Connect with us

Arte & Cultura

Unicef: 223 milioni di bambini vittime di abusi nel mondo

Published

on

Tempo di lettura: 4 minuti

unicefL’organizzazione lancia la campagna #ENDviolence against children per  incitare i cittadini, i legislatori e i governi ad alzare la propria voce contro la violenza sui minori.

Roma, 31 luglio La violenza contro i bambini è fin troppo spesso  un fenomeno invisibile, non ascoltato e non denunciato. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), circa 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni sono stati vittime di episodi di violenza e sfruttamento sessuale nel 2002. Circa il 20% delle donne, e tra il 5% e il 10% degli uomini, hanno subito abusi sessuali da bambini. Gli studi mostrano che per un terzo delle adolescenti la prima esperienza sessuale è stato un atto forzato. Proprio per questo Unicef ha lanciato la campagna  #ENDviolence against children volta ad incitare i cittadini, i legislatori e i governi ad alzare la propria voce contro la violenza sui bambini.

L’iniziativa è rivolta a canalizzare la crescente indignazione che suscitano le orribili aggressioni  commesse contro i bambini, come per esempio gli spari contro l’allora 14enne Malala Yousafzai in Pakistan; la sparatoria di Newtown in Connecticut nel dicembre 2012 durante la quale hanno perso la vita 26 tra bambini e insegnanti; e gli stupri subiti da ragazze in India e in Sud Africa nel 2013. “In ogni paese, in ogni cultura, la violenza contro i bambini esiste- ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef, Anthony Lake- Ogni volta che un bambino subisce un atto di violenza, ovunque esso si trovi, dobbiamo farci sentire e manifestare la nostra indignazione e la nostra rabbia. Dobbiamo rendere visibile quello che è invisibile”.

La campagna è stata lanciata attraverso la diffusione di un video in cui la voce del Goodwill Ambassador dell’Unicef,  Liam Neeson, conduce lo spettatore attraverso una serie di scene che raffigurano la violenza invisibile.

“Questa è una ragazza di 15 anni e una banda la sta violentando-  racconta mentre la telecamera ruota in un posto abbandonato- Questo è un insegnante che colpisce un ragazzo perché gli ha risposto male. Il resto della classe osserva”, spiega cosa accade in un nuova scena. “Solo perché non la vedi, non significa che la violenza contro i bambini non c’è- dice Neeson- Rendi visibile quello che è invisibile. Aiutaci, perché la violenza contro i bambini deve scomparire.”  Uno speciale micro sito e una campagna sui social media spiegano come i bambini, i genitori e le comunità possono agire,  come farsi coinvolgere, essere informati, organizzare eventi e dibattiti pubblici, sostenere i bambini vittime di violenza e lavorare con i partner dell’Unicef, globali e locali. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza specifica che ogni bambino, dovunque esso sia, ha il diritto di essere protetto da ogni forma di violenza.

Ogni anno centinaia di migliaia di donne e ragazze vengono comprate e vendute come prostitute o ridotte in schiavitù sessuale. Migliaia di ragazzi e di ragazze sono reclutati in forze armate governative e gruppi ribelli, venendo così esposti ad un elevato rischio di violenza sessuale, fisica, psicologica ed emotiva.

Violenza armata. Nei conflitti armati i bambini sono esposti a violenze, tra cui: uccisioni o mutilazioni; reclutamento o utilizzo come soldati; violenza sessuale; attacchi contro scuole e ospedali; negazione all’accesso di aiuti umanitari e rapimento. Ogni anni si stima che circa 526.000 persone muoiono violentemente, ma solo 55.000 tra queste perdono la vita in conflitti o in atti terroristici.  Nei 53 Paesi che compongono la regione europea dell’Oms, 15.000 giovani perdono la vita ogni anno per violenza interpersonale o di gruppo, la terza causa di morte tra le persone di età compresa tra 10-29 anni.

La violenza domestica e familiare. Ogni anno, tra 133 e 275 milioni di bambini sono testimoni di episodi di comportamento violento tra i loro genitori. Studi effettuati in molti paesi suggeriscono che dall’ 80 al 98% dei bambini hanno ricevuto punizioni fisiche a casa, con un terzo o più che hanno subito punizioni fisiche gravi attraverso l’uso di oggetti. In Medio Oriente e in Nord Africa, i dati Unicef tra il 2005 e il 2010 mostrano che il 90% dei bambini tra i 2 e i 14 anni hanno esperienza di educazione violenta (‘aggressione psicologica e/o punizioni fisiche).  Molti episodi violenza domestica sono nascosti dietro le porte chiuse o non vengono denunciati a causa della vergogna, della paura o della comune accettazione. A livello globale, quasi la metà degli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni ritengono che un marito sia giustificato quando colpisce o picchia la moglie in certe circostanze.

Violenza nelle scuole. Per molti bambini, i contesti educativi non sono spazi sicuri. Al contrario, li espongono alla violenza e possono insegnare loro comportamenti violenti, attraverso punizioni corporali, forme crudeli e umilianti di punizione psicologica, violenza sessuale e di genere e bullismo. Per molte giovani donne, il luogo più comune dove la coercizione sessuale e le molestie vengono praticate è a scuola.

Il lavoro minorile e la violenza sul posto di lavoro. Si stima che in tutto il mondo 150 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni sono impiegati nel lavoro minorile. 115 milioni di bambini di età compresa tra i 5 e i 17 anni sono coinvolti nelle forme peggiori di lavoro minorile, come quelle che prevedono carichi pesanti, contatto con sostanze chimiche e un orario di lavoro prolungato. Circa 10.5 milioni di bambini a livello mondiale sono impiegati come lavoratori domestici, spesso in condizioni pericolose e a volte simili alla schiavitù, secondo l’Ilo; 6,5 milioni hanno un’età compresa tra i 5 ei 14 anni e più del 71% sono bambine. Sono tutti vulnerabili alla violenza fisica, psicologica e sessuale e molti potrebbero finire per essere sfruttati sessualmente. Vengono spesso isolati dalle loro famiglie, nascosti agli occhi del pubblico e diventano fortemente dipendenti dai loro datori di lavoro.

Print Friendly, PDF & Email