Attualità
Sumer: alla riscoperta della civiltà dei quattro fiumi

Organizzazione sociale e struttura gerarchica all’avanguardia nella metà del V millennio a.C
Di Alessandro De Blasi
Roma, 2 dicembre – Le ere dell’uomo si susseguono nelle trame del tempo e la capacità di pochi di non perdere di vista il passato ci ha permesso di analizzare ciò che la nostra specie è stata. La nostra evoluzione ha lasciato segni e tracce quasi immortali sulla terra; in ogni direzione, da qualsiasi punto della terra osserviate il vostro sguardo si perderà in un frammento di tempo e storia. Siamo circondati da simboli e indizi che ci suggeriscono che a questo mondo ci sono più cose da scoprire che da inventare, ora non resta che ricostruire un passato frammentato, cercando di intuire cosa è successo e quello che è stato. Il percorso comincerà con l’analisi delle civiltà principali e la loro simbologia correlata in modo da decriptare, attraverso la loro esplorazione, la loro origine e il loro significato.
Apparentemente nata quasi dal nulla, nella metà del V millennio a.C., la rigogliosa civilità di Sumer ha proliferato in gran parte dell’attuale Iraq per più di 3.000 anni. L’area che delimitava questo regno si estendeva dal Golfo Persico ed i suoi punti di maggior sviluppo seguivano perfettamente i movimenti dei due fiumi principali che si riversavano in esso, il Tigri e l’Eufrate (e delle loro diramazioni).
Il regno
Ad est si profilavano i monti Zagros, ad ovest vi erano le vaste distese dell’attuale Deserto Arabo; terre magiche che daranno vita ai più grandi imperi (Mesopotamici, Babilonesi) e ai “miti” e le storie che plasmeranno poi le più importanti religioni del Vecchio e del Nuovo Mondo. I fiumi hanno cambiato rotta notevolmente negli ultimi quattromila anni, a volte passando ben lontani da quelli che erano i grandi centri di culto del passato, ponendo un freno alla riscoperta e alla ricerca di queste antiche meraviglie. La maggior parte degli studiosi non riesce ad intuire le reali origini di questo popolo, avanzando tesi di improbabili migrazioni a più stadi, più o meno casuali, dai Monti Zagros e dalle regioni limitrofe. Se analizzassimo questa cultura, come molte altre, potremmo vedere che gran parte delle risposte ai nostri quesiti vengono soddisfatte dai resoconti quotidiani delle stesse genti che abitavano quelle terre, attraverso un vastissimo numero di prove archeologiche, ora conservate in diversi musei in giro per il mondo, come ad esempio i Musei Archeologici di Istanbul o il British Museum. Ora, per essere precisi, indicare la Sumeria con il termine Sumer è incorretto; esso deriva dalla parola Akkadica Shumer, creata dallo stesso popolo Akkadico per indicare quelle terre “genitrici”della loro cultura ed il cui significato è “terra di coloro che osservano”; questo nome deriva dalla credenza (che per loro era assoluta certezza) che quelle terre ospitavano gli antichi Dei del cielo conosciuti con il nome di Anunnaki, coloro che dal cielo discesero sulla terra, ammarando proprio li, nel Golfo Persico; ma di questo ne parleremo in seguito. Tornando al nome originario di Sumer esso era Ki-en-gi, traducibile letteralmente con “terra del Signore della Civiltà”; questo epiteto descrive perfettamente quella che poteva essere la struttura socio-economica di Sumer durante il suo periodo di evoluzione e sviluppo. Infatti le classi sociali erano suddivise in molteplici e distinti “rami”: la casta superiore era formata dai sacerdoti (en.me.dur.an.ki, letteralmente traducibile con signore dei fondamenti che collegano cielo e terra) che occupavano il ruolo più importante sia a livello politico che socio-religioso e aventi anche il compito di istruire in parte la classe medica (a.zu e ia.zu, rispettivamente Conoscitore dell’Acqua e Conoscitore dell’Olio) sui riti, i segreti del corpo e delle medicazioni; seguono poi quelli che potremmo considerare come i nobili, che fungevano a volte da governatori e a volte da funzionari delle diverse istituzioni; la classe media ricopriva un ruolo prettamente legato all’economia ed al commercio, essa comprendeva mercanti, artisti ed artigiani; la penultima classe era quella dei soldati e dei guerrieri che avevano il compito di difendere le terre ed in tempi di pace, in particolare, erano preposti alla sicurezza dei cittadini all’interno delle mura; per finire vi erano gli agricoltori ed i pastori , non aventi peso politico ma essendo basi fondamentali per un meccanismo sociale che sfiorava la perfezione aventi a disposizione solide leggi che ne tutelavano i diritti. La schiavitù era presente, non come opera di sottomissione razziale o religiosa ma come pena per aver commesso un crimine particolare o applicata ai prigionieri di guerra; essa era intesa più similmente come il concetto del “servus” dell’epoca Romana, per personaggi che avevano disonorato il loro credo precedente o le loro famiglie e per l’appunto “servivano” personaggi di alto rango, non disponendo più di una vera e propria libertà sociale. Il sistema scolastico sumero era estremamente efficiente, severo ed avanzato. Le strutture dedicate all’apprendimento erano dette e.dubba (casa delle tavole). Inizialmente l’istruzione era concessa unicamente alla classe sacerdotale. Lo scopo era quello di formare individui in grado da soli di amministrare i Templi ed i Palazzi Reali, ovviamente(stando ai loro rapporti storici) sempre con l’ausilio e la volontà dei dodici, gli dei. Successivamente la situazione andò cambiando e l’istruzione fu concessa alle classi medio/alte. Queste scuole erano frequentate esclusivamente dai figli delle famiglie più onorevoli. A capo della struttura scolastica vi era l’ummia, un “antico preside” che veniva anche chiamato “padre della scuola”; gli alunni erano gestiti da un personale altamente qualificato e la loro vita era non molto dissimile da quella degli odierni studenti. La condizione delle donne di Sumer è chiara e delineata. Erano considerate persone giuridiche, potevano possedere e gestire proprietà terriere e attività commerciali.
Nel corso della storia sumera abbiamo esempi di Sacerdotesse legate ai culti della dea Inanna, e della dea ancestrale Ninhursag. Le nobili o le donne di stirpe filo-reale avevano una rendita e un sigillo,simbolo di grande potere politico e indice della propria indipendenza economica e giuridica. Sono attestati casi di donne che ricoprivano il ruolo di scriba, di medico o di infermiera. Insomma molto poco avevano da invidiare alle attuali donne in carriera; anzi, forse, esse potevano vantare di un rispetto e di una protezione all’interno della loro società di cui molte donne oggigiorno nel mondo moderno non possono.