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Diritti umani

Roma città aperta ai monopattini elettrici. Il prof. Andrea Costanzo: sono pericolosi senza adeguate regole

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Il presidente Socitras (Società Italiana di Traumatologia della Strada), Prof. Andrea Costanzo, mette in guardia dai pericoli dei monopattini elettrici.

“Per chi si occupa di traumatologia e sicurezza stradale i monopattini elettrici destano preoccupazione”, così in una nota stampa il Prof. Andrea Costanzo che da anni si occupa di prevenzione in tema di incidenti stradali.

“I monopattini circolano di sera, spesso sono neri, con la loro presenza segnalata solo da microscopiche lucine posteriori, a pochi centimetri da terra – ha spiegato Costanzo ai numerosi presenti – talvolta trasportano anche due persone a bordo, prive di giubbotti catarifrangenti, e spesso viaggiano a velocità sostenuta. Li vediamo schizzare ovunque su strade urbane, extraurbane, ciclabili. Serve una regolamentazione più rigida sul loro utilizzo e sull’impiego di strumenti di protezione, come casco, luci, giubbotti”.

Le regole ci sono, e anche le sanzioni: i monopattini possono viaggiare sulle ciclabili in città e sulle strade urbane dove è previsto il limite di 50 km orari; fuori dalle città possono invece circolare solo sulle piste ciclabili parallele alle strade: il limite è di 25 km/h, mentre nelle aree pedonali non va oltre i 6 km/h. Vietatissimo andare su tangenziali, in teoria anche su marciapiedi e attraversamenti pedonali. Non possono guidarli i minori di 14 anni, solo i minorenni devono mettere il casco e passata mezz’ora dal tramonto i conducenti devono indossare giubbotto o bretelle catarifrangenti. Anche il parcheggio è regolamentato: i monopattini non possono essere abbandonati dove capita, andrebbero parcheggiati negli appositi spazi o nelle rastrelliere delle biciclette (già poche per le bici in realtà).

Non è richiesta patente né assicurazione. “Le normative ci sono ma c’è stata pochissima sensibilizzazione sul tema – afferma Costanzo – Quante persone vediamo con i dispositivi catarifrangenti? Si contano sulle dita di una mano. Da un anno con la Socitras ci battiamo perché l’obbligatorietà del casco venga estesa anche alla maggiore età. Un incidente in monopattino si traduce quasi sempre in un trauma cranico o facciale, e una botta in testa può avere conseguenze serie per tutta la vita. Una caduta alla velocità di 30 km/h può generare fratture del cranio e lesioni cerebrali”.

Senza contare poi, che chi ci sale su un monopattino, soprattutto i ‘meno giovani’, può non avere nessun tipo di esperienza e confidenza con il mezzo, e facendo fatica a mantenere l’equilibrio una volta saliti, può avvenire la caduta con conseguente trauma cranico. Naturalmente le conseguenze sono ancora più dannose in caso di investimento, dove oltre al trauma cranico possono verificarsi peculiari tipologie di fratture agli arti e lesioni addominali e toraciche, a seconda delle diverse modalità di impatto: urto (laterale o frontale), tamponamento, proiezione e caduta al suolo, arrotamento con passaggio delle ruote sul corpo.

Lo stesso vale per bici e motorini ma “si tratta di mezzi di cui i cittadini hanno maggiore consapevolezza, soprattutto gli anziani, che con i monopattini non hanno familiarità”, conclude Andrea Costanzo.

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