Arte & Cultura
Dialogo con un Santo, Antonio Volpe racconta San Giuseppe Moscati

La Benevento e la Napoli di fine ottocento videro un uomo trovare la propria “sublime missione”.
di Romolo Martelloni
Un giovane che, per natali e doti naturali d’ingegno, avrebbe potuto tranquillamente godere del suo stato, senza preoccuparsi o occuparsi della miseria, del dolore, della sofferenza altrui. Eppure quest’anima trovò se stessa solo nutrendosi alle fonti della Carità ed elargendo agli altri il dono dell’impegno concreto, alimentato dall’Amore. La splendida figura fin qui tracciata è quella di Giuseppe Moscati, medico sulla terra, santo agli occhi di Dio e della sua Chiesa. Ad un secolo di distanza, un altro camice bianco si trova a fare i conti con l’apparente antitesi rappresentata dal rapporto tra scienza e fede. Quest’uomo è Antonio Volpe con il libro ”Una chiacchierata con il mio maestro San Giuseppe Moscati” (Intermedia Edizioni) in uscita nelle librerie e on line per i tipi della casa editrice umbra Intermedia Edizioni, narra proprio del cammino interiore, lungo circa dodici anni, che ha portato il secondo – marito, padre e dirigente medico della divisione di Ematologia dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino – a ritrovare la dialettica costruttiva esistente tra positivismo e spiritualità.
Antonio Volpe ha voluto condividere il dono immenso ricevuto dall’incontro e dalla riscoperta del medico-santo. ”L’opera, articolata sotto forma di dialogo spirituale – spiega l’editore Isabella Gambini – è forte di un’accurata ricerca documentale relativa alla figura del Santo, integrata con testi della Bibbia e del Catechismo della Chiesa Cattolica. L’autore pone al suo Maestro domande sulla vita, sulla professione, sulla realtà in cui viviamo, sul mistero del dolore. Le risposte giungono attraverso le frasi stesse del santo “fedelmente riportate, affiancate e completate dalla parola di Dio, parola che ha sempre avuto – ricorda infine Isabella Gambini – come riferimento nella sua vita missionaria”.