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Arte & Cultura

Il 14 agosto 2021 ci ha lasciato Piera Degli Esposti. Una grande artista, un talento formidabile, una voce inconfondibile.

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“[…] non ho ancora accettato il fatto di essere mortale, perché ho sempre pensato che la morte si prende uno spazio che non le compete. Vale a dire, la vita è corta, è densa, è felice, è quello che è, ma non è tanto lunga. Invece la morte ha l’eternità a disposizione.”

Nata a Bologna il 12 marzo del 1938, Piera Degli Esposti, aveva compiuto 83 anni, celati da un viso splendido e due occhi luminosi. E’ andata via lasciando in sospeso i nuovi progetti di cui meno di un anno fa aveva parlato alla stampa.

Una vita travagliata, la sua, che la vede essere madre di sua madre, a volte amica, complice di una vita irregolare che non appartiene alla sua età. Pochi gli studi e un sogno che la accompagna fin da piccolissima, fare l’attrice.

I suoi inizi nella “cantina” Teatro di Centouno con le esperienze del gruppo d’avanguardia, di cui facevano parte anche Gigi Proietti e Nando Gazzolo, diretto da Antonio Calenda, regista e drammaturgo fra i più eclettici del teatro italiano. Un regista che l’intero gruppo di attori segue nello spostamento, quando diviene direttore del Teatro Stabile dell’Aquila.

Spettacoli di rottura che affascinano e nello stesso tempo scandalizzano il pubblico, un po’ come la vita dell’attrice, che andrà anch’essa in scena per mano di Marco Ferreri che ne fa nel 1983 uno dei suoi film più personali e intensi, Storia di Piera.Tratta dalle elaborazioni del libro autobiografico scritto a quattro mani con Dacia Maraini, sua amica da sempre, dalla quale si rifugia e rifocilla di tranquillità ogni anno, avrà un seguito condiviso con la stessa scrittrice, L’estate di Piera, ed un ulteriore “capitolo” scritto con Giampaolo Simi, Piera e gli Assassini.

Grandi spettacoli, quelli teatrali, che in maniera ciclica passano dal classico al moderno. Poi la tv, con Il conte di Montecristo, e il cinema, nel quale esordì con Trio di Gianfranco Mingozzi.

Una carriera ricca di successi e una vita totalmente “trasportata” sul set e sul palco. Quando gli altri sono in pausa lei legge, annota, ripete. I suoi copioni pieni di segni, sottolineature, commenti, ne danno testimonianza.

Lavora con grandi registi come Taviani, Pasolini, Wertmüller, Tornatore, Bellocchio, Sorentino e Moretti. Diviene essa stessa regista d’opera, quel bel canto che tanto ama e in cui le sonorità esprimono i moti dell’animo. Lodoletta di Mascagni e La voce umana di Poulenc divengono memorabili sotto la sua regia.

Tanti i premi ed  riconoscimenti, anche un David di Donatello come migliore attrice non protagonista per il film L’ora di religione di Bellocchio.

Una grande attenzione alla figura femminile, agli autori che ne narrano la completezza e la sua vita, dalle mille sfaccettature, hanno fatto di Piera Degli Esposti la miglior interprete di personaggi femminili complessi.

Per le nuove generazioni, o per chi di noi volesse conoscerla meglio, resta il prezioso documentario di Peter Marcias, Le storie di Piera, nel quale, a volte accompagnati dalla voce della stessa Piera Degli Esposti, ci viene dato modo di osservare la sua vita, il suo lavoro, i suoi sentimenti.

Testimoni eccellenti Marco Bellocchio, Laura Delli Colli, Dacia Maraini, Riccardo Milani, Paolo Sorrentino, Paolo e Vittorio Taviani, Giuseppe Tornatore, Lina Wertmüller e Nanni Moretti.

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