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Osama Bin Laden raccontato da sua madre: «Gli piaceva studiare»

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L’autore dell’attentato alle Torri Gemelle descritto dalla madre come “un ragazzo a posto”. «Sono stati i compagni dell’università a cambiarlo. È diventato un uomo diverso».

di Vito Nicola Lacerenza

L’11 settembre 2001 è stato il giorno in cui si è scritta una delle pagine più drammatiche della storia recente. Due aerei sono stati dirottati sulle Torri Gemelle, nel cuore di New York, uccidendo oltre 3.000 persone. La quasi totalità delle vittime erano cittadini americani, morti per la “guerra santa” lanciata da Osama Bin Laden, in nome dell’Islam, dopo che nel 1991, le truppe USA avevano invaso luoghi sacri per i musulmani. «Mi rivolgo alle mamme dei soldati americani- ha detto Osama Bin Laden in un’intervista – Se siete preoccupate per i vostri figli, lasciate che si oppongano alle politiche del governo statunitense».

Oggi, a sette anni di distanza dalla morte di Osama Bin Laden, è sua madre a rivolgersi al mondo, cercando di offrire un’immagine del figlio diversa da quella del terrorista barbuto e sanguinario che tutti ricordano. «Era un ragazzo a posto, gli piaceva studiare. Andava molto bene a scuola»- ha raccontato Alia Ghanem, la madre ultrasettantenne di Osama Bin Laden che tuttora continua a domandarsi come mai suo figlio abbia “buttato tutto all’aria”. «I colleghi dell’università l’hanno cambiato- ha continuato  Alia Ghanem- È diventato un altro uomo. Sono stati quelli della “Fratellanza Musulmana” (movimento reazionario integralista) a fargli il lavaggio del cervello nei primi anni 2000 e ad usare i suoi soldi per la loro causa».

La famiglia di Osama Bin Laden è ancora adesso una tra le più ricche del Sud Arabia. Suo padre, Mohamed Bin Laden, era un costruttore  miliardario responsabile dell’80% delle strade del Sud Arabia, dove Osama Bin Laden studiava per diventare ingegnere civile.  Era ancora iscritto all’ateneo Abdul Aziz University della città di Jeddah quando nel 1979, a 22 anni, è partito per l’Afghanistan che all’epoca era stata appena invasa dall’Unione Sovietica. Unitosi alle milizie islamiche dei Mujaheddin, Osama Bin Laden ha partecipato alla campagna militare anti-russa conclusasi nel 1991 con la cacciata dei sovietici. I “vecchi nemici” che, quello stesso anno, sarebbero stati sostituiti dai “nuovi”, gli americani. I “crociati” colpevoli di aver “occupato” l’Arabia Saudita. Era il 1991 quando Osama Bin Laden ha fatto esplodere due ambasciate USA, una in Kenya e l’altra in Tanzania, uccidendo 224 persone e ferendone 5000. Da quel momento è diventato l’uomo più ricercato dall’FBI che su di lui aveva messo una taglia di 25 milioni di dollari. Ma la sua furia omicida non si è fermata.

Nel 1993 ha fatto piazzare una bomba nel World Trade Center di New York e nel 1995 ha fatto saltare un’autobomba nella capitale del Sud Arabia, Ryadh, uccidendo 19 soldati americani. Appena tre anni dopo, Osama Bin Laden ha dato vita al “Fronte Mondiale della Jihad (la legge islamica)  contro gli ebrei e i crociati”, ma senza farlo sapere a sua madre. «Non avrebbe mai ammesso quello che stava facendo davanti a me, perché mi amava troppo», ha spiegato Alia Ghanem che nel 1999 si è recata in Afghanistan, nella città di Kandar per incontrare il figlio un’ultima volta. «Ci siamo visti in un posto vicino ad un aeroporto strappato ai russi- ha raccontato  Alia Ghanem-  mi ha ricevuto e ogni giorno mi portava in giro. Poi ha ucciso un animale e ha organizzato un banchetto. Ha invitato tutti». “Tutti” coloro che insieme a Osama Bin Laden hanno successivamente progettato e realizzato l’attentato alle Torri Gemelle, avvenuto a soli 2 anni di distanza da quel “banchetto”.

 

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