Cinema & Teatro
Alam, la bandiera della nuova gioventù palestinese alla Festa del cinema di Roma

Alam (la bandiera), l’opera prima del regista Firas Khoury arriva alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Progressive cinema e travolge le coscienze di chi non conosce o rifiuta di vedere le conseguenze del regime coloniale d’occupazione e apartheid di Israele.
Il vento smuove una bandiera israeliana, quasi del tutto logora e ingiallita, sopra il tetto di una scuola superiore araba israeliana mentre una voce sussurra «Non faccio agli altri quello che non vorrei essere fatto a me»; con questa frase carica di saggezza e rispetto pronunciata da un adolescente, si apre Alam.

Mahmood Bakri e Sereen Khass.
L’opera prima del regista Firas Khoury, della sezione Progressive cinema é stata presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e con i suoi primi piani restituisce allo spettatore gli sguardi e le anime di una gioventù palestinese che non si arrende e resiste contro il regime coloniale d’occupazione e apartheid di Israele.
Il fulcro della vicenda ruota attorno a una bandiera (alam) palestinese che deve sventolare nel tetto di una scuola nel giorno dell’Indipendenza di Israele, che per i palestinesi invece, rappresenta il giorno di lutto (la nakba, la catastrofe, l’esodo forzato di 700.000 arabi palestinesi dai territori occupati da Israele).

Sereen Khass nel ruolo di Mayssa’.
Gli artefici di questa impresa chiamata “Operazione bandiera” saranno degli adolescenti alle prese con l’amore, le prime pulsioni sessuali, il desiderio di svago ed evasione tipica di tutti gli adolescenti. Fra loro Tamar (Mahmood Bakri), ragazzo svogliato a scuola che si rifugia nella casa del nonno, un chirurgo arrestato con l’accusa di terrorismo; e vede le conseguenze di tale crudeltà nello stato di salute dello zio piromane Naji (Saleh Bakri).
Tamar inizialmente scettico, alla fine prende parte all’operazione per fare colpo su Mayssa’ (Sereen Khass), una ragazza impegnata politicamente nella causa palestinese. Con loro anche Safwat (Muhammad Abed Elrahman), un ragazzo al quale gli israeliani hanno portato via la casa del nonno.
I ragazzi per piccoli incidenti di percorso, fra cui la paura del’altezza, falliranno nell’impresa. La giornata della nakba arriva e il gruppo con in pugno la bandiera palestinese manifesta contro l’occupazione perpetrata da 74 anni da parte di Israele.
Durante la manifestazione il tempo sembra fermarsi mentre i lacrimogeni offuscano la vista; in un attimo la violenza dei soldati israeliani raggiunge Tamar e i suoi amici. A pagare con la morte sarà Safwat.
Ma la violenza del regime sionista non riuscirà mai a fermare la speranza di libertà. Per una vita che se ne va, ne arriva una nuova: la madre di Tamar darà alla luce un figlio. Il futuro.
Alam, rappresenta un invito all’azione per non farsi sopraffare da un sistema che vuole prevaricare le scelte, il modo di agire e di pensare. Un punto di vista attuale di una gioventù palestinese che non si arrende di fronte «alla scuola pubblica gestita dal governo, ai lavaggi di cervello per far dimenticare la loro storia».

Mahmood Bakri e Saleh Bakri nei ruoli di Tamar e zio Naji
«Cerco di guardare – dice il regista Firas Khoury – alla mia vita in ordine cronologico, Alam parla dell’adolescenza e anche se è ambientato oggi ci sono cose sufficienti per dire che parla anche della mia adolescenza.
Vorrei che chi vedesse il film lo spingesse ad agire, é un film rivoluzionario e quello che comunica é non accettate la vostra esistenza, ribellatevi. É un film che fa una dichiarazione molto chiara in questo momento, perché apparteniamo a una nuova generazione di palestinesi che semplicemente non accetta l’occupazione finché non finirà. Documenta la nuova gioventù palestinese».