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Cinema & Teatro

Valeria Freiberg e il mondo del teatro

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Nel panorama teatrale italiano Valeria Freiberg è una delle colonne portanti, figlia d’arte poichè la madre era anch’ella una bravissima attrice di teatro.

Di Francesca Rossetti

Nel panorama teatrale italiano Valeria Freiberg è una delle colonne portanti che incontriamo in occasione del suo ultimo spettacolo dedicato alle fiabe.

 Chi è Valeria Freiberg e come nasce la passione per il teatro?

 “Valeria Freiberg è una figlia d’arte (mia madre era una bravissima attrice di teatro). Sono cresciuta dietro le quinte o assistendo agli spettacoli nella buca dell’orchestra. Le mie baby sitter erano due circensi: una faceva le giocolerie cinesi, l’altra era una trasformista ed illusionista. Oggi è un regista teatrale che da undici anni ha la direzione artistica della storica compagnia di Arnaldo Ninchi “Ariadne”. La mia passione per il teatro non è nata per un caso, era insita nel mio percorso di vita, era nel mio DNA. Da quando mi ricordo sapevo che da grande avrei fatto il teatro.”

Fiabe e palcoscenico: quali fiabe sono state scelte e cosa comunicano?

 “Parlando del SognoFestival è necessario precisare che tutte le favole o meglio le “novelle” – perché così le definiva l’autore –  scelte per il palcoscenico sono quelle di H.C.Andersen. Abbiamo proposto la versione teatrale de “La Regina delle Nevi”, “La principessa sul pisello”, “Il tenace soldatino di stagno” , “Il guardiano dei porci” , “La Sirenetta” e “I vestiti nuovi dell’Imperatore”.

Cosa comunica Andersen? Direi le tematiche che più gli stanno a cuore, sono la “diversità” e l’amore – basti pensare al brutto anatroccolo, alla sirenetta, al soldatino di stagno… E’ vero che nelle sue novelle non ci sia necessariamente un lieto fine: la sirenetta non può vedere realizzato il suo amore per il principe, il soldatino di stagno brucia nel fuoco, ma ciò nonostante alla fine rimane sempre una sensazione di luce e di leggerezza.  A mio avviso, Andersen pur essendo un autore famoso, resta totalmente sconosciuto, ricoperto di strati di traduzioni sbagliate o edulcorate. Ri-scoprirlo, ri-leggerlo, ri-ascoltarlo, questi sono stati gli obiettivi principali del nostro Festival.”

Come nasce la collaborazione con l’ambasciata danese e la scelta delle Scuderie Estensi di Tivoli?

 “Sono diversi anni che mi interesso di Andersen e della sua opera, quindi, è stato assolutamente naturale coinvolgere la Reale Ambasciata di Danimarca, anche perché come si fa a raccontare un autore non dando peso alle sue radici?

Andersen è un danese e la sua passione per i principi e le principesse che vagano per le strade sotto la pioggia con le pantofole bucate, ma con la corona in testa, è un’immagine straordinaria che doveva essere rispettata. Dunque, anche noi, metaforicamente parlando, abbiamo voluto una piccola corona in testa!

Per ciò che riguarda la scelta di proporre il SognoFestival alle Scuderie Estensi, dobbiamo ringraziare l’amministrazione comunale di Tivoli, che ci ha messo a disposizione questa location splendida che permette di coinvolgere i bambini a 360 gradi con spettacoli, laboratori, spazi dedicati al gioco, alla lettura, alla visione.”

Laboratori pedagogici, a chi si rivolgono e come sono strutturati?

 “Al SognoFestival abbiamo proposto dei laboratori per i bambini: lettura “ad alta voce”; workshop teatrale; il laboratorio creativo “Attenti al mago”; un altro laboratorio creativo, ”Hanno hackerato la biblioteca Nero Mouse”; il Concorso “Corti teatrali scritti dai ragazzi”. Già dai titoli si percepisce che abbiamo cercato strade originali di coinvolgimento dei bambini, con l’intento di sviluppare la lettura, la gestualità, la creatività, la scrittura. Ma non ci siamo limitati solo al lavoro con i piccoli, abbiamo voluto coinvolgere anche i loro docenti, prevedendo due appositi incontri proprio per loro: “Il Teatro  per scoprire se stessi”, condotto dall’attrice e pedagoga teatrale Cristina Colonnetti, a cura dell’Associazione Danz’Arte; “Come parlare ai ragazzi dell’attualità: viaggio nella letteratura, da Andersen agli autori contemporanei”, curato dall’editore Carlotta Rindone (casa editrice “Albero delle Matite”)  e dall’autrice Catia Proietti.

Anatole France (lo scrittore francese, Premio Nobel per la letteratura nell’anno 1921) affermò: “Se scrivete per i fanciulli , non vi fate una maniera speciale: pensate bene, scrivete bene – è l’unico segreto per piacere ai piccoli lettori”. Pensando ai laboratori per i docenti ed operatori culturali che lavorano con i minori volevamo, prima di tutto aprire una riflessione condivisa, partendo dall’idea che i bambini e gli adolescenti hanno bisogno di “prodotti” culturali di alta qualità per sentirsi coinvolti, e di avere al loro fianco, come guide, persone capaci e competenti.”

Qual è il rapporto tra scuola e teatro?

 “A mio avviso c’è un rapporto simbiotico tra scuola e teatro, una sinergia, un interesse comune che sono poi i giovani, allievi (per la scuola), spettatori e protagonisti (per il teatro). Il teatro può completare, arricchire il percorso formativo dei ragazzi e non si limita solo alla formazione scolastica, stiamo parlando alla formazione umana dei giovani. E’ fondamentale portare i giovani a teatro! E’ fondamentale condurli ad un laboratorio dove sono attivi, dove imparano a gestire il corpo, a stimolare la loro fantasia, ad esprimersi, ma soprattutto dove imparano a conoscere ed apprezzare il teatro fatto dai professionisti.”

Prossimo spettacolo?

 “A marzo cominciamo le prove di un nuovo spettacolo, “Le tre carte”. Si tratta di una rilettura scenica degli straordinari racconti di Puskin, in una visione nuova del teatro di prosa che affronta la narrativa e il gesto. Il titolo è un richiamo a “La dame di picche” di Puskin, ma anche al “Delitto e castigo” di Dostoevskij. Entrambi i protagonisti di queste due opere letterarie (rispettivamente Hermann e Raskol’nikov) si prefiggono di sfidare la sorte, di compiere un gesto che cambi la loro vita e li renda “straordinari”, andando invece incontro al fallimento.”

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