Attualità
Cesare Battisti arriva in Italia, dove l’attende il carcere a vita
Il terrorista è stato arrestato, dopo quarant’anni di latitanza, dalla polizia Boliviana e consegnato direttamente alle autorità italiane.
di Vito Nicola Lacerenza
L’ex brigatista 64enne Cesare Battisti è atterrato alle 11:30 a Roma nell’aeroporto di Ciampino, dopo essere stato arrestato ieri nella città di Santa Cruz de la Selva, in Bolivia. Battisti, ex membro dei PAC (Proletari Armati per il Comunismo), è stato trasportato in Sardegna dove sarà rinchiuso nelle carceri di Oristano. L’ex terrorista è accusato di aver commesso 4 omicidi: il primo è quello del maresciallo Antonio Santoro, assassinato a Udine nel 1978. L’anno successivo, sono stati uccisi il gioielliere Pier Luigi Torregiani e l’agente della Digos Andrea Campagna a Milano e il macellaio Lino Sabbadin a Mestre e a Milano. Appena arrestato, Cesare Battisti è stato condannato a 12 anni di carcere e rinchiuso nel carcere di Frosinone, da dove è evaso, nel 1981, per fuggire in Francia, Paese che, grazie ad una legge promossa dal Presidente Francois Mitterand, “dottrina Mitterand”, concede il diritto d’asilo ai ricercati che avessero compiuto “atti violenti di ispirazione politica”. Per tale ragione, lo Stato Transalpino ospita ancora oggi un numero cospicuo di terroristi delle ex Brigate Rosse. Rispetto agli altri terroristi, però, Battisti è rimasto in Francia fino al 2004, poi, in seguito ad un arresto durato 22 giorni, è partito per il Brasile, destinazione San Paolo. Giunto nel Paese carioca, ha vissuto indisturbato fino al 2007, anno in cui è stato nuovamente arrestato.
Poi, nel 2009, per lui è arrivata la libertà, “coronata” dall’asilo politico concessagli dall’ex presidente socialista brasiliano Lula. Da allora, Battisti ha trascorso un’esistenza tranquilla e spensierata a San Paolo. Nel 2016, il governo socialista brasiliano, che per anni ha garantito protezione al terrorista, è terminato e, il 4 ottobre 2017, Battisti è stato arrestato mentre cercava di raggiungere la Bolivia. Un tentativo che l’ex brigatista ha ripetuto un mese fa, quando il neoeletto presidente di estrema destra Jair Bolsonaro ha promesso di estradarlo in Italia. Entrato nel territorio boliviano, secondo gli investigatori, Cesare Battisti ha pagato fiumi di denaro ai narcotrafficanti del posto, affinché gli offrissero protezione. Ma lo sforzo è stato vano. La polizia boliviana l’ha arrestato a Santa Cruz de la Sierra mentre camminava solo, disarmato e con pochi spiccioli in tasca. Il terrorista, forse, si sentiva sicuro perché convinto che il presidente socialista boliviano Evo Morales gli avrebbe concesso l’asilo politico.