Arte & Cultura
Quando Nord e Sud si incontrano è Mitomania: il festival ideato da Sonia Grandis sceglie Lentini

Mitomania: il festival ideato dall’attrice, regista e insegnante di Arte Scenica Sonia Grandis fa tappa nel comune siciliano di Lentini. Appuntamento il 3 e 4 giugno con le Conversazioni con Eracle: il limite e l’illimite del divino e dell’umano, un dialogo sul mito e il suo legame con l’attualità.
Le nuvole candide avvolgono la cima del monte Olimpo, rischiarato dall’Aurora boreale; lassù in vetta, reduce dell’ultima fatica, riposa Eracle il più forte e astuto tra gli eroi greci. Il semidio, però, non ha tempo di riprendere le forze, perché lo reclamano di nuovo nella colonia di Leontinoi, ma in tempi assai più complessi. La guerra dilaga insieme alla legge del più forte, l’uomo combatte contro un mostro invisibile e la cultura è ancora vittima della lenta Idra burocratica. A invocare la sua presenza sono Annapaola Giannelli e Sonia Grandis insieme all’Associazione Culturale Onlus Pergamo di Ragusa, che proprio all’eroe forzuto dedica la sesta edizione del festival culturale Mitomania Conversazioni con Eracle: il limite e l’illimite del divino e dell’umano.
Un appuntamento gratuito il 3 e 4 giugno, voluto da Lorenzo Guzzardi direttore del Parco Archeologico di Lentini, (luogo dove, secondo la mitologia, Eracle consegna la pelle del leone Nemeo a Demetra), per dialogare sul mito dell’eroe e rispondere al quesito sul nostro futuro in compagnia di docenti e storici.
L’evento nasce da un’idea della psicoterapeuta Annapaola Giannelli e dell’attrice, regista e insegnante di Arte Scenica al Conservatorio Verdi di Milano Sonia Grandis, che sarà protagonista in chiusura del festival con un intervento musicale, poetico e teatrale. Nata a Milano, appartenente «al mondo dei barbari, delle palafitte, e discente di Attila» da bambina, dopo una lunga malattia affascinata dalla dizione si avvicina al mondo teatro, che ha su di lei un potere salvifico. Cresce con le poesie di Garcia Lorca ed esercizi di training intensi, fino ad approdare all’Accademia dei Filodrammatici, dove si diploma in recitazione. Da alunna diventa insegnante per caso, un mestiere che le permette di stare a contatto con giovani talenti provenienti da tutto il mondo. Vera militante della cultura, la sua curiosità e la voglia di fare non arretrano neanche davanti ai progetti più utopici, che richiedono grande impegno e voglia di cambiamento.
Il caso mette lo zampino nella vita di Sonia, così dal Nord arriva al Sud. Ed è subito attrazione. Lavora al Teatro Greco di Siracusa nel 2001 e cura la regia e l’interpretazione della favola scenica La Sirena al Teatro Antico di Taormina con la compagnia di balletto torinese Egri. Nonostante la mancanza del cromosoma della Magna Grecia l’Isola, magica e ricca di storia, la seduce. Qui, decide di far nascere le conversazioni itineranti di Mitomania.
Sonia ci ha parlato di questa manifestazione che ogni anno sceglie un antico mito non molto lontano dalla realtà contemporanea, del fascino per la Sicilia e delle fatiche con cui la cultura, oggi, deve fare i conti.
Le origini di Mitomania e il rapporto di Sonia Grandis con il Sud

Sonia Grandis e Giuseppe Ferlito- Operetta morale di Leopardi, Dialogo di Ercole e d’Atlante
Quando nasce l’idea di Mitomania?
«Mitomania nasce una decina di anni fa insieme alla psicoterapeuta Annapaola Giannelli; ci riteniamo due viandanti o pellegrine della cultura. Tutto è partito dall’incomunicabilità tra le città di Ragusa e Ibla, così abbiamo studiato i miti della città di Ragusa per trovarne uno che potesse armonizzare la discrepanza tra queste due città. Da lì è iniziata questa avventura, ognuna con le proprie competenze, coinvolgendo studiosi di varia provenienza.
Negli anni precedenti è stata una manifestazione molto seguita e sostenuta poi, come tutti gli eventi culturali, seguono delle fasi alterne e quindi dipende dagli uomini politici illuminati o meno che incontriamo».
Un festival che dal Nord ti ha portato al Sud. Che rapporto hai con la Sicilia?
«Un legame molto profondo. Probabilmente date le mie origini assolutamente nordiche, con una famiglia del nord-est della Croazia, della Polonia e del Veneto, cercavo delle radici molto profonde, che ci sono anche al Nord, ma non mi aspettavo di arrivare in Sicilia. Secondo me la Sicilia è un luogo attraversato da tutti i popoli dell’Europa e questa è stata un’ulteriore scoperta, perché in Sicilia ho conosciuto persone che hanno varie provenienze. Come se la Sicilia fosse la cartina tornasole della nostra civiltà occidentale».
Secondo te cos’ha la Sicilia che in altre parti del Nord non riscontri?
«La Sicilia ha avuto il privilegio di conservare un patrimonio artistico naturale enorme e, soprattutto, quello che mi ha affascinato è la presenza di un pensiero forte di intellettuali, uomini di cultura e artisti di un livello altissimo, contrapposti magari a delle realtà anche inimmaginabili per il Nord, realtà molto disagiate. In Sicilia manca anche una società borghese tipica del Nord alla quale ero abituata, quella delle organizzazioni medievali e delle Signorie, un contrasto molto forte rispetto al mondo borghese da cui vengo».

V edizione di Mitomania con Sonia Grandis -Didone dall’Eneide- traduzione e regia di Maurizio Maravigna- alle percussioni Peppe Di Mauro.
Pensi che oggi la cultura sia valorizzata nel modo giusto?
«Non si capisce perché la cultura, soprattutto in Italia, non venga valorizzata come meriti. C’è sempre una grande difficoltà, perché tutto è sempre un po’ in mano ai burocrati e al mondo politicante. Forse perché la cultura fa paura e perché fa pensare: ti permette di esprimere un giudizio, dire “no” oppure “si”.
Ho la sensazione, soprattutto in questi ultimi anni, che ci sia un tentativo di tappare la bocca e per contro, però, ci sono tantissimi gruppi che resistono grazie anche alla grande scoperta del web e che hanno dimostrato, specie durante la pandemia, come ci sia un desiderio enorme di poesia e scambio. Bisognerebbe ricostituire il coro nel senso della tragedia greca, perché abbiamo bisogno di tante persone per bene e un approccio più sereno alla cultura».
Tornando a Mitomania, Eracle sarà il protagonista di questa sesta edizione. Quanto c’è dell’eroe greco nella contemporaneità?
«Lo scopriremo insieme! Eracle è un mito diffusissimo e il tema delle 12 fatiche riguarda tutti. Io e Annapaola Giannelli ci siamo dette: “Con tutta la fatica che abbiamo fatto in questi anni, ci tocca far capire cos’è”. Eracle è un supereroe forzuto, ma anche molto umano, perché patisce queste grandi fatiche e ha una vita familiare sfortunata; è un po’ il mito del gigante buono che combatte in un modo semplice e comprensibile da tutti, sia con la sua intelligenza, con cui inganna il nemico, sia con la forza fisica. Subisce anche la pazzia, quando uccide la moglie e i figli. In un periodo dominato dalla guerra e dalla forza fisica questa cosa ci deve far riflettere.
Ho scoperto anche che la sua figura è molto sfruttata nei fumetti e nelle illustrazioni. Addirittura, nell’opera franco belga Hercule, l’eroe è descritto come una figura solitaria che vaga per lo spazio e in ogni pianeta deve affrontare una fatica e combattere contro dei mostri tecnologici. Non portare a termine queste imprese comporterebbe la perdita della memoria, motivo per cui combatte e che vale anche un po’ per noi».

Secondo volume Hercule: Le prigioni dell’Herne- Jean-David Morvan, Looky e Olivier Thill.
Mitomania: le fatiche di Ercole e anche della cultura secondo Sonia Grandis
Eracle è noto, appunto, per le sue 12 fatiche che ha dovuto superare per espiare una colpa. Quali sono secondo te le 3 fatiche che la cultura sta affrontando in questo momento?
«La fatica di un riconoscimento normale, così come si riconosce che c’è la scuola e gli ospedali; la fatica di essere alla portata di tutti in un modo normale. La fatica di sostenere gli artisti con spazi, residenze e meno burocrazia. Questo è il momento di diventare tutti Ercole».
È prevista una tua performance Eracle e le stalle di Augia. Puoi anticipare qualche dettaglio?
«È il reading di un radiodramma. Il dialogo è l’elemento principale. Vorrei ricreare l’atmosfera da talk show a cui, purtroppo, siamo stati abituati prima con il Covid e poi con la guerra. Gli interventi dei vari personaggi lo ricordano molto.
Eracle deve liberare le stalle dal letame che invade il regno di Augia e si scontra con la “burocrazia”, contro cui neanche il supereroe più forte riesce. È stato scritto nel 1963 dallo svizzero Friedrich Dürrenmatt ed è molto sarcastico, anche nei confronti del sistema svizzero; è un testo molto profetico».
Hai già in mente il prossimo tema di Mitomania?
«Forse ancora una conversazione su Eracle. Di solito ci facciamo acchiappare da quanto succede nell’edizione corrente, quindi se da Eracle viene fuori un richiamo, lo seguiremo. L’idea iniziale era di creare un pellegrinaggio nelle città alla ricerca di un mito sociale. Mi era venuto in mente anche il mito di Arianna una donna che è sempre abbandonata. Perché?!»