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Diritti umani

UNICEF/ Nepal: a 3 mesi dal terremoto i bambini continuano a correre ancora grandi rischi

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Dal primo terremoto più di 10.000 bambini sono stati identificati come fortemente malnutriti

UNI18949127 luglio 2015 – A tre mesi dal terremoto che ha colpito il Nepal il 25 aprile, i bambini continuano ad affrontare diversi rischi, mentre le loro famiglie sono diventate ancora più povere e hanno forte bisogno di aiuto. Sebbene la situazione umanitaria sia migliorata negli ultimi 3 mesi, centinaia di migliaia di bambini hanno ancora bisogno di rifugi, cibo, accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari, cure mediche, istruzione e protezione. Circa 1 milione di bambini colpiti dal terremoto continuano a vivere nelle aree più esposte a rischio di frane e inondazioni. Con la stagione delle piogge, l’accesso a queste aree sta diventando sempre più difficile, mettendo questi bambini in condizioni serie di difficoltà nell’accesso all’acqua,  ai servizi igienico sanitari, all’istruzione, ai servizi sanitari, esponendoli ad un rischio ancora più alto di sfruttamento, abuso e traffico. Dal primo terremoto più di 10.000 bambini sono stati identificati come fortemente malnutriti. Tra questi più di 1.000 bambini sono colpiti da malnutrizione acuta grave. Oltre 200 bambini sono rimasti senza un genitore o qualcuno che si prenda cura di loro, più di600 hanno perso almeno uno o entrambi i genitori. Oltre 32.000 edifici scolastici sono stati distrutti. Circa 900.000 case sono state danneggiate o distrutte. Secondo una valutazione del Governo, sono tra 700.000 e 1 milione le persone nei distretti più colpiti che potrebbero scendere ancora al di sotto della soglia internazionale di povertà, di 1,25 dollari al giorno. “Quando si verifica un grande disastro, come i terremoti del 25 aprile e del 12 maggio, non si affronta solo la perdita di vite, ma anche la distruzione di beni, di fonti di sostentamento e una sostanziale riduzione del reddito soprattutto tra la popolazione più vulnerabile”, ha dichiarato Tomoo Hozumi, Rappresentante UNICEF in Nepal. “Sappiamo che in tempi difficili le famiglie povere spesso reagiscono in modo errato, riducendo il consumo di cibo, tagliando le spese in ambito sanitario e di istruzione e mandando i propri figli a lavorare – tutto questo potrebbe avere conseguenze irreversibili, nel lungo periodo, sui bambini e il loro sviluppo. Il supporto economico aiuterà le famiglie vulnerabili a soddisfare almeno alcuni dei bisogni di base, come cibo e medicine senza ricorrere ulteriormente a reazioni errate”. Per aiutare ad identificare i bisogni più urgenti dei bambini e delle loro famiglie colpite dai terremoti, l’UNICEF sta garantendo 15 milioni di dollari attraverso trasferimenti in denaro per circa 330.000 famiglie con 450.000 bambini, in 19 distretti tra i più colpiti dal terremoto. Questo supporto, canalizzato attraverso programmi governativi di assistenza sociale, è destinato ai più vulnerabili compresi i bambini Dalit, le persone con disabilità, le vedove, gli anziani e i gruppi etnici più ai margini.

Da aprile l’UNICEF ha:

–          distribuito 1.000 tonnellate di aiuti di base comprese tende, kit igienici e medici, cibi terapeutici, vaccini e altre medicine salva vita, zanzariere, kit per i neonati e per lo sviluppo della prima infanzia, scuole in scatola;

–          aiutato 100.000 bambini a proseguire la propria istruzione nei centri di insegnamento temporanei supportati dall’UNICEF;

–          fornito acqua potabile ad oltre 650.000 persone nelle case e nei campi predisposti;

–          ripristinano i centri per il parto in oltre 150 strutture sanitarie;

–          aiutato ad intercettare 513 bambini e donne, vittime di traffico o che rischiavano di venir trasferiti illegalmente fuori dal pese;

–          garantito supporto psicologico per circa 30.000 bambini per aiutarli a superare i propri traumi

“Il terremoto ha mostrato la fragilità dei progressi del Nepal in termini di riduzione della povertà”, ha continuato Hozumi. “Guardando oltre il soccorso immediato, una delle priorità per l’UNICEF è assistere il Governo nell’introdurre una forma di sostegno al reddito affidabile e prevedibile per i bambini e le loro famiglie. Rafforzando ed espandendo il sistema di protezione sociale del paese e migliorando la risposta ai danni contribuiremo al benessere dei bambini e al loro sviluppo in periodi normali e ad incrementare l’abilità delle famiglie ad affrontare eventuali futuri disastri. “Insieme con il Governo e i partner, abbiamo potuto fare molto negli ultimi 90 giorni. Allo stesso tempo, data la vastità dei danni e delle perdite e il possibile impatto della stagione dei monsoni, c’è ancora tanto altro da fare per riportare un senso di normalità nelle vite dei sopravvissuti al terremoto, soprattutto dei più vulnerabili,” ha concluso Hozumi. L’indagine- UNICEF, Plan International, Save the children e World Vision hanno realizzato un’indagine su circa 2.000 bambini sopravvissuti ai terremoti in Nepal. Secondo questa indagine, una delle più ampie mai intraprese con minorenni dopo un disastro –i bambini  hanno espresso timore e insicurezza a vivere in tende e in accampamenti sovraffollati, ansia per i rischi legati alla propria salute dovuti a condizioni insalubri e preoccupazione sul loro futuro se non potranno tornare a scuola. Le organizzazioni  sottolineano il bisogno di rafforzare la resilienza delle comunità contro ulteriori e più grandi disastri e hanno avvertito che se non si provvederà agli urgenti bisogni umanitari durante la stagione dei monsoni ci saranno seri rischi per la salute dei bambini, il loro benessere e la loro protezione.

Emergenza Nepal, donazioni all’UNICEF tramite:

 -bollettino di c/c postale numero 745.000, intestato a UNICEF Italia, specificando la causale “Emergenza Nepal”; 
 carta di credito online sul sito www-unicef.it, oppure telefonando al Numero Verde UNICEF 800 745 000; 
 bonifico bancario sul conto corrente intestato a UNICEF Italia su Banca Popolare Etica: IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051, specificando la causale“Emergenza Nepal” 
 presso il Comitato UNICEF della tua città (elenco sul sito www.unicef.it).

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