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Obama promette ‘luce’ per l’Africa
Entro cinque anni il presidente Usa rafforzerà la rete elettrica africana investendo 7 miliardi di dollari Roma, 30 giugno – Mentre Barack Obama è in visita ufficiale in Africa, la Casa bianca ha reso noto che con un’azione denominata ‘Power Africa’ l’Usa rafforzerà nei prossimi 5 anni la rete elettrica africana in particolare nell’area dell’Africa sub-sahariana, dove due terzi della popolazione vive senza elettricità. Costo previsto per questa operazione, tesa a diminuire il divario tra Africa e mondo occidentale, è di 7 miliardi di dollari. “Power Africa – riferisce un comunicato della Casa bianca – punta a sfruttare l’enorme potenziale energetico dell’Africa, che include nuove scoperte di vaste riserve di gas e petrolio, sul potenziale sviluppo delle energie pulite geotermiche, eoliche, idriche e solari”. I paesi piu’ coinvolti nel piano Usa sono Etiopia, Ghana, Kenya, Liberia, Nigeria e Tanzania.
Un investimento dettato da una visione lungimirante anche perché, nei prossimi decenni, la tecnologia solare a concentrazione potrà giocare un ruolo fondamentale nella produzione energetica mondiale, sfruttando calore ad alta temperatura da fonte solare, per produrre
quantità significative di elettricità senza emissione di gas serra e a costi competitivi. Già la ricerca di Enea in Italia ha evidenziato da tempo gli importanti sviluppi in questo campo. “Fra i punti di forza attuali – si legge nelle news di presentazione dell’Ente di ricerca – la realizzazione di un prototipo di collettore solare adatto all’impiego in centrali solari di potenza, la brevettazione di un rivestimento selettivo con tecnologia Cermet di elevate caratteristiche fototermiche e in grado di operare fino a 550 gradi, l’esperienza acquisita nell’impiego di sali fusi come mezzo di trasporto e accumulo del calore a basso costo, che consente di realizzare centrali solari in grado di produrre energia elettrica con caratteristiche di migliore dispacciabilità e quindi con maggior valore di mercato. Il potenziale teorico disponibile nei paesi della ‘fascia solare’ (sun belt) è ampiamente sufficiente per assicurare un contributo significativo alla copertura del fabbisogno mondiale prevedibile; fra questi i Paesi che si affacciano sulla sponda sud del Mediterraneo e del vicino Oriente dispongono di potenzialità notevolissime, con costi di produzione dell’energia sensibilmente inferiori rispetto a quanto conseguibile in Europa”.