quella casa ci fosse stato uno dei gladiatori di Spartaco crocifissi da Marco Licinio Crasso in rappresaglia per la rivolta contro il potere di Roma del 71aC. Poi, qualche giorno, la prima visita a Formia ha rinforzato queste impressioni quando ho visto la tomba di Cicerone nella città dove fu assassinato.

Ma una sorpresa legata all’Australia mi aspettava proprio a Minturno, il comune di Scauri.

I Cimiteri

Un giorno mio zio Domenico ci ha portati al cimitero militare del Commonwealth britannico a Minturno e molte tombe mi hanno stupito. Nel vedere il simbolo del sole levante fatto da baionette dell’esercito australiano su molti lapidi mi sono ricordato delle innumerevoli volte che compagni di scuola australiani non solo hanno fatto battutacce  riguardo i soldati italiani, ma soprattutto quelle volte che mi hanno chiesto per chi avrei combattuto nel caso di una guerra tra l’Italia e l’Australia.

Quelle tombe erano la prova che quella domanda crudele non era un’ipotesi, ma era successo davvero non molti anni prima. Con il passare degli anni ho capito poi che le domande dei miei coetanei australiani non erano altro che ripetizioni di quel che loro avevano sentito dai genitori a casa. Inoltre, ho saputo solo molti anni dopo che due miei zii paterni erano stati fatti prigionieri di guerra proprio dagli australiani nella celebre Battaglia di El-Alamein.

Di seguito siamo andati a Bianco(RC), il paese di papà, per scoprire un’altra realtà italiana che non potevo immaginare. Nell’assaggiare alla casa di zia Grazia il vino storico del suo paese per la prima volta, il Greco di Bianco, che risale all’epoca della Magna Grecia, ho trovato altri legami storici inimmaginabili per chi ha fatto la scuola all’estero.

Sia a Scauri che a Bianco le prime visite sono state ai cimiteri del paese in memoria dei nonni, quelli paterni che non ho mai conosciuto e quello materno che aveva visitato l’Australia qualche anno prima e che ricordo ogni volta con il gioco con di carte “Scopa” che lui mi ha insegnato in quella visita, che era deceduto solo tre anni dopo il nostro incontro.

Quei cimiteri paesani sono stati la prova dei nostri legami in Italia, le origini della mia famiglia e il tocco personale del nostro patrimonio storico e culturale. Il giro della penisola in quei mesi non ha fatto altro che rinforzare la consapevolezza che stavo scoprendo quel che sentivo dentro di me e che ancora non riuscivo ad indentificare.

Canzoni

Inoltre, la scoperta della musica moderna italiana sconosciuta in Australia mi ha fatto una grandissima impressione. Due brani in particolare, che il lettore può ascoltare nei due filmati sopra e sotto hanno aperto per la prima volta la mia mente alla musica che ora amo. Il primo brano è la stupenda “Pensieri e parole” del grande Lucio Battisti e il secondo, “Il viaggio di un poeta” de “I Dik Dik” poteva essere l’inno di quel che sentivo e solo anni dopo ho capito che era anche la mia storia.

Difatti, alla fine del viaggio non volevo ritornare in Australia, volevo rimanere in Italia per scoprire quel che sentivo. Ma ci sono voluti anni per capire che quel che sentivo era il richiamo della Storia delle mie radici e della Cultura che mi appartiene.

Però, da figlio di emigranti mi sono anche reso conto che la mia Storia non era solo quella italiana, ma anche quella australiana ed altrettanto le Culture dei due paesi.

Per anni sbagliavo a pensare che dovevo appartenere a solo un paese, sono figlio di due paesi, allora quando qualcuno mi chiede del mio accento in italiano rispondo che sono italo-australiano. Come il poeta del secondo brano ho trovato la pace dentro di me solo accettando che sono il risultato di due mondi, anche se sarò sempre uno “straniero” per molti in ciascun paese.

Identità

Sì, abito in Italia, però per alcuni non sono del tutto italiano, come per alcuni in Australia non sono del tutto australiano. Entrambi hanno ragione e torto perché porto i due paesi nel cuore e sono il risultato di quel che mi hanno dato. Sono fiero di questa mia identità e mi dispiace solo d’aver impegnato troppo tempo per riconoscerlo.

Questa è la mia risposta a tutte le battutacce del passato e del dolore di sentirmi isolato, ma è la mia risposta e potrebbe non andare bene per altri. Ogni figlio e discendente di emigrati devono trovare la propria risposta.

Nel leggere le pagine dei social degli italiani all’estero di molti paesi vedo molti che cercano la propria identità, anche di quinta, sesta e oltre generazione ed è una realtà che dobbiamo riconoscere ed aiutare.

Ciascuno di loro deve trovare la soluzione personale che mette in pace la propria parte italiana e la parte del paese di nascita. Quel che va bene per uno, spesso non va bene per l’altro e nessuno deve criticare altre scelte, perché ciascuno di noi ha le proprie esperienze personali, anche se condividiamo i temi.

Ed è fondamentale per ciascuno fare il viaggio al paese di origine per rispondere al richiamo della famiglia, della Storia e della Cultura che sente, e molti non riescono a capire. Ciascuno tornerà cambiato perché è una fase che ci forma.

Ed è importante che raccontiamo queste storie per fare capire a chi cerca la propria identità che non deve aver paura o sentirsi solo perché ci siamo passati tutti, senza eccezione, in qualche parte della nostra vita che ci aiuta a trovarci.

Perciò, invitiamo i nostri lettori all’estero a inviarci le vostre storie personali da condividere con i nostri parenti e amici in tutto il mondo, anche e soprattutto per capire che queste esperienze sono alla base di una realtà vera che spesso è sottovalutata, la realtà delle comunità italiane nel mondo che fanno parte della Storia e la Cultura del nostro comune paese d’origine, l’Italia.

Inviate le vostre storie a: gianni.pezzano@thedailycases.com

 

di emigrazione e di matrimoni

The Call of History

For years I was wrong to think that I had to belong only to one country. I am the child of two countries and so when someone asks about my accent in Italian I answer that I am Italo-Australian

I love my country of birth Australia, however, from the first day of school I felt like a fish out of water there. I thought I was the only child of migrants who felt that sensation and every attempt to speak with my parents about my unease ended with the phrase, “You were born in Australia, this is your country”.

I understood only years later that I was not the only one to feel like a foreigner in my country of birth and so I began to take the path that would then take me to live in Italy where I am now. However, it took me a number of trips to Italy to understand fully which road to take and it all began with my first trip which gave me the first whiffs of the call that I felt inside me and that I could not explain, not even to myself.

Now I can say that the sixteen year old who left to visit the relatives in his parents’ home towns changed with the discovery that his origins and roots were much deeper than the little he had studied at school in Australia. Furthermore, those same discoveries also made me understand that there are ties between my countries of birth and of origin that I had never imagined and would change my attitude in that regard.

So I would like to explain to those who now feel the same sensations to not give in to despair and to keep their mind open because their historical and cultural heritage is not limited only to the dishes mamma and nonna (grandmother) prepared or the family’s traditions.

The Appian Way and Cicero

Right from our arrival on the first stage of the trip to Italy, my mother’s home town in Scauri (LT) the view of the wonderful gulf and even more imposing castle of Gaeta (which at the time was still a military prison) gave me a glimpse of a deep history I did not know.

Arriving at my nonna’s (grandmother’s) house and then finding out that the road was called the Via Appia (Appian Way), which I knew from my studies but never imagined I would see, made me wonder if in front of the house there had been one of the Spartacus’ gladiators crucified by Marcus Licinius Crassus in reprisal for their revolt against the might of Rome in 71BC. And then, a few days later on our first visit to Formia reinforced this impression when I saw the tomb of Cicero in the city where he was assassinated.

But a surprise linked to Australia was waiting for me in Minturno, Scauri’s local council area.

 

The Cemeteries

One day my uncle Domenico took us to Minturno’s British Commonwealth war cemetery and many of the tombs astounded me. On seeing the rising sun badge made of bayonets of the Australian Army on many headstones I remembered the innumerable times Australian schoolmates not only made bad jokes about Italian soldiers but especially the times they asked we for which country I would have fought if Australian and Italy went to war.

Those graves were the proof that the cruel question was not just a hypothesis but it had really happened not many years earlier. With the passage of time I understood that my Australian schoolmates were only repeating questions that they had heard from their parents at home. In addition, I learned only many years later that two of my father’s brothers had been captured by Australian soldiers in the famous Battle of El Alamein. 

After that we went to Bianco (RC), my father’s hometown, where we discovered another reality of Italy that I could not imagine. In my aunt Grazia’s home when I tasted the town’s historic wine, Greco di Bianco which dates back to the period of the Magna Grecia (Greater Greece, the South of Italy during the Hellenic period), I discovered other historical links that were unimaginable for those who went to school overseas.

The first visits in both Scauri and Bianco were to the towns’ cemeteries in memory of my grandparents, the paternal grandparents who I never met and my maternal grandfather who had visited Australian and who had passed away only three years after we met. I remember him every time I play Scopa (an Italian card game) that he had taught me during that visit.

Those town cemeteries were the proof of our links to Italy, the family’s origins and the personal touch of our personal historical and cultural heritage. The trip around the peninsula in those months only strengthened the awareness that I was discovering what I felt inside me and that I still could not identify.

Songs

In addition, the discovery of modern Italian music that was unknown in Australia made a huge impression on me. Two songs in particular, which the reader can listen to in the film clips above and below, opened my mind to the music that I now love. The first song is the stupendous “Pensieri e Parole” (Thoughts and Words) by the great Italian singer songwriter Lucio Battisti and the second, “Il viaggio di un poeta” (A poet’s journey) by the group I Dik Dik, could have been a hymn to what I felt and only years later I understood that it was also my story. 

 

In fact, at the end of the trip I did not want to go back to Australia. I wanted to stay in Italy to discover what I felt but it took years to understand that what I felt was the call of the history of my roots and the Culture that belongs to me.

However, as the child of migrants I also understood that my history was not only Italian but also Australia’s history and the same applies to the Cultures of the two countries.

For years I was wrong to think that I had to belong only to one country. I am the child of two countries and so when someone asks about my accent in Italian I answer that I am Italo-Australian. Just like the poet of the second song, I found inner peace only by accepting that I am the result of two worlds, even if I will always be a “foreigner” for many in both countries.

Identity

Yes, I live in Italy, however, for some I will never be fully Italian, just as for some in Australia I am not fully Australian. Both are right and wrong because I carry both countries in my heart and I am the result of what they have given me. I am proud of my identity and I am only sorry that it took too long to recognize this.

This is my answer to the bad jokes of the past and the pain of feeling alone but it is my answer and it may not be good for others. Every child and descendant of migrants must find their own answer.

When I read the social media pages of Italians overseas in many countries I see many who are looking for their own identity, even after five, six and more generations and it is a reality that we must recognize and help.

Each one of them must find the personal solution that puts his or her Italian side at peace with the side of their country of birth. What is good for one is often not good for another and nobody must criticize other choices because each one of us has his or her own personal experiences, even if we have issues in common.

And it is essential that each one of us takes a trip to the country of origin to answer the call of the family, history and Culture he or she feels and that many cannot understand. Each one will go back a changed person because it is a phase that shapes us.

And it is important that we tell these stories to let those who are looking for their identity understand that they must not be scared or feel alone because we have all, without exception, gone through these phases in some part of our lives that helped us find ourselves.

Therefore we invite our readers overseas to send us their personal stories to share with our relatives and friends all over the world, also and above all to understand that these experiences are the foundation of a real identity that is often underestimated, the reality of the Italian communities worldwide that are part of the history and Culture of our common country of origin, Italy.

Send your stories to: gianni.pezzano@thedailycases.com

Print Friendly, PDF & Email
Apollo Mini Fotovoltaico
Serratore Caffè