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Violenza incontrollata al carnevale di Rio. Molti turisti aggrediti

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Il governo brasiliano invia l’esercito per ristabilire l’ordine.

di Vito Nicola Lacerenza

Il presidente brasiliano Michel Temer ha deciso di inviare l’esercito a Rio de Janeiro,dove si è appena svolto il carnevale più famoso del mondo, per fronteggiare i numerosi  criminali che hanno seminato il panico tra la gente accorsa nella città carioca per assistere alla tradizionale sfilata. Nulla ha potuto fare la polizia per soccorrere i turisti stranieri aggrediti e rapinati da banditi armati, per impedire gli innumerevoli furti di auto, i saccheggi dei negozi, o per evitare sparatorie in mezzo alla folla. «Non eravamo pronti- ha detto il governatore dello Stato di Rio, Luiz Fernando Pezao, scusandosi per il caos generatosi- Sono stati commessi errori nei giorni scorsi e abbiamo rinforzato la vigilanza». Una vigilanza insufficiente, anche a causa dei pesanti tagli del governo alla sicurezza, che hanno lasciato diverse auto della polizia senza carburante e le caserme sguarnite di personale.

Premesse che, già l’anno scorso, hanno fatto registrare un allarmante aumento del numero di omicidi: 6.731, solo a Rio, ovvero 40 ogni 100.000 abitanti. Le speranze del governo ora sono riposte nel generale Walter Souza  Brega Netto, al comando della missione militare voluta da Temer, che dovrebbe ristabilire l’ordine in città e porre fine alla violenza, paragonata dal presidente brasiliano a un “cancro che si sta allargando in tutto il Paese”. Metafore a parte, la scelta di dispiegare le truppe è stata accolta con freddezza dallo stesso esercito, i cui vertici non credono che l’uso massiccio della forza possa risolvere un problema così radicato nella società. «La lotta alle organizzazioni criminali richiede, da parte del governo, interventi in ambito economico e sociale- ha detto il comandante dell’esercito brasiliano Eduardo Villas Bôas- in modo da diminuire l’attrazione che i trafficanti di droga hanno su una larga parte della popolazione, indigente e disoccupata». Gli osservatori non nascondono la loro preoccupazione per l’eccezionalità della misura adottata. Era dal 1988, anno in cui è stata redatta la costituzione dopo la fine della dittatura militare, che le forze armate non venivano impiegate all’interno dei confini nazionali. Per gli esperti, il rischio che il provvedimento possa avere effetti negativi sulla vita democratica del Paese è forte.

 

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