Attualità
Un mistero sull’ingente carico di coltan arrivato a Trieste dal Venezuela in un container senza etichetta

Interrogazione della parlamentare del Pd Debora Serracchiani dopo il sequestro di 5 tonnellate del materiale radioattivo proveniente dal Venezuela
di T. Primozich
E’ di tre settimane fa il sequestro della Guardia di Finanza, su disposizione della Procura della Repubblica , di un container di coltan di 5 tonnellate di materiale radioattivo importato a Trieste dal Venezuela. Le indagini ancora in corso sono scattate perché il container era privo della opportuna etichettatura che evidenzia il simbolo della radioattività e quindi non monitorato dalle competenti autorità . A quanto risulta dalla stampa venezuelana il presidente Nicolás Maduro aveva parlato della spedizione diretta in Italia pochi mesi fa a un’emittente pubblica venezuelana, ma non se ne sapeva più nulla.
Il coltan è un minerale molto prezioso a bassa radioattività, da cui viene estratto il tantalio, un metallo raro indispensabile nella produzione di microprocessori, telefoni cellulari, computer, componenti aerospaziali e armi. Si tratta della prima spedizione di coltan in Italia e anche la prima di provenienza venezuelana, che a livello internazionale vede il Congo come maggior produttore del prezioso minerale.
Ulteriori indagini sono in corso per chiarire la questione e, soprattutto, la regolarità dell’importazione. Sembra inoltre, secondo quanto riferito dalle persone ascoltate sul caso, che il coltan doveva essere lavorato e trasformato, avendo già ottenuto tutti i permessi e le autorizzazioni dalle autorità italiane. Quindi perché l’intervento della procura di Trieste? Sulla situazione poco chiara la parlamentare del Pd Debora Serracchiani ha presentato una interrogazione, con la quale ha chiesto se il Ministero degli Esteri era a conoscenza del trasporto di minerale in Italia, e se il Ministero delle Finanze e quello dei Trasporti sono consapevoli che l’importatore è Nicolas Maduro, in considerazione della grave crisi che attanaglia la popolazione venezuelana. Ha chiesto inoltre che sia fatta chiarezza sul rispetto della normativa italiana e della Ue, compresa l’ottemperanza di tutti i dazi doganali stabiliti per questo “particolare” tipo di materia prima. “Dobbiamo chiederci se l’Italia sta negoziando con il Venezuela a favore di Maduro e se Trieste è la porta di accesso a questi scambi”, ha chiesto Serracchiani, con riferimento al delicato equilibrio internazionale nei confronti del regime di Maduro.
Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, dal canto suo ha confermato l’arrivo del minerale e ha spiegato che il container è arrivato dopo la visita nel 2018 di una delegazione venezuelana interessata alla trasformazione industriale del materiale radioattivo. DiPiazza ha affermato che il contratto sarebbe stato firmato con l’approvazione del Ministero degli Esteri.