Attualità
Turchia, arrestato fotografo italiano durante gli scontri di ieri in piazza Taksim
La notizia diffusa da L’Arena. Di seguito l’articolo apparso sul quotidiano.
Roma, 7 luglio – “Mi hanno arrestato, sono sul furgone insieme ad altre persone, arrestate anche loro, e mi stanno portando nella stazione centrale di Aksaray”. Mattia Cacciatori, 24 anni, fotoreporter di San Giovanni Lupatoto ieri sera era in piazza Taksim, a Istanbul, ed è riuscito ad avvisare per telefono, con il cellulare che gli aveva lasciato Giulia Stagnitto, una sua amica di Verona, una coetanea che in questo momento si trova nella capitale turca, nell’appartamento in cui la studentessa scaligera ha vissuto per un anno. Una telefonata arrivata alle 20.53 (19.53 ora italiana) e il cui contenuto è rimbalzato immediatamente su facebook. “Io sono rientrata in Italia il 20 giugno, lui è partito il 22”, spiega Giulia che da ieri sera è in contatto costante con Chiara, l’amica a Istanbul. “Con il progetto Erasmus sono andata a vivere un anno in Turchia e sapendo che Mattia partiva gli ho lasciato il mio numero di cellulare – aggiunge – nel caso avesse avuto bisogno di contattare qualcuno. Lui e Chiara si sono conosciuti e ieri sera l’ha chiamata. Ha detto che stava bene, che lo avevano solo caricato sul furgone, ma siamo preoccupat”. Mattia doveva rientrare domani ma ieri sera era in piazza Taksim, dove tremila persone stavano marciando verso Gezi Park, l’area verde al centro della città che aveva rischiato di essere stravolta da un progetto (poi annullato dal Tribunale turco) che prevedeva la realizzazione di un centro commerciale e di una moschea. Alle 18 sono scoppiati i disordini, la polizia ha caricato con lacrimogeni e idranti. E Mattia Cacciatori, ex consigliere comunale a San Giovanni Lupatoto, una laurea in Cooperazione allo sviluppo e una passione più forte, quella di fare il fotoreporter di guerra, era lì. Per catturare sguardi, per fissare la richiesta di libertà, per riprendere la violenza. Perchè a Mattia è questo che piace fare. Alle 22 l’aggiornamento: “Siamo riuscite a mandargli sms e lui ci ha risposto -prosegue Giulia – Ha detto che era riuscito ad avvisare i genitori, è stato allertato anche il Console e comunque lui è ancora in Questura centrale, a Vatan”. Un parco pubblico, un progetto per realizzare un mega centro commerciale e la protesta pacifica che si è trasformata in un’opposizione fiera al governo di Recep Tayyip Erdogan.
La notizia degli scontri e’ stata battuta dall’Ansa alle 18.01. Nellancio si dà atto che “la polizia turca ha fatto uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua contro gruppi di manifestanti ad Istanbul che stavano cercando di entrare a piazza Taksim, vicino a Gezi Park, vietato alle manifestazioni dalle autorità. Lo riferiscono testimoni”. Poi un secondo lancio: “Circa tremila manifestanti hanno cercato di entrare in piazza, centro nevralgico di Istanbul, ma sono stati cacciati dall’intervento delle forze dell’ordine. I manifestanti si erano riuniti sulla grande arteria pedonale di Istiklal che porta alla piazza, teatro per tre settimane della protesta antigovernativa e di accesi scontri con le forze dell’ordine”. Il parco era stato occupato a maggio scorso dai manifestanti che si opponevano al piano che avrebbe abbattuto alberi per fare posto a una moschea, alla ricostruzione di una caserma ottomana e a un centro commerciale, progetto poi annullato dal tribunale turco. Sgomberato con la forza dalla polizia il 31 maggio, il parco e la vicina piazza Taksim sono divenuti per settimane il cuore della protesta. Dopo lo sgombero delle proteste con l’uso della forza, il 10 giugno, il parco è rimasto chiuso, cosparso di tende e banchetti che erano stati allestiti dagli attivisti della difesa. Sempre ieri il governatore Huseyin Avni Mutlu ha annunciato la riapertura del Gezi Park sottolineando che non sarebbe stata tollerata alcuna manifestazione. “Prevediamo di riaprire il parco Gezi domani o al più tardi lunedì, perchè sia a disposizione di tutti i cittadini”, ha dichiarato il governatore.