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Cassibile, il presepe di cartapesta più grande d’Italia rischia di scomparire

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Un appello alle autorità da parte del presidente dell’associazione “Gruppo Cartapesta Cassibile” Vincenzo Cianci per preservare il presepe di cartapesta, una tradizione che dura ormai da 33 anni ed ogni anno chiama a sé visitatori da tutto il mondo

di Francesca Garofalo

Cassibile, un nome che richiama alla memoria il famoso ed omonimo armistizio firmato durante la seconda guerra mondiale, è la popolosa frazione del comune di Siracusa. Di grande rilevanza  è  la sua vicinanza alla riserva naturale protetta di Cava Grande del Cassibile e famosa è la sua Necropoli, seconda solo a quella di Pantalica. Ciò che negli ultimi 33 anni ha rappresentato un’istituzione è il famoso Presepe di cartapesta, il più grande d’Italia, che nel 2017 ha registrato 3mila visitatori e nel 2018 ben 6mila, creato dall’associazione”Gruppo Cartapesta Cassibile” nel 1985, la cui tradizione è stata portata avanti dal socio fondatore e presidente Vincenzo Cianci. Con un’offerta simbolica, è possibile addentrarsi nel villaggio con casette in cartapesta e cartone che riproducono ad altezza naturale la Sicilia di fine ‘900 con 120 statue, alcune delle quali movibili. Spettacolari le scenografie, curate nei dettagli, delle botteghe degli antichi mestieri: l’arrotino, il ricottaro, il fabbro e così via,  con gli attrezzi utilizzati anticamente dai contadini che incorniciano ed accompagnano il visitatore al culmine della sua bellezza, la Natività. Dopo la segnalazione di un visitatore di Lugano, si è scoperto che quest’opera dopo anni di lavoro rischia di essere abbattuta per sempre perché abusiva, secondo l’ordinanza del Comune del 2017 nata a seguito di controlli da parte degli uffici che hanno riscontrato in loco una serie di infrazioni urbanistiche che hanno fatto scattare un verbale e così come previsto dalla legge, l’ordine di ripristino dei luoghi.

Da qui, la richiesta dell’assegnazione per novantanove anni del diritto di superficie di un lotto di terreno del Comune di Siracusa. “Ho chiesto nel 2017- dice Vincenzo Cianci- al Comune la concessione di un’area abbandonata per poter spostare il Presepe, ma dopo un anno e mezzo ancora non ho avuto nessuna risposta. Stiamo parlando di un’opera dal valore, secondo me, di mezzo milione di euro e bisognerebbe al limite regolarizzarla non abbatterla”. Amarezza, per tanta indifferenza, anche da parte del presidente della circoscrizione di Cassibile Paolo Romano “Abbiamo fatto una battaglia per mantenere in vita questa unicità, ormai diventato monumento apprezzato non solo in Sicilia ma anche nel resto del mondo, ma l’amministrazione siracusana cosa fa? Lo abbatte invece di proteggerlo e valorizzarlo, una cosa assurda e inspiegabile soprattutto se paragonata alle decine di villette abusive costruite sul mare. Faremo il possibile per tutelare questo tesoro, patrimonio di tutti”. Al momento è in atto un processo penale, resta, dunque, da capire quale posizione prenderà il tribunale e se l’appello per salvare dall’oblio un’opera di grande rilevanza culturale ed artistica verrà accolto.

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