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Russia: corretto ritrattare le sanzioni?

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La riflessione di un italo australiano, impegnato politicamente a favore dei connazionali nel territorio dove è residente, Melbourne – Australia, sulle sanzioni alla Russia e quali danni l’embargo   ha creato alle aziende Italiane

Di Giuseppe Cossari  
Pres. Patronato a Melbourne

Le sanzioni alla Russia sono state “imposte” dagli Stati Uniti d’America che hanno chiesto, essendo parte della NATO, a tutti i paesi facenti parte di quest’unione, di applicare l’embargo per le interferenze della Russia nelle elezioni dell’Ucraina e per l’annessione della Crimea al Cremlino, cosa che tra l’altro la Crimea voleva!

Già da quanto sopra scritto, si comprende che, il metro di giudizio e azione dei Paesi così detti occidentali è quantomeno discutibile, paragonato alle interferenze che Unione Europea, Commissione Europea e tutta la stampa internazionale, in primis il New York Times, hanno attuato durante e appena dopo le Elezioni Politiche Italiane, nel tentativo addirittura con varie affermazioni di influenzare il voto degli Italiani. Per questo tentativo d’influenza però, nessun Paese si è sognato di imporre sanzioni a Europa e Stati Uniti…. sanzioni ‘possibili’ per evidenti interferenze nelle Elezioni politiche italiane!

Ho fatto questa premessa per il semplice motivo che, è evidente, che le motivazioni sono tutt’altro che quelle dichiarate, a mio avviso. Ora, la domanda da porsi è: “ chi in realtà ci guadagna a bloccare i commerci europei verso la Russia?” la risposta va evidentemente in una direzione: gli USA!

Le altre domande sono: perché i Paesi più importanti dell’Unione hanno accettato di seguire la richiesta degli USA, in primis Francia e Germania? In cambio di cosa? A queste due domande è sicuramente più difficile rispondere, cosa certa però è che l’Italia aderendo a queste sanzioni, perde diversi miliardi di euro l’anno!

Il nostro Paese è il sesto partner commerciale della Russia sia all’import che all’export, ed questi anni di embargo l’Italia ha sopportato elevati danni commerciali passando da un valore di interscambio con la Russia pari a 26 miliardi di euro del 2014 ai 17,4 del 2016. All’export, i settori maggiormente esposti alle restrizioni commerciali sono stati l’agroalimentare, i macchinari e la tecnologia avanzata,   all’import il calo maggiore si è registrato nel settore minerario e dei combustibili, soprattutto a causa del crollo dei prezzi degli idrocarburi.

È d’obbligo riflettere e chiedersi: è spregevole o fuori luogo che un Governo nazionale in ambito europeo voglia rivedere le proprie posizioni sulle sanzioni imposte alla Russia, che danneggiano le aziende Italiane per miliardi di euro l’anno? Io credo di no, anzi, penso che sia doveroso in un momento economico come questo cercare ogni strada per aiutare il nostro Paese e le nostre aziende a produrre maggiore ricchezza nel difendere i propri prodotti nel mondo!

Un’ ultima riflessione va verso quei Paesi che ultimamente sono stati attaccati uno dopo l’altro direttamente o indirettamente dagli USA: Brasile, Russia, Cina. Paesi che fanno parte dei BRICS che, non più di tre anni orsono, hanno creato una banca in contrapposizione al Fondo Monetario Internazionale che, ovviamente non vuole perdere la propria supremazia!

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