Politica
L’era glaciale dei politici televisivi e cartellonistici

Da anni ormai la cosiddetta politica si è spostata in televisione. I comizi di un tempo, gli incontri ed i confronti pubblici, che sancivano il rapporto diretto con gli elettori sono spariti.
di Carlo Taccone
VIBO VALENTIA – Tutto a vantaggio di interviste, dibattiti e talkshow «che di talk hanno poco» a vantaggio dello show. Il politico deve essere innanzitutto telegenico, sorridere molto alla telecamera e darsi un tono rassicurante, evitare confronti accesi con l’avversario di turno «tanto i propositi sono identici», provare a trasformarsi in un gradito ospite casareccio «un micione accattivante» con la complicità dei conduttori televisivi «alla Vespa». Nel cinema hollywoodiano di un tempo si vedevano grotteschi backstage (dietro le quinte) di politici con lo sguardo fisso sulla telecamera. Tutto ciò oggi è diventato una realtà che supera anche la fantasia. Programmi politici generalisti «demagogia e populismo a go-go» che accontenta tutti. Sembrano volenterosi, brillanti, amichevoli, con il piglio dello statista ed allo stesso tempo del vicino di casa.
Ma i nostri “cari amici”, parlano del recupero di risorse verso i ceti deboli? Delle inutili spese militari per le missioni all’estero? Dei profitti incalcolabili delle banche? Delle ottusità burocratiche che si intersecano con corruzione e criminalità? Dei diritti civili? Della lentezza giudiziaria? Delle candidature «oltre i limiti di legge» che pur notiziate dalla stampa, non possono non essere ripresentate dai rispettivi partiti? (vedi Gazzetta del Sud in data 30 Ottobre 2014 a pag. 39 – prima pagina – cronaca di Vibo Valentia), ed i magistrati? Ed il codice etico così tanto pubblicizzato? «NO! niente di tutto questo».
Ma ancora, per i nostri giovani le prospettive di realizzare in ogni qualsivoglia ambiente, un sano e costruttivo metodo democratico di confronto che avvicini i cittadini alla “res pubblica”, diventa sempre più faticoso «è come voler aprire un conto in banca con denaro contante senza conoscere i dettagli delle trattenute fiscali».
Capita poi, nei periodi elettorali, di transitare per le nostre vecchie e malridotte strade «oggi roads routes», e di «passiari ‘nte straticeii du paisi» senza pensieri, senza aver per compagna la quotidiana angoscia del vivere e la più nota esistenza depressionale. Ma cosa attira l’attenzione disattenta di ognuno di noi proprio in quei momenti?
Direte la natura, il creato, la solidarietà nei rapporti umani, la grandezza di Dio, la spiritualità crescente, «ed anche tante brutte cose che immaginiamo di non vedere» eppure no «amici commentanti», vorrà dire che non avete fatto caso ai faccioni sorridenti dei nostri candidati. Guardateli bene..
Simili a “putti del Botticelli”, ai profili delle migliori case di moda, alle espressioni vernacolari di fine ‘500 «che Giotto, Tiziano ed altri.. immortalarono su tela ruvida» danno l’idea di una natura morta, di un ricordo carico di colori sbiaditi dell’era che fu, della politica che fu. Una gara senza ostacoli ad apparire il più bello,
il più accondiscendente «beato…coglione», emblemi di status symbol del passato.
Ma mi chiedo e vi chiedo: «non li incontriamo tutti i giorni per le nostre “straticeie”? Che ce lo ricordano a fare?»
«Tranquilli e state sereni perchè il popolo non vi dimentica di certo». In realtà abbiamo “solo” dimenticato sia i vostri programmi, sia le procedure che pensate di utilizzare per concretizzare le vostre favole.