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Ambiente & Turismo

In India “Holi festival” è la “festa dei colori”

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Holi è la festa induista che festeggia l’arrivo della primavera e “Holi festival” è la “festa dei colori”. Si celebra alla fine della stagione invernale, con il lancio di fiori e polvere colorata, ed ha caratteristiche simili al carnevale occidentale. Si festeggia in India, Nepal, Pakistan e Bangladesh e in tutte le comunità induiste.

In compagnia dello scrittore Vittorio Russo, l’itinerario “Holy Festival: la festa dei colori” è un viaggio alla scoperta di una parte dell’India che Vittorio conosce bene e che ha raccontato nei suoi libri: “India mistica e misteriosa” e “L’India nel cuore”.
Si comincia dalla capitale, Nuova Delhi, con la visita dei punti di principale interesse: l’India Gate, monumento commemorativo progettato da sir Edwin Lutuens che richiama  lo stile architettonico dell’Arco di Costantino a Roma, il Rashtrapati Bhavan, sede del presidente della repubblica, circondato da sontuosi giardini nello stile mongolo (è al terzo posto delle residenze più estese di un capo di Stato, dopo il Palazzo del Quirinale e Ak Saray ad Ankara), il Qutab Minar, un monumentale minareto la cui funzione era di celebrare, come Torre della Vittoria, il trionfo militare sugli infedeli, il Tempio Sikh Gurdwara Bangla Sahib dove tra luccicanti marmi bianchi dal riflesso accecante si incontrano i colorati sikh che pregano, riposano o passeggiano, la moschea Jama Masjid, la più grande moschea in India, situata su un promontorio roccioso e costruita in pietra arenaria e marmo bianco, il colorato mercato di Chandni Chowk dove odori e profumi si mescolano a migliaia di persone che lo affollano quotidianamente e il Raj Gath, dovè stato cremato Gandhi.

Si parte alla volta della regione dello Shekawati, famosa per le “Haveli”, le case finemente affrescate che si incontrano nei villaggi disseminati lungo il percorso per Nawalgarh. Si prosegue per il famoso tempio di Karni Mata, “il tempio dei topi”, che lo abitano a migliaia e che sono considerati sacri! Quindi Bikaner, la cittadina situata nel Deserto del Thar cinta da mura in pietra arenaria rossa con visita del Junagarh Fort e della cittadella fortificata.

Si riparte per Jodhpur, denominata “la città blu” per la tipica colorazione azzurra delle sue case con visita del Forte di Mehrengarh (che nei suoi cinquecento anni di storia, non è mai stato conquistato da nessun esercito nemico), una cittadella fortificata dove, tra le altre cose, si trovano il palazzo del Maharaja, alcuni templi, ed un giardino, che da queste parti è uno dei beni più preziosi.

Prossima tappa: Pushkar (famosa grazie al festival internazionale dei cammelli che si svolge ogni anno a novembre), città che si trova sulle rive di un meraviglioso laghetto nel Rajasthan orientale, ricca di almeno 500 templi e di 52 ghat, scalinate e luogo di preghiera lungo il percorso del lago. Si raggiunge quindi Jaipur, citta dalla planimetria reticolare e con ampi viali alberati, con numerosi bazar e mercati suddivisi a seconda delle varie e molteplici attività artigianali (dai gioielli, alle pietre preziose, dagli smalti alle stoffe sia stampate sia intessute). Si visita il Forte di Amber, del XVI secolo e conserva al suo interno numerose sale finemente intarsiate ed è situato sulla sommità di una collina a una decina di chilometri dalla città, il City Palace, con interessanti collezioni artistiche dell’epoca Moghul, e Jantar Mantar, l’osservatorio astronomico, costruito nel XVIII secolo e il magnifico Hawa Mahal, conosciuto come “Palazzo dei venti”, è un alto muro in arenaria rossa e rosa dove le donne della famiglia reale potevano ooservare le feste di strada senza essere viste dall’esterno.

Il viaggio prosegue per Fatehpur Sikri, una città abbandonata dell’epoca Moghul costruita da Akbar “Il Grande” perchè divenisse la nuova capitale dell’impero, poi Abhaneri, un piccolo ma affascinante villaggio famoso per i suoi monumenti medievali, e il Chand Baori, il pozzo a gradini, uno dei più profondi e ampi dell’India e che prende il nome dal suo costruttore, il re Chand di Abhaneri e da “baori”, il nome dato ai pozzi nell’India occidentale. La struttura ha ben 3500 gradini che collegano i 13 livelli che arrivano ad una profondità di 30 metri. Si arriva poi ad Agra, simbolo dell’Uttar Pradesh e adagiata sulle rive del fiume Yamuna, è la città del famosissimo Taj Mahal, il mausoleo voluto dall’imperatore Shah Jahan per commemorare la moglie e divenuto il simbolo dell’India intera. Visita del Red Fort, grande costruzione realizzata in arenaria rossa, costruito fra il 1565 e il 1574, l’Itmad Ud Daulah, mausoleo dove riposano le ceneri del suocero dell’Imperatore Jehangir e costruito dall’Imperatrice Noorjehan.

Prossima tappa: Vrindavan per una giornata dedicata ai festeggiamenti dell’Holi Festival. Tradizionalmente le vedove nella cultura Hindu devono rinunciare ai piaceri terreni, perciò non festeggiano l’Holi, ma quelle di Vrindavan festeggiano e lanciano fiori e polvere colorata insieme a tutta la città.

Ultima tappa, prima di arriva a Delhi è Mathura, una delle città sacre agli hindù, legata al culto di Krishna che la leggenda vuole sia nato in questa città. Fondata già nel VII secolo a.C., Mathura fu un centro di fioritura del buddhismo, un ruolo che la città seppe mantenere per alcuni secoli. I monumenti più antichi della città sono: il Sati Burj, in arenaria rossa e il Sri Krishna Janmabhumi, un tempio costruito su quello che è il luogo in cui è nato Krishna.

Per informazioni: https://india.evolutiontravel.it

www.evolutiontravel.it

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