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Venezuela: ipotesi di un intervento militare USA. Maduro: «No a un altro Vietnam».

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Guaidò ha promesso di distribuire tra la popolazione cibo e medicine inviate dagli USA ma il dittatore venezuelano ha militarizzato i confini per impedire l’arrivo degli aiuti umanitari. Aumenta il rischio di guerra civile.

Lunedì, il leader dell’opposizione venezuelana, Juan Guaidó, ha promesso di adottare “ogni misura necessaria” per far reperire al popolo venezuelano gli aiuti umanitari di cui hanno disperato bisogno. L’annuncio è giunto a pochi giorni di distanza dalla chiusura dei collegamenti stradali tra  Venezuela e Colombia, dove gli USA, i principali sostenitori di  Guaidó, hanno immagazzinato tonnellate di cibo e medicine, affinché l’opposizione li distribuisse tra la popolazione. Ma l’operazione è stata sabotata dal dittatore venezuelano Nicolás Maduro, che ha fatto blindare la frontiera con la Colombia, impedendo il passaggio degli aiuti umanitari. L’obiettivo di Maduro è evitare che  Guaidó aumenti il suo già elevato consenso. Ma, per il leader dell’opposizione, far entrare i beni di prima necessità in Venezuela è fondamentale per difendere la sua credibilità di fronte ai sostenitori. «Il 90% dell’esercito è scontento di Maduro»- ha detto recentemente  Guaidó, prospettando l’ipotesi di una rivolta militare, che sarebbe sostenuta dagli Stati Uniti. Tre settimane fa, il presidente americano Donald Trump ha ammesso di prendere in  considerazione “l’opzione militare” per risolvere la crisi venezuelana.

Ma l’arrivo di truppe nel Paese latino, secondo numerosi osservatori internazionali, rischierebbe di scatenare una guerra civile dagli esiti imprevedibili, “un altro Vietnam”, come ha detto Maduro. «Gli Stati Uniti hanno  organizzato una campagna mediatica per giustificare un colpo di Stato in Venezuela- ha affermato il dittatore venezuelano- non permettiamo un altro Vietnam in America latina, se gli Stati Uniti proveranno a invaderci avranno un Vietnam peggiore di quanto possano immaginare». Sebbene il regime venezuelano sia sempre più isolato internazionalmente, quest’ultimo può ancora  contare sul sostegno di Russia e Cina. Le due super potenze hanno tutto l’interesse a mantenere in piedi il decadente governo venezuelano, perché Nicolás Maduro ha concesso alle compagnie petrolifere russe e cinesi autorizzazioni per estrarre greggio dagli immensi giacimenti petroliferi del Venezuela, i più grandi del mondo. La Russia ha  diffidato gli USA dal compiere operazioni militari nel Paese sudamericano, dove sono presenti truppe dell’esercito russo dotate di armi di ultimissima generazione. Come i due cacciabombardieri Tu-160, in grado di raggiungere una velocità due volte superiore a quella del suono e di lanciare testate nucleari. Lo scontro tra Maduro e  Guaidó rischia di trasformarsi in un conflitto globale tra potenze militari. Intanto, i venezuelani attendono l’arrivo degli aiuti umanitari USA. Sono centinaia le persone che ogni giorno muoiono di fame in Venezuela.

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